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Costa D'Avorio: brogli e contestazioni, il Paese stenta sulla via della democratizzazione

Categorie: Africa sub-sahariana, Costa d'avorio, Citizen Media, Diritti umani, Elezioni, Governance, Legge, Politica, Relazioni internazionali
I due uomini che rivendicano la Presidenza ivoriana: a sinistra, Alassane Ouattara. A destra, Laurent Gbagbo [1]

I due uomini che rivendicano la Presidenza: a sinistra, Alassane Ouattara, a destra, Laurent Gbagbo. Foto di Stefan Meisel. Copyright Demotix (28/11/10).

Per comprendere meglio le origini della crisi politica [2] [en, come tutti i link che seguono tranne ove diversamente indicato] che sta affliggendo la Costa d'Avorio, è necessario collocare i recenti avvenimenti nel contesto storico del post-colonialismo.

Politica post-coloniale

Félix Houphouët-Boigny [3] è stato il primo Presidente della Costa d'Avorio [4] [it] dall'indipendenza del 1960 fino alla sua morte, avvenuta nel 1993. A succedergli, in conformità con la Costituzione ivoriana, è stato Henri Konan Bédié [5], Presidente dell'Assemblea nazionale. Nel 1995, Henri Konan Bédié è stato riconfermato al potere dopo essere stato eletto con il 96,44% dei voti; elezione, quest'ultima, che il politico Laurent Koudou Gbagbo [6] [it] aveva chiesto di boicottare, in segno di protesta per le modifiche apportate alla legge elettorale. Il suo partito, l'FPI (Fronte Popolare Ivoriano [7]) [it], aveva vinto cinque degli otto seggi disponibili in parlamento e Gbagbo era risultato fra gli eletti.

A rovesciare il Presidente Bédié è stato il generale Robert Guéï [8] il 24 dicembre 1999, dopo che Bédié aveva tentato di cambiare la costituzione a suo favore.

Nel 2000 si sono poi svolte altre elezioni presidenziali, vinte da Laurent Koudou Gbagbo ai danni di Guéï. Tuttavia, per queste consultazioni, la Corte Suprema aveva invalidato diverse candidature, compresa quella dell'ex Presidente Bédié e di Alassane Ouattara [9] [it], con le accuse di “dubbia nazionalità”, falsificazione e uso di falsa identità. Quando nel 1992 a guidare il Governo era il Primo ministro Ouattara e Houphouët-Boigny ricopriva la carica di Presidente, Gbagbo è stato incarcerato come oppositore politico e condannato a 2 anni di carcere (pena poi scontata in sette mesi).

La vittoria di Gbagbo era stata molto contestata da Guéï e il periodo post elettorale era stato segnato da tensioni; alla fine, però, anche Guéï ha dovuto riconoscere la legittimità di Gbagbo e del suo partito, l'FPI, che aveva vinto le elezioni legislative con una maggioranza di 91 seggi (contro i 70 e 16 dell'opposizione).

Mentre nel settembre 2002 Gbagbo si trovava all'estero, i soldati avevano tentato di rovesciare il suo Governo [10], e durante il colpo di Stato, diversi personaggi politici, fra cui Alassane Ouattara, hanno subito attentati. Gli anni seguenti si sarebbero dimostrati ancora molto difficili per la politica ivoriana.

Lo stallo delle elezioni del 2010

E’ in questo contesto che la comunità internazionale ha organizzato le elezioni svoltesi nel dicembre 2010.

Il blog Actu et Opinions ci racconta la “Storia di una settimana folle in Costa d'Avorio [11]” [fr]:

Dimanche 28 novembre 2010

Second tour de l'élection présidentielle. Trois personnes tuées et plusieurs incidents localisés. Les deux camps s'accusent mutuellement d'avoir empêché leurs électeurs de voter dans certaines régions. La veille, un couvre-feu nocturne avait été instauré par un décret de Laurent Gbagbo.

Mardi 30 novembre 2010

Les commissaires centraux de L Majorité Présidentielle au sein de la commission électorale ont empêché physiquement l’annonce de résultats partiels du second tour.Alors que le porte-parole de la Commission électorale indépendante (CEI) Bamba Yacouba s’apprêtait à communiquer des premiers résultats partiels pour les régions du pays, l’un des deux représentants du président-candidat au sein de la commission, Damana Adia Pickass, lui a arraché les feuilles de résultats des mains avant de les déchirer.

