Cile: bilanci a un anno dal terremoto

Il primo anniversario del terremoto [it] di magnitudo 8.8 che ha colpito il Cile [it] alle 3:34 del 27 febbraio 2010 è stato un momento di bilanci per i netizen del Paese sudamericano. Il sisma ha lasciato dietro di se di più di 500 vittime, circa 220.000 case distrutte e perdite economiche [es, come tutti i link tranne ove diversamente indicato] stimate in 30 miliardi di dollari. Sono migliaia le persone che ancora vivono in case di emergenza e che non sono state in grado di superare il trauma. Molti lamentano le lentezze e i ritardi delle operazioni di ricostruzione e non mancano polemiche e accuse sia contro l'attuale Governo che contro l'ex Presidente Michelle Bachelet [it], sottoposta a procedura giudiziale per aver sottovalutato gli effetti del maremoto.

La commemorazione è stata ampiamente dibattuta sulle reti sociali [en] dalle quali sono emerse diverse voci: dalle critiche per i ritardi e le lungaggini nella ricostruzione, alle proteste, dai ricordi, alle commemorazioni, dalle veglie e all'hashtag #yoestuveahi (io ero lì).

Forza Cile

"Case ed edifici possono anche crollare ma non verrà meno la nostra forza per aiutare le nostre famiglie, i nostri amici e i nostri fratelli." Foto dell'utente Play su Flickr ripresa con licenza Creative Commons BY-NC-ND 2.0

Mapuexpress fa il punto sui tragici eventi dell'anno scorso e afferma:

La perdida de Vidas Humanas, el quiebre de un sistema y modelo considerado desarrollado, moderno, que sin embargo, dejó al desnudo las carencias frente a una catástrofe y sus impactos.

La perdita di vite umane, l'incrinatura di un sistema e di un modello considerato sviluppato, moderno che ciò nonostante ha messo a nudo le sue mancanze di fronte a una catastrofe e al suo impatto.

Nel blog El Mundo Sigue Ahí, anche Roberto Arancibia fa un analisi della situazione:

Un año después, y la esperada reconstrucción avanza demasiado lento. Un año después, muchas familias siguen viviendo en aldeas y campamentos de emergencia, y se disponen ahora a pasar ahí su segundo invierno. Un año después, y muchas familias todavía son víctimas del terremoto. Vaya para ellos toda mi solidaridad.
Un año después, ¿habremos aprendido algo?

È passato un anno e l'attesa ricostruzione avanza troppo lentamente. È passato un anno e molte famiglie continuano a vivere in villaggi di emergenza e tendopoli dove si apprestano a trascorrere il secondo inverno. È passato un anno e molte famiglie sono ancora vittime del terremoto. A loro esprimo tutta la mia solidarietà.
Un anno dopo, chissà se abbiamo imparato qualcosa?

Quello pubblicato su Twitter da Felipe Viel (@felipeviel), attore cileno residente all'estero, è solo un esempio dei numerosi messaggi di sostegno alle vittime che sono comparsi in Rete:

Hoy recordamos a todas las victimas del terremoto de Chile. Fuerza a todas sus familias. Un fuerte abrazo

Oggi il nostro ricordo va a tutte le vittime del terremoto del Cile. A tutte le loro famiglie diciamo: siate forti! Un grande abbraccio

Non mancano le opinioni critiche riguardo alla commemorazione, come sintetizza @elquenoaporta in tre (1, 2, 3) messaggi su Twitter:

1. Todos esperando la hora como si fuera año nuevo. Mal.
2. Una fecha que debería unir, separa más que nunca. Mal.
3. Ni se ha hecho todo, como dice un lado, ni nada, como dice otro. El blanco y negro acá no va. Mal.

1. Tutti aspettano lo scoccare dell'ora come se fosse Capodanno. Male
2. Una ricorrenza che dovrebbe unire le persone, le separa come mai era successo. Male
3. Non è vero che si è fatto tutto, come sostengono alcuni, né che non si è fatto niente, come dicono altri. La visione “bianco o nero” qui non funziona. Male

Ricostruzione, proteste e reazioni

Nella città di Concepción [it], gli abitanti hanno lanciato accuse contro il Governo per la lentezza del processo di ricostruzione. Hanno dichiarato che i sussidi che erano stati promessi non sono stati distribuiti e che le autorità regionali dimostrano “scarsa preoccupazione” per le sorti degli abitanti della zona.

