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Siria: un tweet può evitare un massacro?

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Siria, Citizen Media, Cyber-attivismo, Diritti umani, Governance, Guerra & conflitti, Protesta

Dopo la giornata più violenta [1] [it] dall'inizio delle proteste in Siria, l'opposizione siriana e i suoi sostenitori hanno cercato di portare all'attenzione del grande pubblico quanto sta accadendo nel Paese. Per fare ciò è stata scelta l'hashtag #RamadanMassacre [2], introdotta su Twitter la scorsa domenica al fine di seguire minuto per minuto le notizie provenienti dalla città di Hama.

In un tweet di lunedì, @nmoawad [3] [en, come tutti i link del post], dal Libano, riassume lo scopo della campagna:

Unisciti a noi nell'opera di sensibilizzazione per #Hama attraverso l'hashtag #RamadanMassacre | 2 del mattino, ora del Cairo

Vignetta di Latuff [4]

Una vignetta del brasiliano Carlos Latuff raffigurante il presidente siriano Bashar al-Asad a bordo di un carro armato

L'utente siriano @LeShaque [5] dà voce ai suoi pensieri:

Lascio ai miei compatrioti curdi il compito di fornirvi una lista dei massacri a cui gli al-Asad li hanno sottoposti. #RamadanMassacre

@BachaarArnaout [6] esprime così il suo sostegno ai manifestanti siriani:

Da marzo, sono più di 2000 le vittime di #Assad in #Syria. Ma i siriani coraggiosi sono determinati a far cadere il regime. #RamadanMassacre

An avatar in remembrance of Sunday's events in Hama, used by Twitter users [7]

Avatar Twitter per ricordare i tragici eventi di domenica ad Hama

L'avatar di @ran00n95 [8], residente negli Stati Uniti, è stato creato per ricordare gli eventi di domenica ad Hama:

Non ci farete tacere! Il mondo sa cosa avete fatto, e noi non resteremo in silenzio lasciando che la violenza continui #RamadanMassacre #Syria

@rallaf [9] si rivolge invece ai musulmani:

Cosa avete mangiato stasera all'Iftar [rottura del digiuno nel Ramadan, ndT]? Gli abitanti di #Hama, proeittili. #RamadanMassacre #Syria

In risposta all'affermazione di @zmossabasha [10] “Un tweet può evitare un massacro!”, il giornalista della NPR Andy Carvin [11] si chiede se sia veramente così, facendo eco ai molti convinti che, sebbene i social media svolgano un importante ruolo di sensibilizzazione, il loro impatto in Paesi come la Siria sia molto basso. Ad Hama infatti, così come in molte altre città, è senza dubbio il governo ad avere la meglio.

La campagna non si è comunque fermata, nel tentativo di far entrare l'hashtag #RamadanMassacre [2] tra i trendig topic della twittosfera mondiale.

Questo post fa parte del nostro speciale sulle proteste in Siria 2011 [12].