“Il popolo vuole l'indipendenza del potere giudiziario” è al momento uno degli slogan più scanditi nelle strade tunisine.
La nuova ondata di proteste è motivata dal rilascio di due Ministri del precedente Governo accusati di corruzione. Nel mese di agosto, il tribunale ha rilasciato l'ex Ministro dei Trasporti, Aberrahim Zouari e l'ex Ministro della Giustizia, Bechir Tekkari, dichiarandoli entrambi non colpevoli. Zouari è stato poi riconvocato per un'indagine relativa ad altre accuse di corruzione.
I due Ministri sono sospettati di aver approfittato della loro posizione a scopo personale e di essersi arricchiti. A più di sei mesi dalla rivoluzione, il sistema giudiziario ha ancora molta strada da fare per migliorare la propria immagine, dopo che per anni non è stato altro che una marionetta nelle mani del regime autocratico del deposto Presidente Zine El Abidine Ben Ali.
Saida Agerbi, fedele alleata dell'ex Presidente accusata di corruzione e di spionaggio per il regime, è riuscita a lasciare la Tunisia alla volta di Parigi, senza che le autorità dell'Aeroporto Carthage riuscissero a bloccarla.
Una delle rivendicazioni chiave del popolo tunisinoè quella di avere un sistema giudiziario indipendente, capace di portare in aula i funzionari corrotti del regime e i responsabili della morte di molti manifestanti non-violenti.
Il seguente video, caricato su YouTube da Leena Ben Mheni, mostra i manifestanti riuniti nel centro di Tunisi l'8 agosto scorso, mentre scandiscono lo slogan: “La democrazia è un dovere, la rivoluzione nazionale è un dovere”, seguito dall'inno nazionale:
http://www.youtube.com/watch?v=l5Td9P_Uwxk&feature=player_embedded
il 5 agosto, Erik Churchill, blogger americano che vive in Tunisia scriveva [en]:
Per gli attivisti si tratta di un ulteriore insulto alla rivoluzione, che prova l'incapacità dello Stato di riformare istituzioni che restano strettamente legate alla corruzione dell'ex regime.
Abderrazak Guirat, un blogger di Nawaat, rilancia [ar]:
Nel suo blog, Leena Ben Mheni pubblica un articolo dal titolo ‘La rivoluzione continua’. Eccone uno stralcio [en]:
Il processo in contumacia a Ben Ali e consorte non ha soddisfatto il pubblico; molti lo considerano infatti una messinscena, dovuta all'incapacità delle autorità giudiziarie di pretendere dall'Arabia Saudita l'estradizione dell'ex presidente e della moglie, che vivono attualmente a Gedda.
Il Ministro della Giustizia ha cercato in più occasioni di rassicurare il popolo sull'indipendenza del sistema giudiziario, e sul fatto che sta facendo del suo meglio affinché quanti hanno dilapidato il denaro pubblico durante il periodo di Ben Ali, o che si sono resi responsabili della morte dei manifestanti durante la rivoluzione, vengano perseguiti a norma di legge. Ma ciò non sembra sufficiente a rassicurare blogger e manifestanti.
Sarah spiega [fr]:
Toujours selon le communiqué du ministère de la justice, la magistrature ainsi que les juges d’instruction sont totalement indépendants depuis le 14 janvier. Dans ce cas, deux hypothèses se présentent : soit ceux qui étaient en charge du dossier sont irresponsables et incompétents et il faut les virer, soit notre justice est totalement pourrie et la chute de l’ancien régime traînera la chute de plusieurs juges, magistrats et avocats corrompus. Personnellement, j’opte pour cette seconde hypothèse
Altri scherzano sulla giustizia tunisina, confrontandola con quella egiziana.
@The_Fan lancia un tweet [ar]: