- Global Voices in Italiano - https://it.globalvoices.org -

Russia: continuare a pagare l'impegno intellettuale degli studenti?

Categorie: Europa centrale & orientale, Russia, Citizen Media, Giovani, Istruzione, Scienza, RuNet Echo

Dopo che lo scorso 19 gennaio un assistente del presidente russo Dmitry Medvedev ha dichiarato [1] [ru, come tutti i link successivi] che la Russia dovrebbe abolire la retribuzione agli studenti universitari, i blogger, le famiglie e i rettori hanno cominciato a protestare furiosamente, appellandosi al governo affinché non tagli i fondi alle università.

L'assistente, Arkady Dvorkovich, spesso descritto come “il braccio destro di Medvedev”, ora dichiara che le sue parole sono state interpretate fuori contesto.

Ecco quanto ha dichiarato Dvorkovich in un'intervista rilasciata al sito d'informazione Gazeta.ru:

Если мы все считаем, что всего нужно добиваться своим трудом, что работать должно стать модным, нужно отменить стандартные стипендии у студентов, потому что это неправильный сигнал, что ты за сам факт своей учебы получаешь компенсации […]

Se vogliamo far passare il concetto che tutto va conquistato con il proprio sudato lavoro, che il lavoro [per guadagnarsi da vivere] debba diventare un valore diffuso, dobbiamo togliere di mezzo gli stipendi generalizzati che si concedono agli studenti, perché sarebbe un segnale sbagliato essere ricompensati per il solo fatto di studiare […]

I suoi commenti hanno dato la stura a un vero e proprio dibattito: le università russe devono pagare stipendi? Gli studenti possono davvero vivere con il sussidio mensile? Qual è lo status degli studenti “stipendiati” rispetto ai titolari di borse di studio? Chi dovrebbe essere pagato e quanto?

Attualmente le università più costose della Russia si trovano a Mosca. Secondo l'agenzia stampa internazionale RIA Novosti [2], un anno fa le scuole più costose erano il dipartimento di Economia e Management dell'Università Statale di Mosca, che costava dai 6.700 ai 10.000 dollari all'anno, e l'Istituto Statale di Mosca per le Relazioni Internazionali, che si aggirava intorno ai 10.000 dollari all'anno. Certo, ci sono tante università molto più abbordabili, tra i 1.000 e 3.360 dollari di retta annuale. La retribuzione media a Mosca si aggira intorno ai 1.440 dollari al mese.

La blogger Kichanova [3], che si autodefinisce una “libertaria”, riprende un'argomentazione di Rousseau, sostenendo che con l'abolizione degli stipendi universitari, il governo verrebbe di fatto a meno al  “contratto sociale” con i cittadini russi.

С одной стороны, государство не должно заниматься перераспределением благ, потому что это, как ни крути, сводится к воровству. С другой – если оно собирает налоги и берет на себя какие-то социальные обязательства, имеет смысл требовать с него исполнения этих обязательств как своей части социального контракта. Да, так называемый “общественный договор” – обман, потому что навязан гражданам государством, то есть договором ну никак не является. Но именно граждане имеют моральное право либо не соблюдать свою часть этого якобы контракта, либо требовать от государства выполнения своей части (а не наоборот). Поэтому предлагаю рассматривать две позиции: либо человек отказывается платить налоги и что-либо получать от государства, либо платит и, соответственно, имеет право получать.

Da un lato, il governo non dovrebbe occuparsi della redistribuzione della ricchezza, perché questo, comunque la vedi, conduce al furto. Dall'altro, se il governo raccoglie le tasse e si assume certi obblighi verso la collettività, ha senso pretendere che questi obblighi coincidano con l'adempimento del contratto sociale. Certo, il cosiddetto “contratto sociale” è un inganno, perché è imposto ai cittadini dal governo, cioè non si tratta affatto di un accordo. Ma sono i cittadini che hanno il diritto morale o di non adempiere alla propria parte del presunto “contratto”, o di pretendere che sia il governo a tener fede ai propri obblighi (e non il contrario). Per questa ragione, suggerisco di considerare due possibili prese di posizione: o una persona si rifiuta di pagare le tasse e non riceve niente dallo stato, oppure le paga e conseguentemente ha diritto a ricevere.

