Tra il 19 e il 22 di agosto, in varie città del Brasile (e del mondo) sono state organizzate manifestazioni di protesta contro il progetto di costruzione della diga di Belo Monte. Anche se i lavori di costruzione della diga sono già iniziati [1] [en], sia su internet che nelle strade i manifestanti continuano a dichiarare il loro appoggio alle comunità della regione di Xingu, parte dello Stato brasiliano di Pará, e il loro desiderio di difendere la natura. In questo post sono riportate foto e video delle manifestazioni che si sono tenute in tutto il mondo.
Sao Paulo, la più grande città del Brasile, è stata lo scenario della più importante manifestazione che ha avuto luogo nella avenida Paulista e a cui hanno partecipato rappresentanti delle comunità indigene, le future vittime dei danni che comporterà la costruzione della diga idroelettrica. Raphael Tsavkko, autore di Global Voices [2] [pt, come per tutti gli altri link eccetto ove diversamente indicato], ha partecipato alla marcia di Sao Paolo. Per tutto il pomeriggio ha inviato su Twitter [3] (@Tsvakko) le sue impressioni e alcune foto della manifestazione:
A Sao Paulo gli animi erano molto accesi e alcuni indigeni hanno dato fuoco a un pupazzo battezzato “Dilma” [5] [it] [nome di battesimo del presidente brasiliano]:
Il Movimento Brasil pela Vida nas Florestas condivide [7] due link di album con foto della manifestazione: la pagina su Flickr [8] di Luanda Francine e la pagina su Picasa [9] di Verena Glass.
La polizia militare ha affermato che i partecipanti alla manifestazione di San Paolo sono stati circa 800 – a cui si riferisce questo video caricato su Youtube da Dhirak [10]:
La Rede Brasil Atual si è incaricata di testimoniare la manifestazione che ha avuto luogo a Belém, la capitale dello Stato di Pará, dove verrà costruita la diga di Belo Monte, sul fiume Xingu. Ecco le foto di Danilo Ramos [11], relative al passaggio della manifestazione davanti al noto Mercado Ver-o-Peso e in alcune zone del centro storico.
A Altamira, un comune dello Stato di Pará che riceverà l'energia prodotta dalla diga, la manifestazione si è svolta alcuni giorni prima, venerdì 19 agosto. Karen Hoffman ne pubblica diverse foto sulla sua pagina di Flickr [12].
La manifestazione di Fortaleza, nello Stato di Ceará, è avvenuta nella zona commerciale, tra striscioni e cori contro la diga di Belo Monte e contro il progetto del nuovo Codice Forestale:
Nella capitale Brasíliai manifestanti hanno ballato e intonato canti inneggianti alla foresta, in un campo nelle vicinanze della zona dei ministeri. Questo è un corto video pubblicato da FSPompeo2 [14]:
Il 22 di agosto è stata organizzata una manifestazione a Rio de Janeiro, di fronte alla sede del Banco Nacional de Desenvolvimento, annunciata [15] sul sito web dell'organizzazione Xingu Vivo, per chiedere al governo di non investire denaro pubblico nella costruzione della diga e della centrale idroelettrica.
Obiettivo locale, protesta globale
Il 22 agosto scorso, giornata internazionale in difesa dell'Amazzonia [16] [en], le manifestazioni contro la costruzione di Belo Monte hanno assunto dimensioni globali. L'organizzazione internazionale Survival, dedita alla tutela delle comunità indigene, pubblica un articolo [17] [en] con le foto delle diverse manifestazioni avvenute in diverse città, tra cui Londra:
L'organizzazione Xingu Vivo rilancia via Twitter [18] il video della protesta organizzata a Parigi:
Negli Stati Uiniti, gli attivisti di San Francisco si sono fatti sentire così:
Anche in Messico, il movimento itinerante di attivisti per “l'acqua e la pace” (#CaravanaTemaca [21]) ha manifestato [22] [es] di fronte al Consolato brasiliano a Guadalajara, “in solidarietà con la giornata di lotta contro Belo Monte”, con l'intenzione di consegnare una lettera [23] [es] al console “esigendo rispetto per i diritti umani dei popoli minacciati”:
Anche il sito-associazione Avaaz ha presentato una petizione [24] [it] al presidente Dilma Rousseff affinchè blocchi i lavori di costruzione della centrale idroelettrica di Belo Monte e “investa in progetti efficienti dal punto di vista energetico e su fonti di energia pulita, proteggendo i diritti delle comunità locali e di quelle indigene, promuovendone lo sviluppo sostenibile e preservandone l'ecosistema e il loro modo di vita”.