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Dopo Malta anche le Filippine affrontano una legge sul divorzio

Categorie: Asia orientale, Filippine, Citizen Media, Donne & Genere, Legge, Religione

Dopo l'intenso dibattito sul “Reproductive Health Bill”, il disegno di legge riguardante la salute riproduttiva, i filippini sono già ai ferri corti su un altro argomento estremamente delicato: la proposta di legge sul divorzio.

Il dibattito ha ricevuto un impulso decisivo quando i filippini hanno appreso che Malta, attraverso un referendum, si è dichiarata a favore del divorzio. La notizia ha incoraggiato i progressisti ad alzare i toni del confronto, per spingere le Filippine – Paese a maggioranza cattolica – a seguire l’esempio di Malta e a legalizzare il divorzio.

Tale questione non è totalmente nuova alla popolazione, ad esempio AttyatWork [1] [en, come i link che seguono] ha recentemente pubblicato una raccolta di punti di vista sull’argomento risalenti a un anno fa.

Filipino Thinkers [2] ha pubblicato un interessante riassunto sullo svolgimento del dibattito e del referendum a Malta. In più, il post fa un parallelo della situazione nelle Filippine e a Malta:

A parte l’happy end che ha reso delle Filippine l’unico Paese in cui non esiste il divorzio, la storia del referendum sul divorzio a Malta presenta numerose somiglianze con il nostro dibattito sulla salute riproduttiva (RH):

entrambi i Paesi sono gli ultimi bastioni del cattolicesimo: Malta in Europa, le Filippine in Asia; entrambi gli Stati sono a maggioranza cattolica: il 95% a Malta, l’80% nelle Filippine; sia nelle Filippine che a Malta, la battaglia si è svolta tra cattolici progressisti e vescovi conservatori. Infine, in ambedue i Paesi, i vescovi conservatori hanno utilizzato la paura per tenere sotto controllo il loro “gregge”.

Per un rapido aggiornamento sulle differenze tra divorzio, annullamento e separazione legale, Lyle R. Santos ha pubblicato una breve guida (laica) sull’argomento [3].

Con l’approvazione maltese del divorzio, ora le Filippine sono l’unico Stato al mondo che lo proibisce. Per Blue Dela Kanluran, il dibattito sul divorzio non dovrebbe essere limitato solamente a questo fatto [4]:

Come ho accennato prima, la mia posizione è contro il divorzio. Ad ogni modo, non nego il diritto di uno stato sovrano a decidere cos’è meglio per il proprio Paese, come è successo a Malta. (Vedete, quello di Malta è un esempio di separazione tra Stato e Chiesa).

Tutto ciò mi porta a pensare: che effetti avrà (sul dibattito interno) lo stigma di unico Paese al mondo in cui il divorzio è illegale?

Personalmente, penso che ciò potrebbe rendere più difficile l’approvazione di una legge a favore del divorzio, non solo per l’intromissione della Chiesa, ma anche per il già citato stigma (e non è su queste basi che una legge dovrebbe essere discussa).

Cocoy vede la prossima approvazione del “Reproductive Health Bill” e il disegno di legge sul divorzio come un reboot [5] per le Filippine, che potrebbe comportare il passaggio da Stato prevalentemente religioso a Paese laico:

Se la proposta sulla salute riproduttiva diventasse legge, seguita da quella sul divorzio? Questo significherebbe l’inizio di un nuovo corso per le Filippine. Dimostrerebbe che la nazione sta lentamente diventando laica e meno alla mercé del Vaticano.

Come cattolica, la mia opinione è che questa possa essere l’opportunità per la Chiesa per concentrarsi sulle tematiche spirituali. Io voglio dei sermoni e delle indicazioni che mi aiutino a diventare una persona migliore. Non ho bisogno che la Chiesa mi dica cosa non va con il governo. I filippini sanno già cosa non va nella loro nazione. È giunto il momento di risolvere i problemi. Io voglio che la mia Chiesa aiuti la povera domestica che ogni giorno viene picchiata dal marito. Ho bisogno di una Chiesa che tolga i bambini dalle strade e che li aiuti nell’istruzione. Ho bisogno che questa Chiesa sia utile.

Dreamwalker è entusiasta del fatto che questa proposta di legge, a prescindere dale divisioni che crea e dal suo carattere controverso, ha aperto il dibattito all’interno della società [6], incoraggiando così tutta la popolazione a prendervi parte:

Continuo ad essere sbalordito da come i filippini sembrino essere più attenti a cosa sta succedendo nel Paese e di come essi cerchino di informarsi di più sulle nostre leggi – sia proposte che già approvate. Secondo me, questo non può far altro che bene. Non importa che ci siano pareri opposti. Almeno ora le persone stanno iniziando a impegnarsi di più nelle questioni che riguardano il loro Paese.

Maju sottolinea il fatto che i legislatori filippini dovrebbero dedicarsi alla legge sul divorzio con un occhio di riguardo [7]:

Dovremmo prendere in considerazione quanto buone o cattive siano le leggi sul divorzio esistenti. In molti Paesi, in particolare quelli in cui vige la Sharia, i diritti dell’uomo e della donna nell’ambito del divorzio non sono gli stessi.

Per concludere, è opportuno segnalare un articolo dell’avvocata Connie Veneracion [8] sulle leggi attualmente vigenti nelle Filippine a proposito di annullamento e di separazione legale. In tale post, viene sottolineato come il divorzio possa riempire i vuoti dell’attuale Codice in materia di diritto di famiglia:

Nonostante i margini consentiti dal concetto di incapacità psicologica, è palese che ci sia un vuoto enorme nella disciplina legislativa. L’annullamento è un procedimento legale molto costoso, al di là delle possibilità finanziarie della maggioranza dei filippini. La lavandaia che vive negli slum che subisce le violenze fisiche da parte del marito ubriaco e disoccupato non se lo può permettere. Oltre a queste spese, il processo può essere lungo e tedioso. Finalmente, gli attivisti per il divorzio hanno ricominciato a fare rumore. Come ci si poteva aspettare, la Chiesa Cattolica sta diventando sempre più creativa nell’inventare argomenti contro il divorzio.

È triste vedere come la maggior parte dei filippini non riesca a percepire il matrimonio al di fuori del contesto religioso. È ancora più triste vedere come la maggioranza della popolazione con si consideri sposata a tutti gli effetti se il matrimonio non è avvenuto in chiesa. Davvero molto triste.

Quindi, l’approvazione di una legge sul divorzio riuscirà a colmare le lacune del Codice di Famiglia? Dipende da quali requisiti legali verranno accettati dalla legge come base valida per richiedere il divorzio e dal tipo di procedura che bisognerà seguire. È già capitato che una legge venisse approvata come una specie di pacificatore. Il Congresso può approvare una legge sul “divorzio” caratterizzata da requisiti molto rigidi e da un processo eccessivamente complicato: questa situazione negherebbe nei fatti il vero scopo di un divorzio. Comunque [nonostante la legge sia insoddisfacente], il Congresso si potrebbe vantare di aver approvato una legge sul divorzio. Dubito, però, che questo possa soddisfare le richieste dei progressisti e degli attivisti per il divorzio.

 

Thumbnail di jekert gwapo [9] ripresa da Flickr con licenza Creative Commons (BY-NC-SA 2.0)