Il 15 di aprile in Perù è stata ufficialmente approvata l'importazione di semi transgenici: la decisione ha provocato un intenso dibattito tra i favorevoli al ricorso su grande scala degli organismi geneticamente modificati (OGM) [it], e coloro che invece li considerano dannosi per la biodiversità e la salute [it].
Alcuni esperti in questa tematica si sono espressi a favore dei semi transgenici, affermando che grazie alla loro resistenza e alle loro qualità generebbero una riduzione delle spese nel settore agrario [es, come per tutti gli altri link eccetto ove esplicitamente indicato], mentre altri non solo dubitano della supposta innocuità degli alimenti elaborati a base di coltivazioni transgeniche, ma mettono all'erta sulla probabile impollinizzazione di coltivazioni silvestri e native con i pollini provenienti dalle coltivazioni transgeniche, il che porterebbe all’alterazione irreversibile di piante e frutti tradizionali che costituiscono parte del patrimonio naturale e culturale delle popolazioni locali.
Il famoso chef peruviano Gastón Acurio è convinto che gli alimenti OGM costituiscano una minaccia per la biodiversità peruviana. Acurio ha richiamato l'attenzione sugli interessi economici delle lobby che si sono battute per l'approvazione del decreto numero 003, e oggi chiede che “siano protetti gli interessi di tutti i peruviani e non solo quelli di pochi individui”.
Tra le prime vittime del dibattito c'è da annoverare il ministro dell'agricoltura, Rafael Quevedo, obbligato a dimettersi quando è stato reso noto dalla giornalista Jackie Fowks nel suo blog Notas desde Lenovo che Quevedo stava ricoprendo allo stesso tempo anche il ruolo di direttore di una compagnia che faceva uso di prodotti OGM.
Sebbene Quevedo abbia negato le accuse, rimane un fervente sostenitore delle coltivazioni geneticamente modificate in Perù e uno dei suoi assessori, Alexander Grobman, proprietario di una serie di compagnie che vendono semi OGM, è stato recentemente licenziato dall'attuale ministro dell'agricoltura, Jorge Villasante.
Nel frattempo, il Ministro per lo Sviluppo Antonio Brack Egg, ha ricordato che circa il 65% dell'agricoltura peruviana dipende dalla biodiversità del paese, e che l'esportazione di prodotti nazionali e il turismo generano fondi per più di 8 miliardi di dollari all'anno.
In Perù, l'importazione di mais e di soia OGM è permessa solo se il prodotto è destinato all'alimentazione animale o come additivo ad alimenti come l'olio o il latte di soia.
Oggi si calcola che ogni peruviano consumi 63 kg di mais OGM all'anno. Un problema aggiuntivo è dato dal fatto che le leggi peruviane non regolano ancora che sulle etichette delle scatole di alimenti venga indicato se il cibo contiene o meno ingredienti OGM.
Numerose organizzazioni regionali stanno chiedendo che venga votata la moratoria al decreto 003. Secondo il ministero dell'agricoltura, la moratoria proposta dovrebbe durare cinque anni, in modo da rendere il tema di discussione pubblica e da riuscire a informare i peruviani di tutte le implicazioni associate alla coltivazione dei semi OGM, con l'obiettivo di raggiungere un ampio consenso sul tema.
La Convención Nacional del Agro Peruano, specialisti, esperti dell'alimentazione e organizzazioni cittadine invece della moratoria chiedono l'immediata abrogazione del decreto. Molte ammistrazioni locali (Cajamarca, Huánuco, Cusco, Ayacucho, San Martín, Lambayeque e Lima) hanno addirittura approvato ordinanze che li dichiarano “liberi da OGM”, sperando di poter proteggere così le loro varietà native di patate e di altri prodotti locali.
A questo riguardo, la Presidenza del Consiglio dei ministri ha stabilito che la Commissione multisettoriale che ha l'incarico di presentare le proposte per la regolazione della Biosicurezza debba entrare in azione al più tardi a partire dal 1° di giugno 2011 in modo da elaborare il primo rapporto entro i successivi 30 giorni.
