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Cuba: Confronto nella blogosfera sulle proposte di riforma dei fratelli Castro

Categorie: America Latina, Cuba, Citizen Media, Libertà d'espressione, Migrazioni, Politica

La blogosfera cubana fornisce, a quella minoranza della popolazione che riesce ad accedervi, uno spazio in cui è possibile scambiere idee e comunicare. La settimana appena trascorsa è stata ricca di dibattiti: i fratelli Castro hanno tenuto il primo Congresso del Partito Comunista dal 1997 (teoricamente previsto ogni cinque anni) dove hanno annunciato, tra l'altro, l'introduzione di limiti nella durata dei mandati delle cariche pubbliche.

Sabato 16 aprile è stata organizzata una parata per commemorare la vittoria cubana nella “Baia dei Porci” [1] [it]. Yoani Sanchez l'ha osservata dal tetto di casa sua [2] [es]:

Me subo a la azotea para ver la coreografía de la guerra en toda su extensión. Mal van las cosas si el congreso del PCC comienza con esta procesión de bayonetas. Si realmente se quisiera dar una imagen de reformas, no serían estos uniformes de verde olivo los que se exhibirían en la jornada del sábado 16 de abril. ¡Cuánto desearíamos que ocurriera ese día una peregrinación de resultados, no de miedos!

Salgo sul tetto per assistere alla coreografia della guerra nella sua interezza. Se il congresso del PCC comincia con questa sfilata di baionette, significa che le cose vanno male. Se si volesse realmente dare una immagine nuova, riformatrice, non dovrebbero essere queste uniformi verde oliva a esibirsi nella giornata del 16 aprile. Quanto vorremmo che questo giorno fosse dedicato ai risultati, e non alla paura!

Anche El Yuma era presente, e ha scritto [3] [en, come tutti i link tranne ove diversamente segnalato]:

Come è d'abitudine in queste dimostrazioni di orgoglio nazionale e rivoluzionario i lavoratori statali sono stati radunati nel centro della città ben prima dell'alba, con delegazioni di aziende, municipalità, scuole e università. C'è stata una vasta partecipazione, i cubani di ogni estrazione sociale sono accorsi a dimostrare la loro fedeltà alla rivoluzione e a ribadire la loro appartenenza socialista, nonostante (o forse proprio a causa de) la minaccia incombente di un'ondata di licenziamenti nel settore statale e la conseguente paura di perdere il lavoro.

Cartellone propagandistico a Cuba [4]

Cartellone propagandistico a Cuba. Immagine di STML, ripresa da Flickr. Pubblicata con licenza Creative Commons BY-NC-ND 2.0

L'annuncio di una nuova dirigenza

Dalla parata ci si poi è spostati al meeting del partito dove si sono tenuti discorsi e sono state dibattute le nuove linee politiche, comprese le novità al vertice. L'annuncio più importante fatto al congresso è stata forse la proposta di introdurre un limite temporale ai mandati politici [5].

Ma come fa notare  Uncommon Sense [6] i limiti ai mandati presuppongono libere elezioni. Il blogger insinua che con questo annuncio Raul Castro vorrebbe far capire che le elezioni sono in programma, anche se non c'è ragione di credere che ciò possa realmente accadere. Dopotutto,

Le dichiarazioni di Raúl Castro dimostrano che il suo mandato e quello di suo fratello sarebbero scaduti da tempo.

Insieme alle dichiarazioni sui mandati è stato annunciato anche qualche novità nella dirigenza del partito, incluso un tentativo di ringiovanimento. Ma, come evidenziato [7] dal blog Babalu, i “volti nuovi” annunciati al congresso di questa settimana in realtà non sono poi così giovani.

