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Bangladesh: accordo con ConocoPhillips, politica dell'energia o svendita dell'interesse nazionale?

Categorie: Asia meridionale, Nord America, Bangladesh, U.S.A., Ambiente, Governance, Politica, Protesta

Il Bangladesh ha grandi riserve di gas naturale, nonché petrolifere, che accentrano l'attenzione di molte aziende energetiche internazionali. Un recente Contratto di Produzione Congiunta (PSC, nella sua sigla in inglese) [1] [en] fra il governo del Bangladesh e il gigante energetico statunitense ConocoPhillips per l'esplorazione di gas nelle acque profonde (offshore) ha scatenato un dibattito rinnovato nel Paese.

Il Bangladesh, che è un Paese densamente popolato con povere infrastrutture, è affamato di energia e dunque ci sono cittadini contrari all'esportazione delle sue risorse naturali. Gli attivisti del Comitato Nazionale per la Protezione del Gas, Greggio, Risorse Minerali, Energia e Porti (NCPOGMR, nella sua sigla in inglese) hanno avviato una campagna nel Paese per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla questione.

Una delle attiviste, Rahnuma Ahmed, scrive [2] [en]:

C'è una crescente sensibilizzazione nazionale sulla questione della proprietà sulle risorse naturali; sui termini in cui vengo firmati i contratti di divisione produttiva con le aziende petrolifere internazionali (IOC); un crescente sospetto che l'esportazione del gas estratto non sia la maniera migliore per risolvere il deficit energetico del paese. Più precisamente, della falsità nel ragionamento del governo sul perché i blocchi di gas debbano essere, per forza, dati in locazione alle aziende multinazionali. In termini generali di per sé la classe dirigente nazionale, indipendentemente del partito politico al governo, dovrebbe agire nell'interesse della nazione, del suo popolo.

Una protesta organizzata dal NCPOGMR contro gli affari del gas offshore tra il governo del Bangladesh e la ConocoPhillips si è svolta a Dhaka. Foto di Shuvra Kanti Das, copyright Demotix (14/06/11). [3]

Una protesta organizzata dal NCPOGMR contro gli affari del gas offshore tra il governo del Bangladesh e la ConocoPhillips si è svolta a Dhaka. Foto di Shuvra Kanti Das, copyright Demotix (14/06/11).

Il 16 giugno scorso, ConocoPhillips ha firmato un accordo col governo del Bangladesh per l'esplorazione di gas e greggio in due blocchi nelle acque profonde (offshore) della Baia del Bengala, coprendo un area di 5.158 metri quadri. Due giorni prima della firma (il 14 di giugno) la polizia ha brutalmente represso i membri del NCPOGMR, i quali s'erano mobilitati contro il suddetto accordo, denunciando la corruzione e anche il fatto che la participazione del governo del Bangladesh fosse soltanto del 20%.

ShahidulNews riporta [4] [en]:

La polizia ha bloccato la manifestazione presso il Segretariato e ha caricato contro i contestatori quando cercavano di avvicinarsi alle barricate. La scrittrice e antropologa Rahnuma Ahmed è stata uno dei diversi manifestanti feriti durante i confronti.

Il blogger Molla Nasiruddin Hojja scrive [5] [ben]:

Rahnuma Ahmed ferita. Foto su cortesia di ShahidulNews. [4]

Rahnuma Ahmed ferita. Foto su cortesia di ShahidulNews.

 

আমি পত্রিকায় প্রকাশিত রেহনুমা আহমেদের ছবি দেখেছি, যিনি আসলে এক সময় জাহাঙ্গীর নগর বিশ্ববিদ্যালয়ের নৃবিজ্ঞনা বিভাগের শিক্ষিকা ছিলেন। তার মাথা দিয়ে রক্ত পড়ছে এবং মুখ রক্তে ভেসে গিয়েছে। কেন সরকার এমনটা করল। এটা ছিল একটা শান্তিপুর্ণ প্রতিবাদ এবং তারা তো অন্য রাজনৈতিক দলগূলোর মত নয়, বহুজাতিক কোম্পানী এবং সরকার মনে হচ্ছে রক্ত চায়। কিসের জন্য, তেল আর গ্যাসের জন্য, সত্যিকারের রক্তের দাম কয়লা, তেল আর গ্যাসের চেয়ে কম।

Ho visto le foto di Rahnuma Ahmed, che è stata professoressa di Antropologia all'Università di Jahangirnagar. Il sangue fluisce dalla sua testa inondando il suo viso. Perchè il governo ha fatto questo? Questa era una protesta pacifica e loro non sono come altri partiti politici violenti. Sembra che le imprese multinazionali e il governo vogliano sangue. A che scopo? greggio e gas. Questa è la verità, il sangue vale meno che il carbone, il greggio e il gas.

