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Colombia: le comunità indigene a difesa della propria sicurezza alimentare e culturale

Categorie: America Latina, Colombia, Ambiente, Citizen Media, Etnia, Indigeni, Istruzione, Protesta

Diverse le comunità indigene che vanno organizzandosi per proteggere in prima persona la propria sicurezza alimentare [1] [it], in particolare quelle del Territorio del Gran Pueblo. Ciò grazie innanzitutto a iniziative di carattere educativo, in modo che ci si possa nutrire di quanto coltivato negli orti, anziché comprare alimenti costosi e importati, oltre a forme di protesta contro le nuove leggi che limiterebbero l'accesso al latte crudo.

Vegetables [2]

Prodotti coltivati dalle comunità indigene

Questo primo video [es] mostra l'incontro di una comunità nella riserva indigena di Huellas Caloto in cui diversi municipi sono stati invitati a portare piatti elaborati con verdure coltivate nei propri campi. Succo di zucca, zuppa di avena, focaccine di mais [chiamate arepas in Colombia] e altri prodotti sono stati presentati come deliziosi esempi di quanto l'alimentazione dei nativi possa basarsi su ingredienti locali e tradizionali senza ricorrere a alimenti importati.

Nei due video successivi (entrambi in spagnolo) la comunità indigena di Misak viene ritratta insieme ad altre mentre marcia verso Bogotà, in segno di protesta contro la nuova legge che potrebbe rendere illegare la vendita di latte crudo. Per queste comunità, in cui il latte si compra dai vicini e svolge il ruolo di importante supplemento dietetico, rendere illegale il latte crudo significherebbe obbligarli a comprare quello omogeneizzato a prezzi maggiorati e con effetti devastanti sia sui acquirenti che sui produttori. Il titolo dei video è “Il latte nei bidoni non uccide, la fame si.”

Seconda parte [4]:

La preservazione delle acque è un altro dei temi dibattuti dalle comunità: nel video successivo [5] la Scuola di comunicazione del nord della provincia di Cauca [6] [it] ci mostra due diverse situazioni legate alla gestione dell'acqua e le possibili soluzioni individuate dalle comunità. Nel primo caso una donna sta lavando i panni nel fiume e un vicino le commenta gentilmente che in questo modo quanti vivono a valle stanno ricevendo acqua insaponata. La donna si scusa e ammette di non essersi resa conto che le sue azioni danneggiavano qualcun altro, chiederà in famiglia che le costruiscano uno spazio dove poter lavare in modo da non inquinare il fiume. Il vicino le risponde che le daranno volentieri una mano per cercare una soluzione e costruire una sorta di lavello. La seconda scena mostra un pic-nic di un gruppo di turisti sulle rive del fiume, riprendendoli quando si allontanano senza raccogliere la spazzatura. Un membro della comunità indigena si lamenta dell'accaduto, e avvicinandosi raccoglie i rifiuti.

Per saperne di più su analoghe iniziative portate avanti da queste comunità, si può seguire il sito web [7] [es] di ACIN, Asociación de Cabildos Indígenas del Norte del Cauca.