Yoani Sanchez ha testimoniato [8] [es] il generale scetticismo che circonda il congresso e i possibili cambiamenti a cui dovrebbe portare:

También desternillarse puede resultar una medicina preventiva para evitar las decepciones que sobrevendrán. Quizás por esa razón, cada vez que pregunto a alguien acerca de las posibles reformas que brotarán del sexto congreso del PCC, me responde con una risita, con un “jijiji” de tono irónico. Acto seguido se encojeencoge de hombros y suelta una frase como “bueno, no hay que hacerse ilusiones… va y a lo mejor autorizan comprar casas y autos

Riderci sopra può essere una cura preventiva per evitare la delusione che verrà. Forse è per questo che ogni volta che domando a qualcuno cosa pensa delle possibili riforme che verranno fuori dal VI Congresso del Partito Comunista Cubano questi mi risponde con una risatina dal tono ironico e, alzando le spalle: “beh, non c'è da farsi illusioni… vediamo, magari ci permetteranno di comprare case e macchine.”

Spostare l'impiego dal settore pubblico a quello privato

Lo stesso scetticismo riferito alle dichiarazioni sui limiti di mandato viene rivolto anche alle annunciate riforme nell'economia cubana. 1 Click 2 Cuba scrive [9]:

Le proposte del Sig. Castro potrebbero rappresentare i più importanti cambiamenti dalla nazionalizzazione dell'economia avvenuta nel 1968, anche se è chiaro che lui e i suoi assistenti stanno faticando a stabilire un piano che non venga percepito come il fallimento del socialismo.

Questo sentimento viene espresso chiaramente anche nel blog [10] di Tomas Estrada Palma (residente negli USA):

Ricapitolando amici, vi prego di non permettere ai capitalisti di sfruttarvi in questo modo. In questo momento Raúl vi sta vendendo, voglio che lo capiate. All'inizio ne godrete i frutti, ma a lungo andare questo modello economico non sarà sostenibile. Più ricchezza creerete e più ve ne verrà rubata. Non preferite la libertà, semplicemente essere padroni di voi stessi e vivere dei frutti del vostro lavoro?

Anche coloro che non difendono strenuamente il socialismo appaiono prudenti. Un articolo sul giornale online Diario de Cuba [11] [es] entra nei dettagli della strategia che punta a incentivare l'imprenditoria (l'altra grande riforma annunciata di recente) e si pone un ragionevole dubbio:

Cifras oficiales pronostican que en 2015 el 50% de los cubanos trabajará en el sector privado. Esto significa que la mitad de la población activa se dedicará a los pocos oficios autorizados…Despreocupado de una amenaza así, el Partido Comunista de Cuba parece solamente interesado en la gobernabilidad de un país de lechugas y paladares.

Stime ufficiali prevedono che nel 2015 il 50% dei cubani lavorerà nel settore privato. Questo significa che metà della popolazione attiva si dedicherà alle poche attività autorizzate… Non preoccupato da ciò, il PCC sembra solo interessato al governo di un Paese di contadini e paladares [12] [es] (così vengono generalmente chiamati i piccoli ristoranti privati a conduzione a Cuba).

La disillusione scatena le proteste nelle piazze?

Il blogger Uncommon Sense nota [13] che sulla scia del congresso potrebbe essere più incoraggiata e/o motivata a scendere in piazza.

Quattro donne cubane, usando il nome di Rosa Parks come vessillo, sono scese in piazza rivendicando più diritti e libertà [14] [es]… le donne, esponenti del Movimento Femminista per i Diritti Civili “Rosa Parks”, hanno marciato per Santa Clara gridando slogan come, “La piazza appartiene al popolo!” “Abbasso i Castro!” e “Non vogliamo fame, vogliamo libertà!”…

Queste donne sono state “scortate” da un manipolo di castristi, mentre l'attivista Sarah Martha Fonseca, nel pomeriggio di lunedì 18 aprile, è stata prima malmenata, e poi arrestata [15] [es], presumibilmente per aver esposto un cartello che diceva [16]: “Abbasso il Partito Comunista” di fronte a casa sua.