Dopo le controversie politiche che hanno accompagnato le feste del Nuovo Anno in Kazakistan (vedi articolo precedente [en, come gli altri link eccetto ove diversamente indicato] ), a febbraio si è assistito a un ritorno alla calma.
Il recente annuncio di elezioni presidenziali anticipate ha destato poco interesse – l'opposizione è pronta a boicottare il voto, gli altri candidati sono deboli e, dopo più di vent'anni al potere, il presidente in carica è sicuro di ottenere un ulteriore mandato.
“Alla luce delle proteste che hanno attraversato l'Egitto, la Tunisia, lo Yemen, la Giordania e il Bahrain, secondo alcuni analisti le elezioni anticipate proposte da Nazarbayev sarebbero da un lato un'azione di facciata volta a placare le critiche e a tranquillizzare l'Europa e gli Stati Uniti sul fronte esterno, dall'altro una strategia per reprimere le manifestazioni anti-governative sul fronte interno”, scrive Christya Riedel.
Sarebbe tuttavia troppo superficiale tracciare paralleli simili, non solo perché sulla società kazaka opera un efficace sistema di controllo – che comprende fare propaganda, comprare il silenzio di chi potrebbe protestare e ricorrere a continui provvedimenti restrittivi anti-dissenso – ma anche perché le elezioni, per come si svolgono di solito in Kazakistan, in sostanza non differiscono molto da un referendum.
“Il referendum è stato respinto. Ma per il Presidente non c'è da preoccuparsi, perché, grazie a un emendamento del 2007, non esiste limite al numero di volte in cui può essere eletto alla massima carica dello Stato”, ricorda Michael Hancock ai suoi lettori.
Agli occhi di molti il processo di nomina dei candidati è parso un circo – ed effettivamente sembrava un carosello di personaggi comici, compresi pensionati, piccoli imprenditori e la persona che tutti conoscono per il suo sorprendente comportamento. Si noti fra l'altro come la netta maggioranza di quei 18 nominati abbia manifestato pubblicamente il suo “pieno supporto” all'attuale capo di stato.
A questo proposito, ecco cosa scrivono [ru] su Twitter, da un account che fa satira sul governo spacciandosi per quello del primo ministro kazako:
Guardando l'insieme delle nomine, ti rendi conto che, in fin dei conti, un referendum non sarebbe poi stata una cattiva idea.
Quando le autorità si sono rese conto che l'opposizione sarebbe stata ferma nel suo proposito di boicottare le elezioni, hanno ripescato i vecchi candidati-fantoccio del presidente in carica – il senatore Gani Kassymov e l'ambientalista Mels Yeleusizov – e li hanno riportati in scena. E infine, sono stati registrati come candidati in lizza anche il presidente Nazarbayev e Jambyl Akhmetbekov, del Partito del Popolo Comunista, filogovernativo.
I giovani attivisti politici Alexander Danilov e Aidos Kapanov hanno lanciato un sito web [ru] dedicato alle elezioni con sondaggi improvvisati per monitorare le preferenze degli utenti online e con delle pagine a parte contenenti informazioni su ogni candidato. Queste pagine, si noti bene, non contengono nessuna piattaforma ideologica, né qualsivoglia programma elettorale, ma solo delle biografie sotto forma di CV.
Zulkar si domanda [ru] “Qui prodest?” (“A chi giova?”), perché mai le elezioni sono cosi necessarie in questo momento, prima della scadenza naturale del mandato:
“la mia mente paranoica ha elaborato l'idea che le elezioni siano state indette per assicurarsi la legittimità per gli anni a venire dopo il 2012, perché l'anno prossimo il risultato non sarebbe altrettanto prevedibile”.