[Aggiornamento dell'8 marzo: le proteste di lunedì 7 hanno assunto dimensioni molto ridotte; il governo ha tuttavia manifestato tutto il suo nervosismo nei confronti del movimento, agendo anche attraverso l'arresto di 15 persone tra cui 3 giornalisti.]
Sulla scia delle proteste che hanno colpito i Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, anche l'Angola sembra prepararsi agli stessi movimenti. Dopo la rivolta del popolo tunisino, che decise di unirsi per deporre l'oggi ex presidente dittatore Ben Ali, seguita dalla fine della dittatura del presidente Mubarak in Egitto, e più recentemente dai conflitti in Libia, alcuni angolani hanno deciso che i tempi per una rivolta sono maturi anche nel loro Paese.
Come riportato [en] da Global Voices, le proteste sono organizzate da “Agostinho Jonas Roberto dos Santos” – uno pseudonimo nato dai nomi di famosi personaggi della storia contemporanea angolana: Agostinho Neto [it], Jonas Savimbi [it], Holden Roberto [pt] e l'attuale presidente José Eduardo dos Santos [pt].
Stando a quanto riportato da un'email che circola sul web e che può essere letta sul sito ufficiale della “Nova Revolução do Povo Angolano” (Nuova Rivoluzione del Popolo Angolano) [pt], la data della rivoluzione è fissata per il 7 marzo, a Luanda, in piazza dell'Indipendenza.
La petizione [pt] creata, denuncia tra le altre cose “l'estrema povertà in Angola, la cultura della paura e dell'intimidazione, la miseria e l'autocrazia.” L'obiettivo è quello di un'azione popolare che metta fine a 32 anni di potere di José Eduardo dos Santos.
Sul blog Página Um (Pagina Uno) [pt] si legge un appello alla protesta:
Vamos marchar com cartazes exigindo a saída do Ze Du [nota da autora: diminutivo de José Eduardo dos Santos], não mais ditadura do MPLA. Liberdade e Progresso. Abaixo o regime do MPLA.
L’MPLA (Movimento Popular de Libertação de Angola) [it, Movimento Popolare di Liberazione dell'Angola] è il partito che ha governato il Paese per più di trent'anni. L'attuale presidente, successore di Agostinho Neto, uno dei simboli della lotta per l'indipendenza, è al potere dal 1979.
In un’intervista [pt] rilasciata a Terra Magazine l'anonimo leader del movimento parla dei motivi delle proteste:
Estamos cansados desta ditadura de quase 32 anos e queremos ser liderados por vários líderes em cada 5 ou 10 anos, o que acreditamos será uma verdadeira democracia, visto que o país será dirigido por diferentes pessoas com visões diferentes para o bem do povo angolano.
Nuove forme di mobilitazione
Le persone si mobilitano per effetto del passaparola, dei dibattiti nei quartieri e in tutte le città del Paese, riporta l'organizzatore “Agostinho Jonas Roberto dos Santos” nella stessa intervista rilasciata a Terra Magazine.
Tuttavia, anche le nuove forme di comunicazione come Internet stanno avendo un ruolo importante. L'autore del blog Morro da Maianga [pt] dice di aver avuto difficoltà a spedire SMS negli ultimi giorni e chiede se questo possa essere dovuto all'intervento di chi spera così facendo di “mettere alla prova il sistema di mobilitazione virtuale in Angola”:
Se de facto foi esta a sua intenção, a “operação 7 de Março” foi coroada de total êxito, pois a informação disseminou-se mesmo, ao ponto de se ter transformado num extraordinário facto político nacional, a provocar até reacções enérgicas de condenação da parte dos altos comandos das FAA [Forças Armadas de Angola].
De facto já há muito tempo que não via o MPLA “tãm nervioso”…
Orlando Castro, nel suo blog Alto Hama [pt], si aspetta una grande adesione da parte di tutti gli angolani della diaspora e prevede:
Apesar da garantia de que as manifestações serão pacíficas, democráticas e legítimas, inspiradas no Movimento de «Não-Violência» e a favor de paz e estabilidade em Angola, é bem possível (já há, aliás, indícios nesse sentido) que o regime do MPLA procure impedir a sua realização.
Reazioni e tensioni
Ci si aspetta che il governo cercherà di reprimere la protesta: se questo accadrà, sarà probabilmente attraverso l'uso della violenza.
L’allarme [pt] arriva dal presidente del gruppo parlamentare dell'MPLA, Virgílio de Fontes Pereira, che dice:
num Estado Democrático não devem ser tolerados comportamentos individuais ou colectivos, praticados por quem quer que seja, que atentam contra a ordem constitucional e ponham em risco a estabilidade do mandato e do funcionamento dos órgãos legitimados para exercer os poderes Legislativo, Judicial e Executivo.
Dino Matross, uno dei leader dell'MPLA va addirittura oltre dichiarando [pt] senza mezzi termini alla radio Luanda Antena Comercial, che tutti quelli che avranno il solo coraggio di protestare saranno puniti.
Le parole di questo leader non sono tuttavia abbastanza per demotivare tutti quelli che sognano un cambiamento in Angola. Il Diário da Liberdade [pt], ha raccolto una dichiarazione di un giovane angolano che dice di non temere gli effetti delle azioni di repressione del governo.
Um jovem angolano disse, e com razão, que o povo de Angola já não é aquele povo de 20 anos atrás. Atualmente conhecemos a besta que vamos derrubar e não somos intimidados pelas ameaças mesquinhas do corrupto Dino Matross (secretário-geral do MPLA).
In risposta all'annunciata rivolta, la Speciale Commissione per il Cambiamento dell'MPLA ha indotto una contro-manifestazione per il 5 marzo a Luanda, al fine di prevenire proteste future contro il governo.
Carlos Alberto Jr. ripubblica l'email in circolazione con l'invito sul suo blog Diário de África e conclude [pt]:
Com uma população miserável e uma juventude cada vez mais insatisfeita, as autoridades precisarão de muita habilidade para manter o país nos trilhos.