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Perù: biodiversità e culture dell'amazzonia peruviana

Categorie: America Latina, Perù, Ambiente, Citizen Media, Indigeni, Storia
La regione amazzonica [1]

La regione amazzonica

Per un motivo o per l'altro, la regione amazzonica peruviana [2] [es, come gli altri link tranne ove diversamente indicato] trova sempre posto sui media del Paese sudamericano; purtroppo la maggior parte delle notizie diffuse non possono essere considerate propriamente confortanti dato che fanno riferimento all’inquinamento ambientale [3], all’abbattimento illegale degli alberi [4], al saccheggio della fauna [5], alla biopirateria [6], alla desertificazione [7] e a diversi altri problemi non meno gravi che contribuiscono alla distruzione delle foreste del Perù. Ma cosa rappresenta l'Amazzonia in sé e che significato ha questa regione per il Paese sudamericano?

Solitamente il Perù viene classificato come un paese andino, ma più del 60% del suo territorio è occupato dalla Selva [8] [it] amazzonica. A questo bisogna aggiungere che, in passato, l'estensione della regione amazzonica peruviana era molto superiore rispetto all'attuale e ricopriva tra il 13 e il 16% della superficie totale dell'Amazzonia. Tuttavia, a partire dall’epoca coloniale [9] – quando fu istituito il Vicereame del Perù [10] [it] – l'estensione dei possedimenti peruviani ha iniziato a ridursi di fronte all'avanzamento dei portoghesi che ha condotto alla stipula del trattato di Tordesillas [11] [it] prima e di quello di San Ildefonso [12] in seguito. La creazione di nuovi vicereami come quello di Nueva Granada [13] [it] o quello del Río de la Plata [14] [it], hanno ulteriormente sottratto territori alla regione amazzonica peruviana e questa riduzione è continuata in epoca repubblicana [15] [it] in seguito alle guerre [16] che opposero il Perù alla Gran Colombia [17] [it] e alla Colombia [18] e ai conflitti [19] [it] con l'Ecuador [20] . Anche la guerra del Acre [21] tra Brasile e Bolivia ha pregiudicato il territorio peruviano in virtù dei trattati per la definizione dei confini successivi al conflitto.

Pur potendo definire il Perù un paese amazzonico a pieno titolo, solo il 13% dei peruviani vive in questa regione (mentre il 30% della popolazione risiede a Lima, vale a dire, nella regione costiera) e molti di essi sono appartenenti o discendenti delle oltre 60 etnie amazzoniche [22] attualmente esistenti, ognuna delle quali parla una lingua diversa. Questa situazione fa sì che anche per la maggioranza dei peruviani, l'Amazzonia sia una regione quasi sconosciuta e a volte perfino esotica [23] [it].

Fiumi del bacino amazzonico [24]
Volo da Lima a Iquitos: vista aerea del bacino amazzonico nei pressi di Iquitos. [24] Foto di Cyberjuan su Zooomr [25]

Ovviamente tutto questo non può essere riferito alle etnie che abitano la regione [26] da circa 12.000 anni dato che queste popolazioni possono contare su ampie conoscenze della foresta essendosi molto ben adattate all'ambiente e avendo appreso a utilizzarne le risorse. Di conseguenza, risulta quasi aneddotico parlare ad esempio della scoperta del Rio delle Amazzoni [27] [it] da parte di Francisco de Orellana [28] [it] considerato che questo avvenimento marca l'inizio della spoliazione delle terre e delle ricchezze alle comunità che l'abitavano in origine.

Benché i tentativi di conquistare il territorio amazzonico [29] o antisuyo [30] [it] risalgano all'epoca dell’Impero Inca [31] [it], con risultati ancora oggi discutibili, è con l'arrivo delle missioni cattoliche guidate da Gesuiti [32] e Francescani [33] durante l'epoca della conquista e del Vicereame spagnolo che inizia l'esplorazione della regione da parte dei colonizzatori e il processo di evangelizzazione delle tribù amazzoniche. Con l'inizio del processo di indipendenza e consolidamento della repubblica le attività di esplorazione decadono fino a metà secolo XIX quando il governo di Castilla [34] [it] da nuovamente impulso alla “colonizzazione” della regione Amazzonica in particolare nella regione della Selva Centrale [35].

La guerra con il Cile pone nuovamente un freno alla spinta colonizzatrice che tuttavia riacquista in seguito nuovo impulso per motivi quali la ricerca di vie alternative per raggiungere i fiumi navigabili, l'utilizzo delle terre nella Selva Centrale [36] e la corsa al caucciù [37] nelle zone della Selva bassa basse della foresta, all'inizio del XX secolo. L'interesse dei Governi nei confronti della regione amazzonica è stato intermittente (Fernando Belaúnde [38] [it] e la sua “Marcia verso est” per esempio) almeno fino agli anni Settanta, quando nella regione di Loreto [39] si assiste al boom del petrolio poi estintosi alla fine della medesima decade. Ciononostante l'esplorazione petrolifera non si è fermata e molti pozzi sono in fase di costruzione lasciando quindi presumere una nuova espansione petrolifera [40] nella regione.

In questa breve storia dell'Amazzonia peruviana, il filo conduttore è rappresentato dal fatto che la regione da sempre viene considerata come come un territorio libero e privo di proprietari, disponibile per essere colonizzato [41] e sfruttato a piacimento. Inoltre, alle popolazioni native che la abitano, lo Stato peruviano praticamente non riconosce diritti [42] , soprattutto per quanto riguarda la proprietà della terra su cui vivono [43] (e questo è stato uno dei motivi [44] che ha originato gli scontri di Bagua [45] nel 2009). Inoltre, in questi territori, nel corso degli anni le attività di estrazione sono continuate senza dare grandi benefici alle popolazioni che abitano la regione. In conclusione, dell'Amazzonia non sappiamo tutto quello che sarebbe necessario conoscere.