« Ces résultats sont faux, ils n’ont pas été consolidés! », ont affirmé à plusieurs reprises les deux hommes, dénonçant un « hold-up électoral » devant de très nombreux journalistes. Après cet incident, le porte-parole a assuré à la presse que ces résultats étaient « bel et bien consolidés », avant de s’éclipser entouré de gendarmes.

Domenica 28 novembre 2010

Secondo turno delle elezioni presidenziali. Tre morti e svariati incidenti circoscritti. Entrambe le parti si accusano di aver impedito le procedure di voto in alcune zone. Il giorno prima, un decreto di Laurent Gbagbo aveva introdotto il coprifuoco.

Martedì 30 novembre 2010

I commissari federali che in seno alla Commissione Elettorale rappresentavano la maggioranza presidenziale hanno fisicamente impedito l'annuncio dei risultati parziali del secondo turno. Il portavoce della Commissione Elettorale Indipendente (CEI), Bamba Yacouba, stava per annunciare i primi dati parziali regionali quando uno dei due rappresentanti del Presidente e candidato in Commissione, Damana Adia Pickass, gli ha tolto di mano i fogli contenenti i risultati, strappandoli.

“Questi risultati non sono corretti, non sono ancora confermati!”, hanno ripetuto i due uomini, denunciando davanti ai numerosi giornalisti una “rapina elettorale”. Dopo questo incidente, il portavoce Yacouba, prima di allontanarsi scortato dalla polizia, ha assicurato alla stampa che i risultati erano invece “corretti e confermati”.

Durante l'annuncio dei risultati del secondo turno si è assistito a un'altra scena grottesca: un sostenitore di Laurent Gbagbo ha strappato e fatto a pezzetti l'elenco appena letto dal portavoce della Commissione Elettorale Indipendente.

Come indicavano alcuni tweet con l'hashtag #CIV2010 [12] [fr] può darsi che Laurent Gbagbo avesse perso.

Si è poi scoperto che questo clamoroso gesto, in realtà, era stato compiuto per evitare che i risultati fossero annunciati prima del tempo (mancava ancora un'ora prima della scadenza fissata per le ore 12.00 del 1 dicembre).

Il 2 dicembre 2010, alle 17:54, la Commissione Elettorale Indipendente ha annunciato (con parecchie ore di ritardo e lontano dalla propria sede per via di minacce ricevute dai suoi esponenti) la vittoria di Alassane Ouattara con il 54,1% dei voti.

Actu et Opinions [11] [fr] ci racconta il resto della vicenda:

Jeudi 2 décembre 2010

La CEI annonce la victoire d’Alassane Ouattara avec 54,1% des voix. Huit morts lors d'une attaque nocturne dans une permanence du RHDP à Abidjan. Les autorités ferment les frontières et interdisent la diffusion des chaînes de télévision étrangères d'information. Dans la foulée les sms sont aussi coupés.

Giovedì 2 dicembre 2010

Il CEI (Comitato Elettorale Indipendente) annuncia la vittoria di Alassane Ouattara con il 54,1% dei voti. Otto morti durante un raid notturno agli uffici del partito RHDP [13] (Unione dei repubblicani della Costa d'Avorio) ad Abidjan. Le autorità chiudono i confini e oscurano i canali di informazione stranieri. Bloccati anche gli scambi di SMS.

Alle 19:37 dello stesso giorno, il Consiglio costituzionale ha annullato i risultati.

Gli utenti Twitter hanno commentato sostenendo che la Corte costituzionale non era davvero indipendente. Paul Yao-Ndré [14] [fr], addetto della campagna di Laurent Gbagbo, ha annunciato:

“19:56. I media esteri sono stati oscurati e i confini chiusi”.

Leggendo i tweet con hashtag #CIV2010 [12] [fr] emerge un'idea diffusa: che il Consiglio Costituzionale “avrebbe sbagliato ad annullare i risultati del nord e a non avere il coraggio di riconoscere la vittoria di Laurent Gbagbo, che non poteva in alcun modo perdere in quella parte del Paese”.