Tatyana Tolstaya [4], famosa scrittrice russa, ha osservato che l'attuale restribuzione corrisposta agli studenti è, come quella dei suoi tempi, appena sufficiente a coprire i costi di studio e delle spese spicciole.

Неприятный цинизм проявил Дворкович. Конечно, нынешние “стипендии” – курам на смех: что такое, в самом деле, 1100 р. в мес.? Обычный совок: помню, когда я поступил в МГУ, у меня на первом курсе была стипендия 40 р. в мес. – деньги, прожить на которые в позднем совке было невозможно, как мы шутили, “на 1-2 часа”. И вот нынешние 1100 р. – тоже на 1-2 ч.

Dvorkovich ha dimostrato uno sgradevole cinismo. Certo, gli “stipendi” di oggi fanno ridere i polli: che cosa sono davvero 1.100 rubli (37 dollari) al mese? Il solito sovieticume che si ripete: mi ricordo che quando sono stata ammessa all'MGU (Università Statale di Mosca), il primo anno ricevevo 40 rubli al mese, soldi con cui era impossibile vivere, così scherzavamo tra noi, “per più di una o due ore”. E con quelli di adesso, 1.100 rubli, ci campi lo stesso una o due ore in tutto.
Università Statale di Mosca [5]

Università Statale di Mosca, foto di Bastien Vaucher

L'argomento principale di Dvorkovich (che gli studenti debbano lavorare durante l'università per acquisire competenze pratiche) è stato attaccato da critici che sostengono che gli studenti non devono distrarsi dal percorso di studi preoccupandosi di come sbarcare il lunario. Nell'editoriale del quotidiano russo Rosbalt [6], Ivan Preobrazhensky, analista e consulente politico, suggerisce un diverso criterio di distribuzione degli stipendi, non più elargiti a tutti gli studenti russi, ma assegnati come borse di studio per merito, a favore di studenti che conseguono brillanti risultati sportivi o di studio.

La blogger “Devnik Neprod [7]”, 51 anni, madre di tre ragazzi che hanno fatto tutti l'università, riconosce che mentre alcuni studenti sono “mantenuti da mamma e papà”, famiglie come la sua hanno fatto grande affidamento sul sostegno governativo.

Конечно, я не против того, чтобы молодые люди во время учебы подрабатывали (если смогут найти такую подработку, не слишком мешающую учёбе). Но лишать студента всякой помощи со стороны государства, даже такой мизерной? Лишать всякого стимула хорошо учиться? Ведь стипендию платят только хорошистам и отличникам (в большинстве вузов). Ясно, что некоторым “деткам” такая стипендия ни к чему. Им мама с папой любые денежки отвалят, только попроси. Поэтому они и на учёбе не напрягаются, и работать не спешат. Так я не о них.

Certo non sono contraria al fatto che i giovani facciano dei lavoretti mentre sono all'università (se riescono a trovare un tipo di impegno che non comprometta il loro corso di studi). Ma privare gli studenti di qualsiasi aiuto da parte del governo, anche di un aiuto tanto misero? Privarli di qualsiasi stimolo a studiare bene? Perché in effetti lo stipendio lo pagano soltanto ai più diligenti e a chi ha la media più alta (questo nella maggior parte delle università). Chiaro che alcuni “bamboccioni” non se ne fanno niente dello stipendio. Basta solo chiedere a mamma e papà e si aprono i cordoni della borsa. Per questo non si dannano così tanto a studiare, e non si affrettano neanche a cercarsi un lavoro. Io non parlo di quelli.

