Presentiamo la prima parte di un documentario [en, come tutti gli altri link di questo post, salvo dove diversamente indicato] che racconta la rivoluzione egiziana dal punto di vista del blogger e produttore di media virali Aalam Wassef, mediante i video online e le altre produzioni che hanno accompagnato il processo di rivolta civile nel Paese.
Il documentario è stato prodotto da NarcoNews, sito web con servizi sulla lotta alla droga e sulla democrazia in America Latina, che nel maggio scorso, quando il video è stato lanciato, ha fra l'altro ospitato la School of Authentic Journalism.
Per quanto centrato sull'America Latina, il sito di NarcoNews quest'anno all'Egitto ha rivolto particolare attenzione, dedicando parte della sua programmazione alla rivoluzione egiziana raccontata da alcuni suoi protagonisti, ma anche dai media presenti nella ground zero di piazza Tahrir per riferire al resto del mondo.
Il video, che ripercorre la storia delle rivolte egiziane a partire da diversi anni fa, è ormai definito un manuale su come si è costruita una resistenza civile vincente. Aalam Wassef racconta di come ha cominciato, nel 2007, caricando sotto pesudonimo video di critica verso il governo, che poi sarebbero diventati virali.
Non è stata tutta fortuna, però: Wassef, che anche come blogger assumeva diversi psudonimi, si occupava di pubblicare post e acquisire spazi pubblicitari sul motore di ricerca di Google, insomma, faceva in modo che il messaggio potesse raggiungere chiunque fosse in grado di riceverlo. E poi, pensava a farlo pervenire al ‘mondo reale’, alla carta stampata.
Come racconta, lui era intento a sensibilizzare gli Egiziani quando a un certo punto la BBC ha colto una delle sue storie, e allora si è reso conto che, a ben 28 anni dall'ascesa al potere di Hosni Mubarak [it], il messaggio stava finalmente varcando i confini del Paese e raccogliendo attenzione ben al di là di quel 10% di popolazione che disponeva di accesso a internet. Il video è disponibile anche con sottotitoli in lingua spagnola.
Dopo una serie di altre campagne virali ben riuscite, ci si è trovati dentro una rivoluzione accanto a migliaia di altri egiziani, con uno scopo comune: porre fine al regime. Il video che segue, diffuso 20 giorni prima dei moti rivoluzionari, è stato probabilmente il sasso che smuove la frana. Al termine del filmato c'è un breve messaggio in cui si esortano tutti a radunarsi con gli amici e andare nelle piazze a gridare ‘Fuori Mubarak’. E così è stato il 25 gennaio.
Il lavoro di chi vuole ricostruire il Paese non è certo terminato: l'impegno continua, sui blog, attraverso i media, nelle piazze. Continua anche per Aalam Wassef nei suoi vari siti web: due canali su YouTube, un blog e anche il suo portfolio artistico online [en, ar, fr]. Qui la riflessione che chiude la prima parte del documentario:
La democrazia non ci è data, ma è qualcosa a cui tendere. La democrazia non la ottieni mai al 100% … ciascuno deve svegliarsi al mattino pensando ‘questa rivoluzione dipende da me’. E’ così che funziona, la rivoluzione riesce solo in questo modo. Quando senti di dover fare qualcosa, altrimenti svanisce. E’ con questo sentimento che mi sveglio ogni mattina.
Questo post fa parte del nostro speciale sulla Rivoluzione in Egitto 2011.