Ogni anno, dal 1991, il 16 giugno si svolge la Giornata Internazionale del Bambino Africano [en, come tutti i link tranne ove diversamente segnalato], un'iniziativa voluta dall’Organizzazione dell'Unità Africana [it].
Questa giornata, oltre a voler sensibilizzare sulla necessità costante di miglioramento della qualità della vita dei bambini africani, rende onore a coloro che, nel 1976, parteciparono alla rivolta di Soweto [it], conosciuta anche come “16 giugno”, giornata in cui il Sudafrica fu scosso da una serie di proteste studentesche.
L'obiettivo dell'evento di quest'anno, celebrato dai blogger, è stato quello di sensibilizzare sul tema dei bambini di strada.
Sul blog Kenyan Street Children, George affermava il giorno prima dell'evento che quest'anno non c'è molto per cui festeggiare:
Domani ci sarà poco per cui festeggiare e molto per cui piangere, dato che il numero di bambini sulle strade del Kenya continua ad aumentare senza sosta, così come aumentano le sofferenze da loro patite. I bambini di strada necessitano delle cose più semplici, hanno problemi di salute e sono esposti alle droghe illegali, alle malattie infettive nonchè a quelle a trasmissione sessuale; inoltre sono spesso coinvolti in incidenti stradali, e subiscono maltrattamenti da parte delle autorità locali, della polizia e altri membri del settore pubblico. Alcuni di questi bambini lamentano di aver subito maltrattamenti e violenze nei centri di riabilitazione governativi e, non essendo quasi mai rappresentati nei procedimenti legali, non godono di regolare processo nei tribunali. Come se ciò non bastasse, sono anche oggetto di sfruttamento; ragazzine e ragazzini, per esempio, sono spesso sfruttati nell'ambito della prostituzione, mentre altri giovani vengono frequentemente utilizzati per onorare certe pratiche culturali, come i rituali per l'eredità delle vedove, o il levirato [it].
Sono molte, in Kenya, le organizzazioni che si occupano dell'assistenza ai bambini; purtroppo, però, la mancanza di risorse le rende vulnerabili al controllo da parte dei donatori, e alcune di esse esistono meramente per trarre profitto dall'appoggio finanziario dei donatori stessi. Il risultato è che, anno dopo anno, ci ritroviamo a piangere nella Giornata del Bambino Africano, invece di festeggiare questo evento come dovremmo.
“E’ triste il fatto che ci siano così tanti bambini di strada in Kenya”, afferma Kirsty McLullich:
Non se ne vedono molti, di questi bambini, camminando lungo le strade principali del quartiere degli affari di Nairobi (CBD); in periferia, però, se ne vedono eccome. Basta recarsi in una città come Thika per rendersi conto di come sia impossibile andare da un capo all'altro della stazione senza imbattersi in qualcuno di loro, spesso con una bottiglia infilata nella manica per “nascondere” la loro abitudine di sniffare la colla. Le organizzazioni che tentano di aiutare i bambini di strada, in Kenya, sono numerose; spesso questi bambini necessitano di una lunga riabilitazione, e molti, avendo badato a sé stessi per mesi o addirittura anni, fanno fatica ad adattarsi a una vita caratterizzata dalla presenza di regole e di figure autorevoli…
Progetti come quello della Casa dei Bambini di Kandara hanno anche dato rifugio a bambini che hanno vissuto in strada per un periodo non troppo prolungato, che quindi non richiedono una riabilitazione intensiva, pur avendo anch'essi le loro storie da raccontare. Alcuni di loro sono stati bambini così brillanti da riuscire a impegnarsi a scuola e a concentrare la loro attenzione sugli studi e sul loro futuro, invece di sopravvivere giorno dopo giorno senza sapere da dove sarebbe arrivato il prossimo pasto, o cosa sarebbero stati costretti a fare per stare al sicuro.
