I blogger cubani continuano a commentare l'ultima aggressione [en, come gli altri link, eccetto ove diversamente indicato] contro le Damas de Blanco [it], durante la quale alcune delle attiviste sono state “attaccate e picchiate violentemente dagli agenti della polizia castrista all'uscita di una chiesa”.
Per denunciare l'accaduto, l'Ong Coalition of cuban american women ha diffuso un comunicato stampa, che include un messaggio audio [es] di una delle vittime, Tania Montoya Vázquez, dal luogo dell'attacco. A sua volta, il blog El Cafe Cubano rilancia tale comunicato in segno di solidarietà.
La “testimonianza della leader delle Damas de Blanco, Tania Montoya Vazquez che, durante il violento attacco di ieri [era il 17 luglio], ha invitato a hablalo sin miedo (“parlare senza paura”)” viene commentata così dal blog Babalu:
Senti la disperazione e la paura nella sua voce. Anche per chi non parla e non capisce lo spagnolo, il tono della voce e le urla in sottofondo danno una chiara idea della brutalità della dittatura castrista.
L'aggressione contro le “signore in bianco” ha sollevato anche l'indignazione di altre associazioni, come la International Federation of Liberal Youth (IFLRY), che in un comunicato dichiara:
Belkis Cantillo Ramirez ha ricevuto una pallottola nelle braccia, mentre altre attiviste sono state brutalmente colpite con bastoni, pietre e altri oggetti. Tania Montoya e Rodaisa Corrioso sono state arrestate e tredici membri del movimento, compresa Belkis Cantillo Ramirez, stanno ricevendo cure mediche nell'ospedale locale.
La International Federation of Liberal Youth condanna con forza questi attacchi. Le Damas de Blanco rappresentano un movimento piccolo e pacifico. Rispondere alla loro opposizione non-violenta con una repressione così brutale rivela la tirannia del regime di Castro. Se questi attacchi non verranno puniti dalle autorità, allora si dovrà aprire immediatamente un'inchiesta con ampi poteri di indagine.
La IFLRY chiede inoltre “la scarcerazione immediata di Tania Montoya e Rodaisa Corrioso”.
In un altro post pubblicato su Babalu si legge:
Da un rapido esame dei siti web curati da certi “esperti cubani” molto popolari, si nota come non ci sia alcun riferimento all'attacco contro queste donne indifese e coraggiose. Le informazioni fornite da questi “esperti” riflettono la volontà del regime castristra di nascondere ogni atrocità…
Anche il blog Uncommon Sense interviene nel dibattito, puntando i riflettori sul ruolo della Chiesa cattolica:
In difesa delle “signore in bianco”, un portavoce della Chiesa di Santiago di Cuba ha confermato l'accaduto [es] e ha denunciato l'attacco.
L'osservazione risulta interessante alla luce di quanto riportato da Babalu riguardo un editoriale apparso su USA Today:
Nel dopo Castro, Cuba avrà bisogno di qualcuno che abbia la fiducia di tutta la società e che possa aiutare questa nazione a entrare in una nuova era, senza spargimenti di sangue o rivolte popolari. Il cardinale Jaime Lucas Ortega y Alamino, arcivescovo de L'Avana, è l'uomo adatto a ricoprire questo ruolo. Figlio di un operaio di una fabbrica di zucchero, Ortega è l'unico ad avere le capacità per colmare il vuoto di potere.
Versione con cui però Babalu è in forte disaccordo:
In una colossale dimostrazione di arroganza e ignoranza, Mark Pinsky propone come presidente di Cuba l'arcivescovo de L'Avana, uno dei più corrotti e compromessi individui della nazione, e ignora altri rispettabili leader, come ad esempio il Dr. Oscar Elias Biscet che, a differenza di Ortega, non ha mai compromesso i suoi principi e non si è mai fatto strumentalizzare dalla dittatura.
Sulla stessa linea di pensiero, El Cafe Cubano incalza:
La scorsa domenica a Santiago di Cuba, nella provincia orientale di Cuba, alcune donne attiviste per la democrazia sono state selvaggiamente picchiate e verbalmente attaccate nelle strade dai poliziotti castristi. Tutto ciò è accaduto all'uscita della Basilica di El Cobre, dedicata a Nuestra Señora de la Caridad [patrona di Cuba], dove le donne si erano riunite per pregare per la libertà di tutti i prigionieri politici a Cuba e per la libertà nel Paese.
La Chiesa cattolica è rimasta in silenzio, volgendo lo sguardo altrove…
Senza dubbio gli emigrati cubani nel mondo continueranno a seguire i fatti e a rilanciare sul web la solidarietà alle “signore in bianco”.