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Costa d'Avorio: dopo la cattura di Gbagbo la violenza non si placa

Categorie: Africa sub-sahariana, Costa d'avorio, Citizen Media, Diritti umani, Governance, Guerra & conflitti, Interventi umanitari, Politica, Protesta

Dalla loro cattura [1], l'11 aprile scorso, foto dell'ex presidente della Costa d'Avorio Laurent Gbagbo [2], di sua moglie e del loro entourage sono circolate sul web e sui giornali di tutto il mondo.

Un'immagine in particolare ha provocato una dura reazione: il giornalista Israël Yoroba, corrispondente per TV5 da Abidjan, ha messo su Facebook questa immagine [3] [fr, come tutti gli altri link]di Simone Gbagbo scattata, pare, il giorno in cui lei e il marito, l'ex presidente, sono stati arrestati:

Simone Gbagbo circondata dalle Forze Repubblicane all'Hotel du Golf a Abidjan, Costa d'Avorio. Foto caricata su Facebook da Israël Yoroba. [4]

Simone Gbagbo circondata dalle Forze Repubblicane all'Hotel du Golf a Abidjan, Costa d'Avorio. Foto caricata su Facebook da Israël Yoroba.

Fino a questo momento in più di 360 hanno commentato questa immagine, che mostra l'ex first lady in una posa umiliante.

Trattamento riservato a un ex presidente

Sob Edry Brice Agbo [5] paragona questo trattamento a quello riservato all'ex leader iracheno, Saddam Hussein:

[…] Regardes comment on traite de façon indigne un president et la premiere dame (ou ex selon certains), ça n'augure pas de meilleur lendemain. La situation actuelle est comparable a celle qui a prevalu en Irak avec Saddam Hussein, sans comparer Laurent Gbagbo à Saddam. Nous connaissons la suite.

[…] Guardate al modo poco dignitoso in cui trattiamo un presidente e la first lady (o ex, secondo alcuni). Questo non fa certo ben sperare in un domani migliore. L'attuale situazione è paragonabile a quella che prevalse in Iraq con Saddam Hussein, senza per questo voler accostare Laurent Gbagbo a Saddam. Sappiamo che cosa accadde.

Arsène Pro-Dally [6] facendo riferimento alle prime parole di Alassane Ouattara, pronunciate dopo l'arresto di Gbagbo, scrive:

Prions qu'on ne tombe pas encore à plus bas que la poussière. Bonjour la réconciliation!

Preghiamo per non cadere di nuovo più in basso della polvere. Benvenuta riconciliazione!

Zon Guiriekpe Michel [7] scrive:

MAMAN SIMONE PARDONNE à TOUS CES MéCRéANTS. LE PEUPLE EST MEUTRIE DANS SA CHAIR PAR LES AGGISEMENTS DE CES DERNIERS QUI NE CONNAISSENT PAS LA VALEUR D UNE FEMME ET SURTOUT D'UNE PREMIERE DAME

Madre Simone perdona questi malfattori. Gli ivoriani si sentono feriti dalle azioni di coloro che non conoscono il valore di una donna, ancora di più quando questa è una first lady.

Altri netizen ritengono che Ggabo e sua moglie meritino il trattamento che a loro viene riservato in queste ore, a causa di tutte le atrocità di cui si sono macchiati durante il periodo in cui sono stati al potere.

In reazione ad un articolo pubblicato dal blogger Guy Kouassi [8] intitolato ‘Ho pianto (J'ai pleuré), Roma commenta:

[…] Il mérite ce qu'il mérite…arrêtez de nous distraire en jouant les sentimentalistes. Ces milliers de morts inutiles ne reviendront plus jamais. Par contre, lui il a la chance de vivre. Je le préfère humilié mais en vie au lieu de la tuerie atroce de Guéi Robert lorsque Koudou a pris le pouvoir en 2000.

[…] Laurent Gbagbo merita quello che si merita… basta cercare di distrarci giocando la carta dei sentimenti. Le migliaia di persone morte non torneranno più indietro. Al contrario, lui ha la possibilità di vivere. Preferisco Gbagbo umiliato ma vivo piuttosto che l'orribile massacro di Guéï Robert [9] quando Koudou [Gbagbo] prese il potere nel 2000.

Violazione dei diritti umani a Abidjan

L'arresto di Laurent Gbagbo non ha messo fine al conflitto in Costa d'Avorio. Il nuovo sito Abidjan.net [10] ha pubblicato un articolo dell’Associated Press che riporta le atrocità commesse dai sostenitori di Alassane Ouattara contro Gbagbo e i suoi fedeli.

Il gruppo Facebook La majorité Présidentielle [11], che raccoglie 10,496 sostenitori di Gbagbo, ha postato una serie [12] di foto recenti riprese ad Abidjan, la capitale economica della Costa ‘Avorio e principale città del Paese. Le immagini, scattate nell'area Riviera, mostrano studenti e giovani uomini sospettati di far parte del Movimento Giovani Patrioti di Gbagbo:

Atmosfera di terrore a Riviera, Abidjan. Foto tratta dalla pagina Facebook di La Majorité Présidentielle. [13]

Atmosfera di terrore a Riviera, Abidjan. Foto tratta dalla pagina Facebook di La Majorité Présidentielle.

Studenti e passanti scambiati erroneamente per i Giovani Patrioti di Ggabo. Foto ripresa dalla pagina Facebook di La Majorité Présidentielle. [14]

Studenti e passanti scambiati erroneamente per i Giovani Patrioti di Ggabo. Foto ripresa dalla pagina Facebook di La Majorité Présidentielle.

Nella foto successiva viene ripreso Koné Zakaria, ex comandante del reggimento ribelle di Guillaume Soro [primo ministro di Alassane Ouattara], considerato uno dei protagonisti delle violenze in atto:

Koné Zakaria durante un atto di violenza. Foto tratta dalla pagina Facebook di La Majorité Présidentielle. [15]

Koné Zakaria durante un atto di violenza. Foto tratta dalla pagina Facebook di La Majorité Présidentielle.

Amnesty International già a partire dal 12 aprile ha denunciato [16] le rappresaglie compiute dalle forze fedeli a Alassane Ouattara, ora presidente della Costa d'Avorio.

Questo post fa parte del nostro Speciale Proteste in Costa d'Avorio 2011 [17]