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Uganda: la Corte Suprema sostiene i diritti gay

Categorie: Africa sub-sahariana, Uganda, Citizen Media, Diritti gay (LGBT), Diritti umani, Media & Giornalismi

Una corte ugandese ha diffidato la rivista Rolling Stone [1] Uganda [en, come i link successivi] dal pubblicare i nomi e i luoghi di residenza di gay, lesbiche e transessuali. Il giudice Vincent Musoke ha sentenziato che la pubblicazione dei nomi e degli indirizzi di gay e lesbiche mette gli stessi in pericolo di vita, condannando Rolling Stone Uganda al pagamento di una sanzione di 650 dollari Usa per le spese processuale e come risarcimento per i danni causati ai tre attivisti che hanno denunciato la rivista.

I tre attivisti militano nel gruppo Ugandese per i diritti degli omosessuali Sexual Minorities Uganda (SMUG) [2],  e le loro foto e indirizzi erano stati resi pubblici in un numero precedente della rivista.

Lo scorso anno Rolling Stone aveva pubblicato 100 fotografie dei “peggiori omosessuali ugandesi” [3] aggiungendone anche nomi e indirizzi. Il caporedattore della rivista, Giles Muhame, ha dichiarato che gli omosessuali corrompono i bambini e che pertanto la società il diritto di conoscere le identità di questi depravati.

La Corte Suprema ha emesso una diffida [4] in seguito al ricorso di SMUG:

La Corte Suprema ha imposto alla rivista Rolling Stone di interrompere la pubblicazione dei nomi e delle fotografie dei presunti omosessuali, dichiarandola “violazione della privacy”

Il blogger Gay Uganda [5] si mostra soddisfatto dalla sentenza, che proibisce qualsiasi ulteriore fuga di notizie da parte di Rolling Stone o altre testate:

Oh sì. Sono molto soddisfatto del mio primo lavoro di quest'anno, che è stato un successo: una vittoria dei gay ugandesi in Uganda.
L'anno scorso, infatti, Rolling Pebble [gioco di parole sul nome della testata: Rolling Stones=Pietre Rotolanti, Rolling Pebble=Ciottolo Rotolante], una rivista nascente, ha cercato di farsi un nome facendo quello che nessuno aveva osato fare prima: pubblicare foto di preunti omosessuali ugandesi, esortando la popolazione a “impiccarli”
Tre di questi presunti gay hanno portato i responsabili davanti alla giustizia, ottenendo che alla rivista sia proibito temporaneamente di pubblicare informazioni sui “100 omosessuali” e di incitare la popolazione a “impiccarli”.
Ora la sentenza è definitiva.
Già, è una bella vittoria, e sono molto soddisfatto di come sono andate le cose.
[…] la sentenza dichiara che è incostituzionale.

Gay Ugandan Teen dichiara: “Un'altra vittoria, un altro passo avanti, un altro sorriso.”

Sono le 23 e mi trovo seduto qui, nella mia stanza, e sto leggendo la notizia della [6]vittoria dei nostri attivisti gay [5] contro quel bidone della spazzatura rotolante [“rolling trash can”]. Un'altra vittoria, un altro passo avanti, un altro sorriso. […]
Passo a passo, gli omosessuali saranno considerati esseri umani a tutti gi effetti, in Africa così come nel resto del mondo. Niente e nessuno può contrastare a lungo l'onda di ciò che è giusto e noi stiamo dalla parte del giusto. Ssempa [7] sta perdendo quota. Non si possono diffondere menzogne ed odio e pensare di poter vivere felicemente. Mi spiace, il mondo non gira così. Quando lo impareremo?

Random [8] afferma che è una maniera fantastica [9] di inaugurare il nuovo anno:

Oggi è uscita su tutti i giornali la notizia che la Corte Suprema ha sentenziato a favore dell'accusa nella causa contro l'infame Rolling Stone, la rivista che ha scatenato una feroce “guerra contro l'omosessualità” pubblicando i nomi e le fotografie di persone ritenute gay dagli editori. Anche se non sono ancora venuto a conoscenza dei dettagli, sono felice che sia successo mentre vivo per vederlo. È una maniera fantastica di cominciare il nuovo anno, e, anche se la sentenza è stata rinviata di alcune settimane, sarebbe stata un bellissimo regalo di Natale.

[…]Per ora festeggiamo questa vittoria in privato. Possiamo vivere in pace, senza preoccuparci di essere additati da un illetterato infame assetato di sangue chiamato Giles Muhame.

Questa non è stata la prima volta che una corte ugandandese emette una sentenza a favore degli omosessuali [9]:

…vorrei farvi sapere che questa non è stata la prima volta che una corte ugandandese ha emesso una sentenza a favore di omosessuali i cui diritti erano stati violati. Ad alcuni anni fa risale il caso contro il ministro della giustizia, in cui alcuni poliziotti hanno infranto diversi diritti di una coppia di lesbiche nel Kampala. Questo è il progresso. È lento, ma procede. Probabilmente non otterremo mai il diritto di sposarci, ma non è questo che stiamo chiedendo. Tutto quello per cui stiamo lottando è il diritto di sopravvivere e di essere rispettati come esseri umani quali siamo.

Wamala Dennis ripubblica la sentenza [10] sul suo blog:

In considerazione della pubblicazione da parte della rivista Rolling Stone dei nomi, degli indirizzi e dei luoghi di ritrovo preferiti dei presunti omosessuali, la Corte ha così deliberato:

1) La mozione non riguarda l'omosessualità in sé, ma: ‘è inerente ai diritti e alle libertà fondamentali e si riferisce in particolare alla definizione della questione: la pubblicazione infrange i diritti degli accusatori o rischia di farlo?’

2) La legge giudiziaria dell’ Articolo 50 (1) della Costituzione è di duplice natura, nel senso che non si estende solo ad ogni persona ‘ i cui diritti fondamentali, altri diritti o la libertà siano stati violati, ma anche a persone i cui diritti fondamentali o altri diritti siano stati violati o minaccino di esserlo.’

3) Incitare la popolazione ad impiccare gli omosessuali è un attacco al diritto alla dignità di coloro i quali sono stati minacciati: ‘l'invito ad impiccare gli omosessuali a dozzine tende a minacciare enormemente il loro diritto alla dignità.’


Jim Burroway riporta che
Giles Muhume, l'editore di Rolling Stone, non si lascia intimidire:

Giles Muhume, editore di Rolling Stone, resta spavaldo anche di fronte alla sentenza della corte. In un comunicato stampa ha affermato che: ‘la gioia dei gay sarà di breve durata’ e che la rivista farà ricorso contro la sentenza. Definisce la sentenza ‘un rischio per la libertà di espressione dei media’, e aggiunge ‘le riviste combatteranno gli omosessuali in modo diverso. I nostri sostenitori devono essere forti, gli agenti del demonio saranno sconfitti.’


Sokari si congratula
con tutti coloro che hanno avuto il coraggio di portare il caso in tribunale:

È una notizia fantastica e una vittoria incredibile per gli omosessuali ugandesi. Mi congratulo con tutti coloro che hanno avuto il coraggio di portare il caso in tribunale.

ll testo intergrale della sentenza è disponibile qui [11].