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Russia: torna il “divieto di viaggiare”, come nell'era sovietica…?

Categorie: Europa centrale & orientale, Russia, Citizen Media, Cyber-attivismo, Diritti umani, RuNet Echo

La libertà di movimento è un'attributo essenziale della nostra società globale. Però, a quanto pare, essa può essere facilmente tolta dallo stesso Stato che è chiamato a proteggere questo diritto.

Il 6 Luglio scorso i leader dell'opposizione politica, Boris Nemtsov [1] [it] e Vladimir Milov [2] [en], si sono ritrovati all'improvviso con il divieto di lasciare la Russia su ordine del Servizio Giudiziario Federale del Paese.

Divieto di viaggiare

Il concetto di “divieto di viaggiare” ha un posto speciale nei cuori dei cittadini che hanno vissuto soo il regime dell'Unione Sovietica; il regime aveva l'abitudine di punire i suoi cittadini che la pensavano in modo diverso, negando loro il permesso per lasciare il Paese.

Lock. Foto di ztephen/Flickr [3]

Lock. Foto di ztephen/Flickr

Soltanto i membri “affidabili” della società sovietica godevano del privileggio di viaggiare all’ stero, mentre quelli critici, o potenzialmente critici, con il comunismo diventarono “viaggiatori proibiti” (“Nevyezdnoy,” parola che è diventata un sinonimo di “dissidente” nella lingua russa). La punizione era in realtà l'obbligo dei cittadini a vivere nell'Unione Sovietica. Sarebbe stato divertente se non fossi cosi triste.

Presumibilmente, il divieto per Nemtsow e Milow è stato spinto dal eminente uomo d'affari Gennady Timchenko [4] [en], il quale se l'è presa per delle dichiarazioni contro di lui in un rapporto intitolato “Putin. Risultati, 10 anni” (qui [5] [en] è disponibile una traduzione ufficiosa). Realizzato da Nemtsov e Milow, il rapporto denuncia senza remore il fatto che Timchenko è diventato miliardario grazie ai suoi forti legami con il Primo Ministro Russo, Vladimir Putin.

Un tribunale russo ha poi ordinato agli autori di ritrattare pubblicamentetale accusa, cosa che hanno fatto nelle pagine [6] [ru, come tutti gli altri link tranne ove diversamente segnalato] del popolare giornale Kommersant.

“Il Sign. [Gennady] Timchenko era ancora scontento perchè i caratteri tipografici del testo di questa sconfessione erano troppo piccoli”, ha poi raccontato [7] [en] Nemtsov a Radio Free Europe. “Cosi ha chiesto il nostro blocco nel Paese per sei mesi”.

Il Servizio Giudiziario Federale Russo ha prima negato il divieto di viaggio, per poi annunciare l'inchiesta sull'incidente e abolire il divieto, qualificandolo di “prematuro”.

L'attivista per i diritti umani Oleg Kozlovsky commenta [8] questa decisione su Twitter:

Сообщают, что запрет Немцову на выезд из страны отменен как “преждевременный”. Время еще не настало то есть.

Sotengono che il divieto per Nemtsov di lasciare il Paese è stato abolito in quanto “prematuro”. Cioé, non è ancora giunta l'ora.

Risposta indignata

Il divieto ha indignato i blogger russi. L'attivista politica Ilya Yashin scrive [9]:

Эта история – прецедент. Впервые выезд из страны закрыт гражданину за претензии нематериального характера, при том что сами приставы признают: решение суда выполнено.
Кажется, приставы уже сами испугались своего решения и скандала, которым оно чревато. Как еще расценивать тот факт, что они начали сами себя опровергать?

Questa storia è un precedente. Per la prima volta, a un cittadino è proibito di lasciare il paese per denuncie non legate a questioni finanziarie. Allo stesso tempo, sono i propri giudici ad ammettere che la decisione del tribunale è stata rispettata. Sembra che si siano intimoriti della loro decisione e del possibile scandalo. Come intepretare altrimenti il fatto che abbiano cominciato a negare le loro stesse dichiarazioni?”

E più avanti aggiunge:

Судя по всему, это “наш ответ Чемберлену”: реакция российских властей на “список Магнитского”.

A quanto pare è una reazione delle autorità russe alla “Lista Magnitsky”.