Il “Movimento Nazionale per una Ricostruzione Giusta” che riunisce circa 25 associazioni di cittadini provenienti dalla Regione Metropolitana [it] fino alla Regione del Biobío [it] ha invitato a esporre delle bandiere nere come simbolo di “un anno senza ricostruzione”. Le richieste degli appartenenti al movimento si riassumono in tre punti: “costruzione di abitazioni dignitose, di qualità e con modalità partecipative; ricostruzione e ripristino di servizi di pubblica utilità come scuole, ambulatori e ospedali e rifiuto della privatizzazione e della speculazione edilizia, specie per quanto riguarda le zone costiere e i quartieri di rilevanza storica”.

Nel seguente video, rilanciato su YouTube, alcuni rappresentanti del movimento esigono risposte e rapide risoluzioni per quanto concerne la ricostruzione:

 

 

Le bandiere e i palloncini neri sono stati elementi ricorrenti delle proteste. A Constitución [it], una delle zone più colpite dal terremoto, la manifestazione di un gruppo di cittadini è coincisa con il discorso che il Presidente Sebastián Piñera stava tenendo durante una delle cerimonie ufficiali per la commemorazione degli eventi del 27 febbraio.

Corteo, un anno senza ricostruzione, Cile.

Corteo a Concepción, "un anno senza ricostruzione". Foto di Annais Ferreira da Flickr, ripresa con licenza Creative Commons BY-NC-ND 2.0

Ximena Jara nel portale El Quinto Poder riporta che dopo varie revisioni effettuate dalla Corte dei Conti della Repubblica Cilena sulle spese effettuate dal Governo per la ricostruzione, quest'ultimo “ne esce piuttosto male, per usare un eufemismo” e procede a elencare le numerose irregolarità riscontrate. Ulteriori critiche alle azioni del Governo vengono espresse da Pedro Staiger in un altro articolo de El Quinto Poder:

Dan deseos de invitar a todos a desplegar un esfuerzo mancomunado por mejorar nuestra capacidad de generar respuestas adecuadas en caso de una catástrofe. Es éste un problema que no conoce de ubicación geográfica, condición social ni menos, de color político. Cualquiera de nosotros puede ser víctima de una desgracia como un terremoto, un tsunami, una inundación un incendio.

Cualquiera de nosotros merece estar amparado por un sistema idóneo y moderno de manejo de crisis, de comunicación, de ayuda, rescate, albergue y asistencia médica. Enfrentemos entre todos este desafío y tengamos un poco de humildad. La soberbia, en esto como en casi todo lo demás es una mala consejera.

Fanno venir voglia di invitare tutti a fare uno sforzo associativo per migliorare la nostra capacità di generare risposte adeguate in caso di catastrofi. Questo tipo di problema non ha confini geografici e non discrimina in base a criteri di condizione sociale né tanto meno colore politico. Chiunque tra noi può essere vittima di una disgrazia come un terremoto, uno tsunami, un'inondazione, un incendio.

Ognuno di noi merita di essere tutelato da un sistema idoneo e moderno di gestione delle crisi, basato su comunicazione, cooperazione, soccorsi, alloggio e assistenza medica. Affrontiamo tutti insieme questa sfida e mostriamo un po’ di umiltà. La presunzione in questo, come in tutti gli altri casi, è una cattiva consigliera.