Il giornalista e blogger Arafatul Islam scrive in un post tittolato “Rahnuma insanguinata, Diritti Umani azzoppati [6]” [ben]:

তিনি কোন রাজনীতিবিদ নন৷ একটি স্বাধীন দেশের নাগরিক হিসেবে স্বাধীনভাবে নিজের মতামত প্রকাশের চেষ্টা করেছিলেন মাত্র৷ ইস্যু কনোকো ফিলিপসের সঙ্গে সরকারের বিতর্কিত চুক্তি৷ আপা মনে করেন, দেশের প্রাকৃতিক সম্পদ ভুলভাবে তুলে দেওয়া হচ্ছে বিদেশিদের হাতে৷ এজন্যই প্রতিবাদ৷ এমন প্রতিবাদীর উপর যখন কোন দেশের নিরাপত্তা বাহিনী নির্বিচারে হামলা চালায়, তখন মেনে নিতে হয়, সেই দেশে আসলে ‘গণতন্ত্রের প্রকৃত চর্চা’ নেই৷ সভ্য দেশের কোন গণতান্ত্রিক সরকার এভাবে মানুষের কণ্ঠস্বরকে চেপে ধরতে পারেনা৷

Lei non è un'attivista politica, voleva soltanto esprimere le sue opinioni come cittadina di un Paese indipendente. La questione è il controverso accordo tra la ConocoPhillips e il governo del Bangladesh. Crede che le risorse naturali del Paese siano state concesse a un'impresa straniera senza un'adeguata considerazione, da cui la protesta. Quando la polizia reprime in modo così brutale una manifestazione, si deve ammettere che non c'è una pratica di vera democrazia nel paese. Un governo democratico di un Paese civilizzato non può soffocare cosi la voce del popolo.

Ci sono anche delle opinioni alternative. Sultan Mohammed Zakaria definisce queste proteste [7] [en] come il fallimento delle politiche di sinistra nel Bangladesh. Il blogger argomenta:

[..] Dalle dichiarazioni fatte dal Ministero del governo interessato, dagli alti funzionari e dagli esperti in energia indipendenti (non marxisti), intendiamo che il contratto va bene e soddisfa gli standard internazionali. Quindi, le speculazioni della sinistra non hanno gioco e hanno spesso dimostrato di schierare molte logiche che non esistono nel contratto.

[..] La questione dei diritti di concessione, su cui Anu Muhammad e la sua squadra arguiscono che il Bangladesh otterrà soltanto il 20%, è stata smentita dal Segretario dell'Energia, il quale ha al contrario detto che il Bangladesh otterrà il 45% della partecipazione nella fase di recupero dei costi e che questa salirà naturalmente una volta i costi siano recuperati. Comunque, otterrebbe il 20% solo nel caso in cui il Bangladesh declinasse di acquistare il gas esplorato e la Conoco dovesse esportarlo per il recupero dei costi, ecc.

Il blogger Dinmozur in un post precedente [8] [ben] ha in particolare evidenziato, tra i termini del PSC, che il Bangladesh dovrà acquistare il gas al prezzo di mercato e secondo i termini dell'azienda esploratrice. Siccome non c'è limite per l'esplorazione, il gas sarà esplorato al massimo e il Bangladesh non potrà a un certo momento acquistare oltre le sue necessità. Dunque la riserva sarà esaurita presto e la maggior parte del gas sarà esportato, lasciando incerto il futuro del Bangladesh.

Un commentatore al post di Dinmojur [8] [ben] dice:

আমাদের দেশে এত গ্যাস সংকট থাকা সত্ত্বেও ৮০% গ্যাস রপ্তানি রাখার সুযোগ কে তীব্র নিন্দা জানাই।

Deploriamo che con il PSC, nonostante la crisi del gas che c'è nel nostro paese, l'80% delle riserve di gas possano essere esportate.

Rahnuma indica [2] più cospirazioni:

Il coro di voci che ora si vedono e si sentono, è rimasto in silenzio quando i cablo dell'ambasciata degli USA a Dhaka, intercettata da Wikileaks [9] [en] la notte del 24 dicembre, hanno rivelato che l'ambasciatore statunitense, James Moriarty, aveva incontrato il consigliere del Primo Ministro dell'Energia, Tawfiq-e-Elahi Chowdhury, per cercare delle assicurazioni sul fatto che la filiale locale della ConocoPhilips (tra i 7 offerenti) vincesse due dei blocchi incontestati nella Baia di Bengala.

Gli attacchi non hanno diminuito la morale degli attivisti e sono state convocate nuove riprese delle proteste.

Rezwan [10] è stato coautore di questo post.