Jemilla evidenzia che l'Assemblea Metropolitana di Accra , in Ghana, ha fatto un “buon” lavoro ripulendo le strade dai bambini, e si chiede dove questi ultimi siano stati esattamente trasferiti:
L'Assemblea Metropolitana di Accra, in Ghana, ha fatto un “buon” lavoro ripulendo le strade dagli ambulanti e dai bambini che lì vivevano; ora bisogna chiedersi dove questi bambini siano stati esattamente trasferiti. Lo scandalo degli abusi nella Casa dei Bambini di Osu, verso la fine del 2010, mette in risalto un difetto importante quando si parla di controlli e bilanci rigurado a programmi che vogliono provvedere alla protezione e alle necessità di base di orfani, bambini di strada e altri gruppi infantili africani in condizioni di vulnerabilità. Il bambino di strada è oggetto di predatori umani che mettono a punto una pletora di meccanismi sempre più innovativi per sfruttare i bambini; tra violenza fisica, mentale, emotiva e sessuale, c'è solo l'imbarazzo della scelta. Credo che, nonostante la comunità abbia solitamente l'incarico di prendersi cura dei bambini orfani e dei più vulnerabili, uno scenario alla Oliver Twist, in cui lo sventurato bambino viene salvato, non trovi molto spazio nella maggior parte delle società africane.
Ad aprile inoltrato mi sono recata , per motivi di lavoro, al mercato di Agbogbloshi, qui ad Accra (che, a quanto pare, ha uno dei più grandi mercati di cipolle che io abbia mai visto), e sono stata avvicinata da una giovane kayayo, o scaricatrice, la quale, pensando che io stessi facendo compere, si è offerta di portare i miei acquisti al posto mio. Le ho spiegato in dagbani, una lingua parlata principalmente nel Ghana settentrionale, che io e i miei colleghi non stavamo comprando niente, e l'ho ringraziata comunque per la sua offerta. La giovane, visibilmente sorpresa dal fatto che avevo parlato nella sua stessa lingua, ha raccontato ai suoi pari, in preda all'eccitazione, che la “signora” capiva la loro lingua. Insomma, io difficilmente mi considero una “signora”, sotto tutti i punti di vista.
Diasporadical parla delle lezioni che i kenyani devono imparare dalla rivolta di Soweto:
I ragazzi di Soweto erano fomentati dai genitori e scatenati dalla circostanza. E noi? Io ho avuto la fortuna di avere per genitore un attivista rivoluzionario, ma quanti altri kenyani possono dire lo stesso? Mi azzardo a dire che i figli di politici schifosamente ricchi e di tycoon sono più numerosi di quelli degli attivisti: stando così le cose, mi chiedo: quanti attivisti sono sopravvissuti abbastanza a lungo da potere crescere dei bambini?
Ancora oggi ci rannicchiamo per la paura davanti alle camere di tortura di Nyayo House e ai corpi di cui le nostre foreste e i nostri fiumi sono ancora disseminati. Siamo stati abituati a pensare che “aprire la bocca significherà trovarcisi una pistola ficcata dentro, dopo che ti avranno tagliato la lingua per fare spazio. E poi sai che c'è? Non viviamo poi così male”. Non è vero?
Per quanto ora possiamo essere tranquilli, è importante ricordare che la vostra inerzia attuale si ripercuoterà sulle azioni dei vostri figli e nipoti. Ndlovu Hastings, Hector Pieterson, le centinaia di persone uccise a sangue freddo e quelle che sono state torturate e violentate in nome dell'odio e della rabbia, rappresentano il futuro che noi lasciamo ai nostri figli, poichè un giorno i ragazzi di Kibera, Huruma, o di qualsiasi altro posto in questo Paese, si stancheranno di condividere banchi, gomme e matite.
Louise Meincke è convinta del fatto che questa sia un'opportunità, per i governi africani, di concentrarsi sul pieno potenziale che i bambini di strada possiedono:
Il fatto è che molte questioni riguardanti i bambini di strada non hanno ancora trovato risposta, e anzi sono spesso ignorate. Il Comitato Africano di Esperti su Diritti e Benessere dell'Infanzia (ACERWC), che organizza la Giornata del Bambino Africano, coglie quest'occasione per invitare ogni Stato membro dell'Unione Africana a stilare relazioni approfondite, da presentare poi al Comitato stesso, sul tema dei bambini di strada. Dando rilievo a questa specifica categoria di bambini, l'ACERWC riconosce la necessità urgente di intensificare le azioni e di adeguare le strategie d'intervento a loro dirette, attraverso lo stanziamento di risorse significative.