Comunità di Pampa Michi [46]
La Comunità di Pampa Michi, nella provincia di Chanchamayo, regione di Junín. [46] Foto di Cyberjuan su Zooomr [25]

Sarebbe però ingiusto parlare solo dei problemi dell'Amazzonia e non menzionare anche il suo potenziale e la sua ricchezza, che se utilizzati in modo saggio e sostenibile potrebbero favorire enormemente le comunità che abitano la regione e pertanto anche al Paese. In base a quanto riportato da Wikipedia, è grazie alla foresta amazzonica che fa sì che il Perù sia il secondo Paese al mondo per quanto riguarda la diversità di specie di uccelli, ma anche di farfalle e di felci, tutte testimonianze dell'enorme biodiversità [47] che caratterizza la regione. La regione amazzonica peruviana ospita quattro riserve naturali e tre parchi nazionali, oltre a una riserva comunale.

Il blog Perú Hoy riprende un articolo nel quale vengono illustrate [48] le origini di questa grande biodiversità, tutt'ora in fase di studio:

la región amazónica de América del Sur es, probablemente, la de mayor biodiversidad en el planeta y esa riqueza de especies es más antigua de lo que pensaban hasta ahora los científicos, de acuerdo con uno de los artículos que se enfoca en el lento levantamiento de la Cordillera de los Andes. […] se remonta a más de 65,5 millones de años

la regione amazzonica dell'America del Sud è, con tutta probabilità, quella che presenta la più grande biodiversità del pianeta e, secondo quanto riportato da uno studio riguardo al graduale innalzamento della Cordigliera delle Ande, questa ricchezza di specie è molto più antica di quanto gli scienziati abbiano ritenuto fino ad ora […] risale a più di 65,5 milioni di anni

D'altro canto, non si può non menzionare il Rio delle Amazzoni [49] [it] che è il fiume più lungo del mondo e allo stesso tempo quello con la portata d'acqua più grande del pianeta, in cui confluiscono le acque dell'immenso bacino che porta lo stesso nome e che rappresenta un altro primato mondiale. Se da un lato, sono molti quelli che si affannano per includerlo [50] nella classifica delle sette meraviglie del mondo [51], dall'altro la realtà è che quotidianamente il peruviano medio sfrutta l'Amazzonia senza remore e che lo Stato fa molto poco per migliorare questa situazione. Juan Ochoa affronta [52] in parte questo problema nel suo blog:

hemos planteado, en este espacio, el necesario acercamiento a las realidades culturales de nuestros hermanos amazónicos. Que la selva no sea un agregado del Perú, un acápite, un bosquecillo poblado por analfabetos tiraflechas. No. Aquí planteamos que nuestra selva sea considerada la mitad más uno del Perú, que el río Amazonas se convierta en el símbolo peruano del mundo, que las culturas étnicas selvícolas sean apreciadas no con ojos occidentales y que el Perú se enorgullezca de ser tan amazónico como patria del pisco, del ceviche y de los Incas.

In questo spazio abbiamo più volte auspicato la necessità di avvicinarci alle realtà culturali dei nostri fratelli che vivono in Amazzonia. Che la foresta non sia solo un accessorio del Perù, un'appendice, un boschetto popolato da analfabeti che scoccano frecce. No. Qui auspichiamo che la nostra foresta sia considerata la maggioranza del territorio peruviano, che il Rio delle Amazzoni diventi in un simbolo del Perù nel mondo, che le culture native della foresta non siano considerate con occhi occidentali e che il Paese sia orgoglioso di essere amazzonico così come si pregia di essere la patria del pisco [53] [it], del ceviche [54] [it] e degli Inca.

Nel suo blog, César Álvarez Falcón, autore di “Riqueza natural de la nación: la gran paradoja” (La ricchezza naturale della nazione: il grande paradosso) commenta [55] il suo libro:

La gran paradoja del Perú radica en el hecho de que es un país con gran riqueza natural y cultural, y a la vez presenta una secular pobreza estructural en todos sus aspectos. El Desarrollo Sostenible no debe ser ajeno a la realidad, porque la actividad extractiva, sin responsabilidad social ni ambiental, asociada a una gran biodiversidad, puede provocar impactos negativos con efectos no solo en la degradación de los recursos naturales sino en la disminución crítica de las condiciones de vida de la población.

Il gran paradosso del Perù consiste nel fatto che si tratta di un paese che presenta una gran ricchezza naturale e culturale ma che, allo stesso tempo, da secoli è pervaso da una povertà strutturale in tutti i suoi ambiti. Lo sviluppo sostenibile non deve essere separato dalla realtà perché le attività estrattive condotte senza alcuna responsabilità sociale né ambientale, in un territorio caratterizzato da grande biodiversità, possono provocare impatti negativi, con l'effetto non solo di degradare le risorse naturali ma anche di peggiorare le condizioni di vita della popolazione fino a raggiungere livelli critici.

Río Marañón al tramonto. [56]
Il Río Marañón al tramonto. Riserva Nazionale di Pacaya Samiria, regione di Loreto, Perú. [56] Foto di Cyberjuan su Zooomr [25]

Per la stesura di parte di questo post l'autore ha fatto riferimento al testo “La amazonía peruana” di Alberto Chirif e Carlos Mora, pubblicato nel volume XII della collana “Historia del Perú”, edita da Juan Mejía Baca nel 1980.

La carta geografica usata in questo post è stata ripresa dal giselamf05 [57]. Le altre foto sono state scattate personalmente dall'autore.