Il dibattito ha ottenuto un'attenzione crescente in ambito pubblico da quando il famoso chef Gastón Acurio ha iniziato a occuparsi del tema seguendolo molto attentamente dalla sua bacheca di Facebook, su cui ha scritto:
No estamos en contra de los transgénicos. Estamos en contra de que las semillas transgénicas puedan contaminar nuestra agricultura y que sean los vendedores de estas semillas los que nos quieran imponer este camino a traves de normas que ellos mismos redactan. La agricultura peruana es y sera una potencia mundial.
I netizen peruviani hanno giocato un ruolo molto attivo nel dibattito sotto vari punti di vista. Il blog di Toustodo sottolinea alcuni dei rischi che deriverebbero dalla creazione di coltivazioni OGM in Perù:
Sabemos lo que está detrás de todo esto, como también sabemos las consecuencias ambientales que acarrearía; no solo son los inmensos intereses financieros y económicos que se solapan tras un manto de progreso, más aún sabiendo que de implementarse esta tecnología el Perú sería arrastrado a la inopia más brutal cuando solo cuenta con el 3.81 % de suelos aptos para cultivos en limpio y 37 % de suelo forestal.
Toustodo prosegue:
Por lo tanto, existen dos alternativas. La primera talar bosques y convertir el área en suelos cultivables, aún a costa de que sabe que son forestales; las consecuencias ecológicas, ambientales y económicas serán desastrosas. Segundo, comprar las tierras de los pobres, generando con esto caos social, desempleo, penurias…
Francisco Estrada sottolinea che l'eventuale approvazione dell'uso di semi OGM minaccerebbe i piccoli contadini:
…pasemos al punto más maligno del asunto (…) Las semillas transgénicas tienen una patente. Es decir que los campesinos están obligados a pagar por esa semilla cada vez que quieran cultivar.
Nel suo blog Kiwichita, Ana María Quispe sottolinea che trattandosi di una minaccia agli alimenti tradizionali e alla coltivazione nei villaggi, la diffusione dei semi OGM ha provocato povertà, malnutrizione e un ricorso crescente all'assistenza pubblica.
Alberto e Kathy del blog Cada Plato Es Una Fiesta, accusano direttamente la Monsanto – la compagnia considerata la più grande produttrice di semi geneticamente modificati – ed elencano gli altri pericoli ambientali, sanitari e economici, associati all'utilizzo di queste sementi.
Nel suo blog, Antonio Velarde sottolinea che tra questi presunti danni non sono ancora stati studiati i rischi per la salute pubblica :
En lo personal no consumiría estos productos sobre todo por precaución debido a que no estoy informado referente a los posibles efectos en la salud de las personas que consumen estos productos (…) es una vergüenza que viviendo en un territorio rico en recursos naturales y marinos nuestros gobernantes y los peruanos que están ligados a la agricultura, agropecuaria, pesca no sepan administrar estos recursos y lleguemos al extremo de importar productos de laboratorio que no estamos seguros de su peligrosidad.
Anche i social network sono intervenuti sul tema. Esistono pagine di Facebook dedicate a questo argomento nate in netta opposizione ai prodotti OGM.
Su Twitter, María Jiménez (@antitaurinahej) dice:
No a los transgénicos en el Perú o sino que se los coma todos Alan Garcia [el Presidente] http://tinyurl.com/3ejf3t3
O.o recórcholis!! En Huaral (INIA) se estarían preparando parcelas para cultivo de transgénicos http://bit.ly/kmyVo1 NO #transgénicos #perú
Francisco Drakerm (@Drakerm) racconta che sta succedendo la stessa cosa in Cile:
PERU DILE NO A LOS TRANSGENICOS La guerra de las semillas transgénicas toma fuerza en Chile http://bbc.in/kdtqoL
Il dibattito continua a essere molto acceso nei social network peruviani e ci saranno certamente delle novità in giugno, quando la Commissione del governo che si occupa del tema inizierà a proporre delle modifiche alla normativa sulla biosicurezza.