“Devnik Neprod” spiega che in media gli studenti (cita la somma ricevuta da ciascuno dei suoi figli e come la sua famiglia si sia arrabattata per pagare l'università) non sono in grado di permettersi le rette accademiche e privarli dello stipendio comprometterebbe per molti di loro la continuazione degli studi.

Mentre il ragionamento di Dvorkovich si baserebbe sul fatto che gli studenti che si iscrivono all'università per percepire uno stipendio stanno danneggiando la qualità del sistema accademico, la Tolstaya controbatte [4] [RUS] che il vero problema è costituito da questo sistema di “studenti sponsorizzati” dalle famiglie che accedono all'università non per via del test d'ingresso, ma semplicemente perché possono permettersi di pagare la retta.

Мне вообще кажется, что “платность” окончательно убивает наше высшее образование, попросту лишая его смысла. Дело в том, что на практике студент-“платник” чувствует некий “иммунитет”: он может учиться через пень-колоду – никто и никогда его не отчислит и “двойку” не поставит, так как для ВУЗа он – источник дохода. А что за образование, если ты знаешь, что тебя, как бы ты ни учился, никогда не отчислят? Это профанация. Наши ВУЗы бессмысленны уже хотя бы потому, что 70% учащихся в них лишь “отбывают номер”…

A me sembra che “il sistema a pagamento” stia davvero uccidendo il nostro sistema di studi superiori, semplicemente minandone il significato stesso. Il fatto è che in pratica lo studente “che paga” si sente di aver con ciò acquisito una specie di “immunità”: può studiare anche saltuariamente e nessuno gliene verrà a chiedere conto o gli metterà un brutto voto perché per l'università costituisce una fonte di reddito. E qual è il senso dell'educazione se sai che anche studiacchiando appena, nessuno ti butterà mai fuori da lì. E’ una mistificazione. Le nostre università sono già insensate, perché il settanta per cento degli studenti stanno solo lì “a scaldare la sedia”…

Qualche giorno dopo, Dvorkovich è entrato di nuovo nella mischia [8] per difendere la sua posizione. Ha puntualizzato che le sue parole erano state estrapolate dal contesto e che non stava premendo per l'abolizione totale degli stipendi. Il sistema, ha argomentato, andrebbe invece ristrutturato per orientare gli studenti verso il mondo professionale e non per “starsene seduti a seguire lezioni e seminari dieci ore al giorno”. La sua retorica è stata marcatamente attenuata rispetto alle sue precedenti esternazioni.

Стипендии нужно платить тем, кто делает все это. Либо гранты. Можно называть это по-разному. Главное, чтобы они были не за факт нахождения в вузе и даже не за получение просто хороших оценок, а за серьезную работу, которая включает в себя и учебу, и практическую деятельность.

Agli studenti che fanno tutto questo si dovrebbero pagare gli stipendi. O magari borse di studio, possiamo anche dargli un nome diverso. L'importante è che non siano elargiti soltanto per il fatto che uno studente frequenta l'università o prende buoni voti, ma per un lavoro serio, che include sia lo studio che un'attività pratica.

Mentre continua il dibattio e l'aumento dello stipendo si discute, o si lascia cadere, nella Duma (il Parlamento russo), si può star certi che i blogger russi continueranno a lanciare e rilanciare la conversazione  nei loro post. Anche se, come suggerisce [9] il blogger Ilya Zhuravlev, presumibilmente non sarà presa alcuna decisione fin dopo l'esito delle elezioni presidenziali del 2012.

Идея с отменой стипендий – пробный шаг, надо ведь посмотреть – как “отреагирует пипл”. Убежден, в период выборных кампаний 2011-2012 годов подобные нововведения приниматься не будут. Почему? Я думаю понятно всем. Выборы.

L'idea di abolire gli stipendi agli studenti universitari è un primo passo per sondare la reazione della gente. Sono sicuro che nel periodo della campagna elettorale 2011-2012 innovazioni del genere non saranno introdotte. Il motivo? Credo sia chiaro a tutti. Le elezioni, appunto.