Tra i due candidati, i voti di differenza sarebbero stati 400.000, un gap spiegabile solamente attraverso la teoria, circolata con hashtag # CIV2010 [12] [fr], del broglio elettorale .

Actu et Opinions [11] continua così [fr]:

Vendredi 3 décembre 2010

Laurent Gbagbo est proclamé vainqueur avec 51,45% des suffrages par le Conseil constitutionnel. L'ONU, l'Union européenne, les États-Unis, la France et la Grande-Bretagne reconnaissent la victoire de Ouattara.

Venerdì 3 dicembre 2010

Laurent Gbagbo viene proclamato vincitore dal Consiglio costituzionale con il 51,45% dei voti. L'Onu, l'Unione Europea, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna riconoscono invece la vittoria di Ouattara.

Alcuni commenti apparsi su Twitter con hashtag #CIV2010 [12] [fr]:

Le Conseil Constitutionnel qui avait 7 jours pour statuer a eu le temps de faire toutes les investigations dans toutes les régions en moins de 24 heures et déclarer Laurent Gbagbo vainqueur avec +51% des voix.

Il Consiglio costituzionale, che aveva 7 giorni di tempo per pronunciarsi, è riuscito invece a svolgere le indagini necessarie  in tutte le regioni in meno di 24 ore e a dichiarare Laurent Gbagbo vincitore con oltre il 51% dei voti.

Storia di due Presidenti

Alla festa per la vittoria di Laurent Gbagbo erano presenti solo alcuni diplomatici, fra cui l'ambasciatore del Libano e un rappresentante dell'Ambasciata angolana.

Alassane Ouattara, nel frattempo, si è insediato ufficialmente inviando una lettera per informare il Consiglio costituzionale. Guillaume Soro, Primo ministro di Gbagbo, ha presentato le sue dimissioni per poi essere riconfermato da Ouattara.

I due Presidenti hanno poi nominato i rispettivi Governi.

Sempre su Actu e Opinions [11] si legge [fr]:

Samedi 4 décembre 2010

Durant le couvre-feu, deux personnes sont tuées dans le quartier de Port-Bouët, dans le sud d’Abidjan, où se sont affrontés des partisans des deux camps.  Laurent Gbagbo est investi chef de l'État, pendant qu’Alassane Ouattara prête serment par courrier “en qualité de président”. Guillaume Soro devient Premier ministre de Ouattara.

Sabato 4 dicembre 2010

Durante il coprifuoco, due persone sono state uccise nel quartiere di Port-Bouet, a sud di Abidjan, dove ci sono stati scontri tra i sostenitori dei due schieramenti. Laurent Gbagbo è stato nominato Capo di Stato, mentre Alassane Ouattara ha prestato giuramento come Presidente per posta… il suo Primo Ministro è Guillaume Soro.

All'epoca, a riconoscere la Presidenza Gbagbo erano solo l'Angola, la Libia e la Russia.

L’Unione Africana [15] ha inviato il mediatore Thabo Mbeki [16] [it] che però, vista l'assenza dei funzionari ivoriani, è stato accolto dai servizi diplomatici sudafricani.

Actu et Opinions [11] [fr] continua:

Dimanche 5 décembre 2010

Arrivée de Thabo Mbeki, médiateur dépéché par l'Union Africaine pour calmer la situation en Côte d'ivoire.

Domenica 5 Dicembre 2010

Arriva Thabo Mbeki, mediatore inviato dall'Unione africana per cercare di calmare la situazione in Costa d'Avorio.

Raccolti nell'hashtag #CIV2010 [12] [fr] i commenti all'intervento del mediatore Mbeki non sono stati favorevoli: l'inviato dell'Unione Africana, infatti, non gode di molto credito per aver affermato in passato che l'AIDS era stato inventato dai bianchi e poteva essere curato con il succo di barbabietola rossa [17].

Nel frattempo, sempre su #CIV2010 [12] [fr], continuano a circolare commenti angosciati dalla nomina da parte di Laurent Gbagbo a Ministro della Gioventù e del Lavoro di Charles Blé Goudé [18] [fr] (che alcuni chiamano ‘Blé Goudé, il machete’), violento iper-nazionalista già a capo della milizia giovanile.

