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Giappone: anche i soccorritori hanno bisogno di aiuto

Categorie: Asia orientale, Giappone, Citizen Media, Disastri, Interventi umanitari, Salute

Sono passati quasi tre mesi dal terremoto di Tohoku e dallo tsunami in Giappone, e mentre chi non è stato colpito direttamente dal disastro è riuscito a tornare a una vita normale, circa 110.000 persone, secondo stime della polizia, continuano a vivere in centri di evacuazione.

Esperienze come la mancanza di privacy, la separazione dalla comunità di origine, la disoccupazione e il profondo dolore per la perdita delle persone care sono state sconvolgenti per molte delle vittime, ormai esauste sia fisicamente che emotivamente.

Mappa dei centri di evacuazione per il terremoto e lo tsunami in Giappone. [1]

Mappa dei centri di evacuazione per il terremoto e lo tsunami in Giappone.

Hiroshi Moriwaki illustra [2] [jp, come tutti i link tranne ove diversamente segnalato] i vari tipi di trauma vissuti, ed esorta a prendersi cura sia dei bambini che degli adulti poichè ambedue sperimentano, sebbene a livelli differenti, i postumi emotivamente debilitanti delle tragiche esperienze da loro vissute:

我々の目の前には、日々さまざまな事が起こります。ただ事故やトラブルなど、
想定外の事が起こったとしても、ある程度までは健全な対応をとる事ができます。
しかし天災や人災・犯罪など、「自我のコントロール」を超えた暴力的・侵入的な刺激には、
対応ができなくなり、強い衝撃となって「心の傷(トラウマ)」となります。
この「トラウマ」には、大事件・大災害等による急性の外傷と、
虐待やいじめ等による慢性の外傷があります。

Sono molte le cose che accadono ogni giorno sotto i nostri occhi. Quando accade qualcosa di inaspettato, per esempio un incidente, o un problema di qualche genere, noi siamo in grado di affrontarlo, fino ad un certo punto.

Tuttavia, non siamo altrettanto in grado di affrontare stimoli violenti e invasivi che oltrepassano il limite del nostro ‘self control’, come i disastri naturali o il crimine, i quali ci colpiscono ferocemente e si trasformano in ferite emotive, o traumi.

Ne esistono due tipi: il trauma acuto dovuto a gravi incidenti o grandi disastri, e il trauma cronico derivante, ad esempio, da casi di maltrattamento o bullismo.

その症状には、悪夢・フラッシュバック・頭痛・腹痛・吐き気などがあり、
特に子どもの場合は、衝撃を受けた時そのままの体験を生じる事があります

I sintomi possono comprendere incubi, flashback, cefalee, mal di stomaco e nausea. In particolar modo i bambini potrebbero vivere dei flashback, ritornando così esattamente al momento in cui è avvenuto lo shock.

今回の大震災で、通常生活では体験することのない感情に多くの被災者が直面しました。
大震災が目の前で起こり、大災害が迫る大きな恐怖の中で、もしかしたら家族や友人が目の前で災禍に巻き込まれ、あるいは震災後になって、悲しい姿に直視するケースもあったでしょう。

多くの大人たちは、これまでの喜怒哀楽・愛別離苦など人生経験を通して、消化できたとしても子ども達にとっては、心の傷が生涯のこる事が想定されます。
自衛隊や警察・消防など、ボランティアの方々にも必要性が出てくるかも知れません。
こうして「PTSD」を内容を整理しただけで、訓練された専門家でなければ対処できない事、そして今後、長期にわたる復興の中で、心のケアが必要であることが分かります。

産官学連携での長期対応が、必要になってくると予想されます。

Durante il forte terremoto, molte delle vittime hanno dovuto affrontare emozioni che di norma, nella vita di tutti i giorni, non vengono sperimentate. Mentre il terremoto scrollava il terreno sotto i loro piedi, alcuni, in preda ai timori per il disastro che li stava colpendo, potrebbero aver visto familiari e amici essere inghiottiti dalla catastrofe. Alcuni, poi, potrebbero aver dovuto affrontare la triste visione dei corpi delle persone care, a disastro avvenuto.

Per quanto la maggior parte degli adulti sia in grado di metabolizzare queste esperienze attraverso altre vissute nel proprio passato, oppure attraverso la memoria di emozioni vissute precedentemente, sono invece i bambini ad essere segnati da paure emotive per tutta la loro vita. Anche i volontari, come gli appartenenti alla Self Defense Force [3] [it], la polizia, i vigili del fuoco e così via, potrebbero avere bisogno di un supporto.

Basta infatti osservare queste diverse forme di ‘DSPT’ (Disturbo da Stress Post-Traumatico) per capire che si ha di fronte qualcosa che solo un professionista qualificato può affrontare, e che nel periodo di recupero si rende fondamentale un'assistenza emotiva a lungo termine; è prevedibile anche la necessità di un sostegno a lungo termine che sia frutto di una collaborazione tra mondo industriale, governo e mondo accademico.

In seguito al terremoto, alcuni pazienti vengono trasferiti in una scuola elementare, a Fukushima. [4]

In seguito al terremoto, alcuni pazienti vengono trasferiti in una scuola elementare, a Fukushima. Immagine di Natsukado, CC BY-NC-ND.

Dopo quanto accaduto, squadre di volontari e professionisti come medici, infermieri e psicologi, sono giunti nelle aree colpite per dare un aiuto, a volte sotto forma di intervento medico diretto, altre volte semplicemente prestando ascolto alle preoccupazioni e alle storie tragiche dei profughi.

