Il 21 di aprile il quotidiano nazionale La Jornada [es, come per tutti gli altri link eccetto dove indicato] ha fatto sapere che in parlamento si stava prospettando un negoziato poco trasparente per far approvare la riforma alla legge vigente sulla sicurezza nazionale [qui il PDF completo in spagnolo]. Secondo diverse associazioni per i diritti umani, analisti, avvocati e anche alcuni politici, se la riforma venisse approvata si renderebbero legali gli abusi da parte dell'esercito sulla popolazione in nome della sicurezza nazionale.
La proposta in fase di discussione in Parlamento. Su America’s Program [en] si legge:
La camera dei deputati messicana ha fatto sprofondare il Paese in uno stato di polizia. La riforma della legge di sicurezza nazionale, al momento in attesa di approvazione nella Camera bassa, assegnerebbe poteri militari all'esecutivo e limiterebbe la supervisione del congresso rispetto all'attività militare nazionale. Garantirebbe al presidente Felipe Calderón il potere di dichiarare lo stato d'emergenza senza richiedere l'approvazione del Parlamento e il ricorso unilaterale dell'esercito contro qualsiasi gruppo venga considerato “una minaccia per la sicurezza nazionale.”
Il Senatore Tomás Torres del PRD (Partito della Rivoluzione Democratica [it]) ha dichiarato che questa legge significa un “colpo di Stato legalizzato”.
Alcuni utenti di Twitter si sono rapidamente organizzati contro la proposta di riforma, distribuendo informazioni sulle caratteristiche dell'iniziativa in modo da mettere in allerta la maggior quantità di gente possibile. @diegoegh ha rapidamente elaborato una lista con tutti i link dei rilanci mediatici relativi alla #LSN (Ley de Seguridad Nacional) e @asesorpolitico ha raccolto in un post (basato su Storify) diversi importanti articoli e opinioni di esperti.
Online è già attiva la raccolta di firme indirizzata al Parlamento di cittadini che si oppongono alla riforma.
La Red Nacional de Organismos Civiles de Derechos Humanos ha pubblicato una lettera aperta [qui il PDF in spagnolo] rivolta a senatori e deputati chiedendo che si apra una discussione pubblica sul testo della riforma, ricordando quali sono i costi della guerra alla droga in Messico:
Las quejas presentadas ante la Comisión Nacional de Derechos Humanos (CNDH) por violaciones de derechos humanos por parte de militares se han incrementado en un 1,000% entre 2006 y 2009 […] De diciembre de 2006 a finales de 2010, el propio Gobierno Federal contabilizó un número de 34 mil 612 ejecuciones en el contexto de la llamada “guerra contra la delincuencia organizada”.
L'attivista dei diritti umani Jesús Robles Maloof, collaboratore del blog Nexos, ha scritto un post dal titolo “Chi sono i nemici di questo paese?”, in cui spiega come il progetto di legge potrebbe arrivare a considerare i pacifici manifestanti una “complicazione” per la sicurezza nazionale e in seguito criminalizzare la libertà d'associazione, i diritti privati e la libertà d'espressione.
Sul blog Red por la Paz y la Justicia si legge:
No a la reforma de esta ley que legaliza la violación sistemática a nuestras libertades y garantías fundamentales.
Manuel García Estrada ha pubblicato una lettera che ha inviato al Congresso insieme a 500 indirizzi email di senatori e deputati, chiedendo alla gente di esigere che il governo fermi la #LSN.
Javier Briseño scrive su Blog On the Go:
Molti mettono in discussione questa legge perchè tutto ciò che viene fatto in fretta da cattivi risultati, e nel caso specifico dare al nostro esercito la funzione che svolge la polizia è un'assurdità perchè l'esercito ha alcuni limiti d'azione.
Javier Sicilia, un poeta alla guida del movimento pacifico [en] che chiede la fine della guerra e della violenza nel Paese, noto come @estamoshastalamadre (“siamo arcistufi”), mercoledì 27 aprile si è presentato in Parlamento insieme a altri noti attivisti per chiedere ai parlamentari di modificare la proposta di legge.
Durante la giornata è apparso su Milenio TV per parlare della #LSN per spiegare il perchè del loro rifiuto alla legge, ricordando alla gente che per l'8 di maggio era prevista una grande manifestazione in Messico e in varie parti nel mondo:
L'avvocato Rafael Robles Scott scrive su Guru Político :
Queda abierta la posibilidad de la creación de sistemas de informantes dentro de las mismas estructuras del crimen organizado, la de las negociaciones de sentencias o beneficios para delincuentes a cambio de información para el gobierno, lo que estás comprobado es una forma de corroer las estructuras democráticas de los sistemas de procuración de Justicia[..]
Amnesty International si è pronunciata contro la #LSN.
Il PRI (Partito rivoluzionario istituzionale [it]) ha ribadito il deciso appoggio alla legge, e il suo principale sostenitore Alfonso Navarrete, ha cercato di negoziare la legge prima della chiusura della legislatura, il 30 di aprile. Josefina Vázquez Mota del partito presidenziale ha diffuso questo tweet mercoledì 27 aprile:
Hoy en la Cámara, los @diputadospan seguiremos buscando los consensos necesarios para la aprobación de la Ley de Seguridad Nacional.
Il blog d'informazione Animal Politico ha anche pubblicato i nomi e le dichiarazioni di molti politici che sostengono la #LSN.
Grazie alla pressione e alla massiccia opposizione della società messicana alla #LSN, la riforma è stata temporaneamente “congelata”.
La rivista Emet racconta che da adesso è scattato un conto alla rovescia di 90 giorni per la nuova formulazione della #LSN che verrà discussa da esperti, società civile e organizzazioni.
In ogni caso i cittadini messicani rimarranno all'erta fino a quando la riforma non verrà rigettata.