La “Lista Magnitsky” contiene i nomi dei funzionari russi [10] [en] collegati alla morte dell'avvocato anti-corruzione Sergei Magnitsky. Nel dicembre 2010, il Parlamento Europeo ha votato per il divieto di visto per le persone incluse in quest'elenco.

“Contemporaneamente, tutti i media pubblicano articoli secondo i quali gli ufficiali giudiziari non hanno mai vietato a Nemtsov di lasciare il paese, ha commentato [11] il blogger habivara, accennando a un controllo governativo sui media.

Il Blogger ziptop apporta [12] la sua (e non improbabile) versione degli avvenimenti:

E’ successo qualcosa che ha impedito Nemtsov e Milov di seguire correttamente la decisione del tribunale. Gli avvocati di Timchenko se ne sono lamentati con le autorità, le quali sono stati intimoriti e sorpresi dell'influenza del miliardario, affrettandosi a emmettere il divieto. Ne è nato uno scandalo,  riprendendo la vecchia “Cortina di ferro”, e le autorità russe si sono rese conto che ciò non fa che danneggiare l'imagine del paese e favorisce Nemtsov e Milov. Quindi hanno rapidamente deciso di abolire il divieto.

“Alla fine, è diventata una situazione stupida e buffa”, scrive ziptop.

L'autore Andrey Malgin (avmalgin) offre [13] la sua opinione:

Думаю, дело было так. Как только выступление Немцова на судилище в Брюсселе было анонсировано, один человек в Белом доме стал топать ножкой и истерить: “Да запретить ему ездить за границу и нас там грязью поливать!” Тут же и выполнили. Но на высоком уровне (это видно по другим опубликованным документам), вниз не доложили. А низ сдуру опровергать начал. По-другому объяснить трудно.

Credo sia andata così. Appena è stato annunciato che Nemtsov sarebbe stato a Bruxelles, qualcuno nel Palazzo si è messo a scalciare e a gridare: “Impedite allo straniero di viaggiare e che possa gettar fango contro il paese!”. E l'hanno subito fatto. Ma l'ordine è arrivato da un alto livello (come risulta dai documenti pubblicati) senza informarne quello più basso, che ha poi deciso di revocarlo.  È difficile da spiegare in modo diverso.

“Il mio caso è diverso”

Boris Nemtsov (il cui nome appare nei blog molto di più che quello di Milov, il quale, a sua volta, si lamenta della quantità di blogger pro-Nemtsov che lo lasciano fuori nel racconto della storia) è stato associato allo scandaloso dissidente politico Eduard Limonov [14] [en], al quale gli ufficiali giudiziari avevano proibito di lasciare la Russia. Questa similitudine non gli fa certo piacere, come scrive [15] Limonov nel suo blog:

Я вам не “ТОЖЕ”, господа, я давным-давно невыездной,а по постановлениям приставов, на протяжении двух с половиной лет, с 15 декабря 2008 года. […] Так что не нужно меня тут рядом с Немцовым через запятую ставить, который в настоящее время сидит, между прочим в городе Страсбурге, Франция. И мотается куда ему надо, когда вздумает. Вот когда его не пустят за границу, тогда напишите : “Борис Немцов стал невыездным, и таким образом пополнил собой список невыездных российских оппозиционных политиков, среди которых Эдуард Лимонов…” и так далее.

Io non sono “anche”, signori, mi è stato vietato di viaggiare per due anni e mezzo per decisione degli ufficiali giudiziari dal 15 Dicembre, 2008 […] dunque non mettermi accanto Nemtsow, chi ora siede a Strasburgo, in Francia. E che viaggia dove e quando vuole. Qualora non venga permesso di viaggiare allo straniero, allora scrivete “Boris Nemtsov diventa un “viaggiatore proibito” e, così, lo si aggiunge alla lista d'oppositori politici russi a cui è vietato di viaggiare, fra i quali rientra anche Eduard Limonov.”

A quanto pare, tutto è bene quel che finisce bene. Ora Nemtsov e Milov possono viaggiare all'estero e i divieti di viaggio continuano ad essere per lo più una reliquia della era Sovietica. Bisogna rendersi conto che nel  XXI secolo non ha alcun senso (provare a) punire una persona negandole il diritto a spostarsi dal o nel suo Paese per ragioni politiche.