Arsham Parsi è il fondatore e direttore dell’ Iranian Queer Organization [1] [en, come gli altri link eccetto ove diversamente indicato] con base a Toronto, Canada. Nel 2008 ha dichiarato [2] a Global Voices: “Internet per noi è stato un dono”.
Quest'anno, il 17 maggio, Giornata Internazionale contro l'Omofobia e la Transfobia [3], molti iraniani hanno usato un'altra volta questo “dono” per far sentire le loro voci dando il via a una campagna chiamata “We are everywhere” [4] [Siamo dappertutto] attraverso YouTube, Facebook e nei blog di tutto il mondo contro l'omofobia.
In Iran, l'omosessualità è punibile con la morte.
Il blogger iraniano Pesar (“ragazzo”, in persiano) scrive [5] [fa]:
Oggi è la giornata internazionale contro l'omofobia. Sono felice di vedere che molti blogger hanno pubblicato post e aggiornato i loro siti oggi. Spero che un giorno questo genere di discussioni trovi posto nei principali media, e non sia confinata al mondo cyber. Spero che un giorno, quando dirò di essere gay, nessuno mi accuserà di essere un peccatore né mi maltratti.
We Are Everywhere
Su Facebook [4] molti iraniani hanno apertamente dichiarato la propria omosessualità senza nascondere il proprio viso.
In un altro video, Shokoofe, lesbica, dice [fa]:
La mia esperienza queer iniziò con l'innamoramento, e credo che chiunque possa provare una cosa simile in questo mondo. La cosa strana fu che la gente intorno a me pensava che si trattasse di uno scherzo, mentre io soffrivo. La cosa più dolorosa è non essere in grado di comunicare con le persone che ti stanno vicino. Io potevo parlare, ma loro non riuscivano a sentirmi. Penso che possiamo vivere in un mondo migliore, dove essere innamorati di una persona non porti alla morte. Spero che i nostri giorni avranno un sole, un arcobaleno, e amori di cui si possa parlare senza paura.