I membri della nostra rete e i loro partner in territorio africano celebreranno questa commemorazione attraverso vari eventi, incontri e con il coinvolgimento dei media; sarà un'opportunità, per i governi africani, di concentrare l'attenzione sul pieno potenziale che i bambini di strada possiedono, e non su quelle etichette così spesso negative.
Nella città di Bulawayo, nello Zimbabwe, numerosi bambini non sono a conoscenza della Giornata Internazionale del Bambino Africano, come riporta Sokwanele:
Quando sono stati interpellati sul significato della Giornata Internazionale del Bambino Africano, numerosi bambini di Bulawayo hanno risposto che non avevano idea che una simile giornata esistesse; uno di loro ha detto “non ne so nulla”.
Un avvocato ha affermato che “non sono solo i bambini, ma la maggior parte della popolazione dello Zimbabwe, a non conoscere i loro diritti”, e ha aggiunto che “il Ministero dell'Istruzione deve fare la sua parte a tal proposito. I diritti dell'infanzia dovrebbero essere insegnati come materia scolastica; il nostro programma educativo ha bisogno di un cambiamento copernicano”.
Un responsabile di programmi per la gioventù ha spiegato che il problema sta nel fatto che si dà molto risalto a questioni di sovranità, a spese dei diritti umani; affermando che “sono molte le attività che ci permettono di inculcare questa conoscenza nei nostri programmi di studi”, egli sottolinea che per progredire nei diritti civili dei giovani è necessario utilizzare un approccio che coinvolga tutte le parti interessate.
Il coordinatore di un'organizzazione che si occupa di bambini orfani ha ribadito che insegnanti e organizzazioni civiche devono informare i bambini africani della Giornata Internazionale a loro dedicata, ed è anche convinto del fatto che i media dovrebbero pubblicizzarla, per far sì che i bambini ne comprendano pienamente il significato.
Bino e Fino ricordano la giornata sottolineando la necessità di un'istruzione gratuita di qualità:
La cosa triste è che, per la maggior parte dei bambini africani, e in particolare quelli della regione sub-sahariana, l'istruzione primaria gratuita è lontana dall'essere accessibile, men che meno se si parla di bambine; inoltre, un conto è fornire un'istruzione, un altro è fornire un'istruzione di qualità. Le cose, comunque, stanno migliorando, anche se a rilento; uno degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio è quello di ottenere l'istruzione primaria universale. Pare che, nella regione sub-sahariana, tra il 1999 e il 2007 siano stati mandati a scuola circa 42 milioni di bambini; ora il numero delle bambine iscritte sta aumentando. Tuttavia, circa un quarto dei bambini della regione non sono iscritti a scuola, e il tasso di abbandono degli studi è elevato.
Per commemorare la Giornata Internazionale del Bambino Africano, migliaia di bambini in tutto il Kenya leggono insieme ad alta voce, a partire dalle 9 del mattino, la stessa storia:
Per sottolineare il significato dell'iniziativa, la storia da leggere è scritta da due bambini di strada, i quali l'hanno deliberatamente lasciata in sospeso; per favore, scaricatela qui sotto per poi leggerla, tutti insieme, il 16 giugno 2011 alle 9 del mattino. Tutti insieme!
Il cartone animato educativo africano di Bino e Fino sbarca ad Abuja, la capitale della Nigeria, per onorare la Giornata del Bambino Africano:
Il cartone animato educativo di Bino e Fino avrà finalmente la sua premiere in Nigeria; la prima messa in onda avrà luogo ad Abuja, sabato 18, e il lancio è organizzato in modo da sottolineare la Giornata Internazionale del Bambino Africano che si svolge il 16 giugno. Il progetto di questo cartone animato è nato dalla necessità di fornire ai bambini della Nigeria e dell'Africa, nonchè a quelli che vivono ormai all'estero, i mezzi educativi che riflettono anche gli aspetti positivi del loro patrimonio culturale.