Ai sostenitori di Gbagbo, che affermano che i Paesi stranieri non debbano intervenire, il mediatore dell'Unione Africana Mbeki ha risposto così, ricorrendo all'hashtag #CIV2010 [12] [fr]:

La certification de l’ONU est fondée puisqu'elle a été acceptée par toutes les parties avant le scrutin.

L'ONU n'a pas désigné de vainqueur, elle a juste démontré que même en enlevant les régions contestées A. Ouattara était toujours vainqueur.

Quand la Russie et l'Angola prennent position pour Laurent Gbagbo, ce dernier ne parle ni de souveraineté et ni d’ingérence.

La sécurisation du scrutin a été faite par L'ONU, les FANCI, la licorne et les FAFM pourquoi n’avoir pas parlé de souveraineté.

La certificazione dell'Onu è fondata, perché accettata da tutte le parti prima dello scrutinio.

L'Onu non ha indicato nessun Presidente: ha piuttosto dimostrato che, pur eliminando le regioni contestate, a vincere sarebbe stato comunque Ouattara.

Quando la Russia e l'Angola hanno preso posizione a favore di Laurent Gbagbo, questi non ha più parlato né di sovranità né interferenze.

La sicurezza dello scrutinio è stata certificata dall'Onu, dalle FANCI (Forces armées de Côte d'Ivoire), dai soldati della missione francese “Unicorno” e dalla FAFM (Free Africa From Mosquitos): nessuno di questi soggetti è stato mai accusato di invadere la sovranità del Paese.

Il dibattito è stato altrettanto animato anche su altri forum.

Madior Fall ha scritto: “no alla dottrina Gbagbo! [19]” [fr]:

L’Afrique et les Africains ont résolument emprunté le chemin de la démocratie et du progrès et ils balayeront un à un tous les apprentis dictateurs qui polluent leurs Etats et ralentissent leur marche vers le développement.  Le précédent ne saurait passé. Il n’y aura pas de « jurisprudence Gbagbo » !

L'Africa e gli africani hanno decisamente intrapreso la via della democrazia e del progresso e spazzeranno, uno ad uno, tutti gli apprendisti dittatori che inquinano i loro Stati e rallentano il cammino verso lo sviluppo. Quanto accaduto non diventerà un precedente. Non entrerà in vigore nessuna “dottrina Gbagbo!”

MMB denuncia la schizofrenia africana su LePost, intitolando il suo contributo “Crisi in Costa d'Avorio: quando la Francia rende gli africani schizofrenici [20]” [fr]:

Il apparaît qu'une écrasante majorité d'Africains vivant … dénoncent vigoureusement le hold-up électoral perpétré par Laurent Gbagbo. Un coup fatal porté contre un long processus démocratique auquel tous les Ivoiriens avaient placé beaucoup d’espoir. D'autres internautes semblent justifier ce coup de force lorsqu’ils l’examinent à l’aune des relations incestueuses instaurées entre la France et l’Afrique. Et le crime, à leurs yeux, semblent procéder du soutien que la France a toujours apporté à Alassane Ouattara qui, de fait, apparaît comme un homme lige, un parangon de la Françafrique, au même titre qu’Ali Ben Bongo au Gabon ou Faure Eyadema au Togo.

Sembra che la stragrande maggioranza degli africani… denuncino con forza la rapina elettorale perpetrata da Laurent Gbagbo. E’ un colpo letale inferto al lungo processo democratico in cui tutti gli ivoriani avevano riposto molte speranze. Altri utenti sembrano giustificare il colpo di Stato, riportando alla luce i rapporti incestuosi intercorsi tra la Francia e l'Africa. Il crimine, ai loro occhi, sembra provenire dal sostegno che la Francia ha sempre fornito ad Alassane Ouattara che, infatti, è sempre sembrato un vassallo, un esponente della Françafrique, come lo sono stati anche Ali Ben Bongo in Gabon e Faure Eyadéma in Togo.

Anche i comici sono stati coinvolti: Scontro per Laurent Gbagbo, Presidente della Costa d'Avorio:

Oggi la situazione in Costa d'Avorio resta estremamente instabile. Gli ivoriani, come il resto del mondo, aspettano con ansia un finale ancora incerto.