Sulle reti sociali, il Governo viene accusato di aver diffuso immagini scattate prima del 27 febbraio 2010 spacciandole per testimonianze fotografiche che dimostrano i progressi nella ricostruzione del post-terremoto. Alejandro Vega, tra gli altri, ha prontamente denunciato l'accaduto, segnalando di avere già visto prima alcune delle immagini. Nel suo blog, EnRuta, Alejandro nota con amarezza:

Y ya vamos a cumplir un año de la peor calamidad que he visto. Me refiero a la calamidad humana, al terremoto de ladrones y saqueadores, además de toda la parafernalia utilizada por las autoridades y la prensa. Acabo de ver las fotos falsas de los supuestos arreglos y mejoras hechos por el Gobierno en el año post terremoto y pienso en el montaje que se viene este fin de semana en la VII y VIII Región: Cobquecura, Constitución, Talcahuano, Iloca…

Stiamo già commemorando il primo anniversario della peggiore calamità che io abbia mai visto. Mi riferisco alla calamità umana, al terremoto di ladri e sciacalli, oltre a tutte le spettacolarizzazioni da parte delle autorità e della stampa. Ho appena visto le foto false di presunte ricostruzioni e migliorie realizzate dal Governo nell'anno successivo al sisma e penso alle messe in scena che si terranno questo fine settimana nella VII [it] e nell’VIII Regione [it]: Cobquecura [it], Constitución, Talcahuano [it], Iloca [en]…

Ne La Estrella de la Segunda Independencia si legge:

La catástrofe dejó en muchos compatriotas una experiencia indeleble. Y nos dejó a todos una lección: el hombre está primero. Su vida está primero. Su dignidad está primero. En esos minutos que temblaba, para todos lo más importante fueron sus hijos, sus padres, la familia. Lo principal fue, a pesar del miedo, la preocupación por el otro. Aquello, lo básico, que nos hace hombres, y no animales.

Ese es el origen de la dignidad, lo que orientó las acciones posteriores al terremoto. A pesar de años y años en los que se procuró la destrucción y la fragmentación de las organizaciones sociales, volvieron a surgir los líderes auténticos, honestos, en el seno del pueblo. A pesar de la destrucción, se crearon casas de la unidad y centros de reunión. A pesar del abatimiento y la desesperanza, mujeres y hombres sencillos, trabajadores, levantaron la bandera de las ruinas y del barro. Levantaron la patria nuevamente.

Per molti connazionali, la catastrofe è stata un'esperienza che ha lasciato il segno. E ha insegnato a tutti noi tutti una lezione: l'essere umano viene per primo. La sua vita viene per prima. La sua dignità viene per prima. Nei minuti in cui la terra ha tremato, per tutti la cosa più importante sono stati i figli, i genitori, la famiglia. Nonostante la paura, per tutti la cosa più importante è stata preoccuparsi per gli altri. È questa la caratteristica fondamentale che fa di noi degli uomini e non degli animali.

Da questo origina la dignità, ciò che ha orientato le azioni subito dopo il terremoto. Nonostante i lunghi anni in cui si è cercato di distruggere e frammentare le organizzazioni sociali, leader autentici e onesti sono riapparsi in seno al popolo. Nonostante le devastazioni, sono state create case comunitarie e centri di aggregazione. Nonostante lo sconforto e la disperazione, donne e uomini semplici e lavoratori, hanno risollevato la bandiera dalle macerie e dal fango. Hanno risollevato la patria.

Anche Marcos Canalez Nuñez (@MarcosCanales) si sente orgoglioso del suo Paese:

Que puedo decir? Es un orgullo ser y sentirme Chileno, porque #YoEstuveAhi un #27F 2010 a las 3:34. Yo sé lo que se siente.. #VIVACHILE

Cosa posso dire? Per me è motivo di orgoglio essere e sentirmi cileno, perché io c'ero (#YoEstuveAhi) il 27 febbraio (#27F) 2010 alle 3:34. Io so cosa si prova… #VIVACHILE

Infine, Rocio Rivera Elorza (@rrelorza) conclude il 27 febbraio scrivendo:

Y así pasó un año del #27F… me siento feliz porque pude aportar con ayuda post terremoto, pero repitamos: QUEDA MUCHO! y es tarea de TODOS

E così è passato un anno dal 27 febbraio (#27F)… sono felice perché ho potuto dare il mio contributo dopo il terremoto però ripeto: RESTA TANTO DA FARE! ed è dovere di TUTTI

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