A causa della natura stessa del loro lavoro, ed essendo abituati a lavorare in situazioni di emergenza, i soccorritori tendono a fare turni di lavoro molto lunghi, e il loro impegno viene spesso dato per scontato; ancor più spesso, tuttavia, ci si dimentica che tra quei medici ed infermieri vi sono persone che sono vittime anch'esse, che hanno perso la famiglia, gli amici o la propria casa.

E’ per questo motivo che centri privati e legati al governo hanno dato il via a una campagna che ha lo scopo di educare i soccorritori ai rischi da superlavoro, e di spingerli a prendersi cura innanzitutto di sé stessi, per poi poter aiutare gli altri in maniera più efficace.

Riportando [5] le esperienze di un amico, @jishin_care [6] parla dello stress emotivo e fisico che i medici sono chiamati ad affrontare. Secondo l'autore del blog ‘Information on Psychological Care Related to the Earthquake’, nonostante medici e infermieri siano preparati per fare del loro meglio in situazioni di emergenza, è proprio in casi come questi che essi hanno più bisogno del supporto di altre persone:

私も、被災地へ医療派遣された友人の話を聞きましたが、それはもう大変過酷な状況であり、その間、よくぞ持ちこたえられたものだ、さすがプロフェッショナルだと、頭が下がる思いでした。
同時に、彼の心身の疲労へのサポートは、大変重要な課題であると痛感しました。特に、全力を尽くしたけれども、資源や人手が足りず、十分な援助ができなくて申し訳なかったと自分を責める話を聞くと、胸が締め付けられました。
彼ら援助者は、「緊急時での」「強く」「弱者を救う」存在です。
一般にそう認識されています。
そのため、彼らのケアやサポートは、後回しにされてしまうことは予想に難くありません。
しかし、想像を絶するような現場で様々な死や悲しみや怪我などを取り扱い続けること、その中で冷静を保つ努力をする(涙を見せないなど)ということは、どんなスーパーマンにも心身に負担が来て当たり前のことです。
それだけ、大変な状況で大変なことをしているのです。
だからこそ、援助者のストレスをケアし、サポートすることは、援助者自身の心身の健康のためにも必要ですし、それがひいては、より多くの被災者を援助していくことにもつながるのです。
また、援助者は、「救う立場の自分たちが弱音を吐いてはいけない」という思いが強いために、その辛さや苦しさを口にすることを我慢してしまいがちです。
ですから、援助者をとりまく家族や友人や職場組織の皆さんが、援助者へのサポートの必要性を十分に理解し、適切なサポートをしていくことが大切なのです。

So anche di alcune storie che mi ha raccontato un amico, uno dei medici che sono stati inviati sui luoghi del disastro; lavorava in condizioni davvero dure, e a lui va il mio massimo rispetto per la professionalità che ha saputo dimostrare tenendo duro anche durante un'esperienza così traumatica.

Allo stesso tempo, ho avuto la profonda consapevolezza di quanto sia significativa la questione del supporto per il loro stress emotivo e fisico; in particolare, quando l'ho sentito prendersela con sé stesso per non essere riuscito, per mancanza di risorse e manodopera, a dare un aiuto sufficiente nonostante tutti i suoi sforzi, ho avuto molta compassione per lui.

I soccorritori vengono visti come ‘forti’ in ‘momenti di emergenza’, ‘per aiutare i deboli’, perciò non c'è da meravigliarsi se l'assistenza e il supporto a loro dedicati vanno a finire in secondo piano.

Tuttavia, il fatto di dover affrontare continuamente le ferite, la morte e il dolore in condizioni inimmaginabili, e il loro tentativo di mostrarsi distaccati (per esempio non lasciando spazio alle lacrime) in tali frangenti, finisce inevitabilmente per sottoporre chiunque a uno sforzo emotivo e fisico, anche chi parrebbe avere le doti di un supereroe. E’ più che naturale.

I soccorritori fanno cose difficili in situazioni altrettanto complesse, e proprio per questo è importante fornire loro assistenza e sostegno, per preservare quella salute emotiva e fisica che, in sostanza, permetterà loro di aiutare più vittime.

Inoltre, i soccorritori tendono a trattenersi dall'esprimere il dolore e l'angoscia che provano, nella convinzione che ‘noi siamo quelli che aiutano gli altri. Noi non possiamo essere deboli’. E’ dunque importante che le famiglie, gli amici le organizzazioni intorno a loro capiscano a fondo la necessità di sostegno ai soccorritori, e si impegnino a fornirglielo in maniera appropriata.

Per concludere, lo psicologo Satoko afferma [7] che i soccorritori, sia volontari che professionisti, non dovrebbero considerare la loro sensazione di “stress da disastro” come un sinonimo di debolezza:

被災者の方の中にも、援助者として頑張っている方がいます。
どうか無理をなさらないでください。

具体が悪くなったり、疲れたりすることは当然のことで、
それは、けっしてあなたが弱いからではないのです。

Alcune delle vittime stanno dando una mano come volontari: per favore, fate attenzione e non sovraccaricatevi di lavoro.

E’ naturale ammalarsi o stancarsi.

Ciò non significa che voi siate deboli!

Questo post fa parte del nostro reportage speciale Terremoto in Giappone 2011 [8] [en].

I post in lingua giapponese sono stati tradotti da Rino Yamamoto [9].