Sarà vero?! Ebbene si, esiste un programma TV di satira politica rivolto ai giovani, e non si tratta di Los Rayos Gamma™ [en] 2.0, bensì di En Serio — trasmesso, ogni domenica alle ore 18, sul canale 30 della stazione televisiva locale Play TV, a Porto Rico, nonchè sul sito web del programma stesso.
Ispirandosi principalmente agli show di satira politica USA di grande successo, quello portoricano mescola l'irriverenza di Stephen Colbert, la cronaca sociale di Jon Stewart e i dibattiti di Bill Maher, il tutto adattato, grazie anche ad argomenti d'interesse e ad ospiti locali, ad un pubblico di giovani locali. Sino ad oggi, lo studio di En Serio ha accolto un eccellente mix di politici, blogger, esperti, musicisti e attivisti.
Conclusasi la prima stagione, abbiamo rivolto alcune domande al conduttore, Alejandro Díaz, per saperne di più sulla sua esperienza in TV e sul processo di produzione. L'intervista che ne è scaturita rappresenta il modo ideale per prendere confidenza con lo show prima della seconda stagione di programmazione, fissato per questo mese (settembre 2011).
Global Voices (GV): Per chi non lo conoscesse, puoi spiegarci che cos'è ¿¡En Serio!?, e dove è possibile seguirlo?
Alejandro Díaz (AD): En Serio è uno show di satira politica prodotto con la volontà di riportare le notizie della settimana in modo umoristico, distinguendoci così dai media tradizionali e dal loro modo di raccontare i fatti senza mai andare oltre la superficie. Per seguirci potete sintonizzarvi, ogni domenica alle 18, sul canale 30 della stazione televisiva locale Play TV, oppure guardarci, ogni lunedi alle 18, sul sito achoenserio.com [es, come tutti i link tranne ove diversamente segnalato], dove sono disponibili tutte le puntate del programma.
GV: Come è nato il progetto? È stato pensato sin dall'inizio per essere trasmesso sia in TV che su Internet?
AD: È stata un'idea del nostro produttore, Juan Marrero, che è venuto da me più di due anni fa per presentarmi il concetto che aveva in mente; ma non c'era niente di concreto, e nessuno di noi credeva che il progetto si sarebbe effettivamente realizzato. La scorsa estate abbiamo fatto un tentativo e abbiamo iniziato a lavorare allo show, con l'idea di trasmetterlo esclusivamente su Internet; la nostra mancanza di disciplina, però, ci ha impedito persino di scrivere un copione. Poi, lo scorso febbraio, Juan mi chiama e mi racconta che il proprietario del canale 30 di Play TV, emittente televisiva locale, era interessato al programma, e che non solo non ci avrebbe censurato, ma ci avrebbe anche permesso di mettere online tutte le puntate. Questo punto per noi è fondamentale, dato che il nostro pubblico di riferimento passa più tempo online, piuttosto che davanti alla TV. Oltretutto, a Porto Rico non sono poi tanti gli show che offrono questo tipo di servizio.
GV: Hai una formazione accademica in produzione mediatica? Da chi o che cosa hai tratto l'ispirazione per creare uno show fatto di cronaca politica, dibattito e satira?
AD: Non ho una formazione di questo genere in produzione, ma ho lavorato a molti progetti in quest'ambito; mio padre è stato per molti anni un pubblicitario, e spesso lo aiutavo sul set, durante la lavorazione delle sue campagne. Ho anche lavorato con mio fratello ad alcuni cortometraggi. Non mi aspettavo di lavorare nella produzione, e nemmeno mi interessava stare davanti alla telecamera; l'idea di Juan, però, mi ha motivato moltissimo. Sono appassionato di politica, ma non mi piace il modo in cui tali temi vengono trattati sulla nostra isola. Ogni volta che gli amici accendevano lo stereo della macchina e ci ritrovavamo sintonizzati sulle frequenze AM, mi sentivo in imbarazzo.
GV: Quante persone sono coinvolte nella produzione? Quanto tempo ci vuole per realizzare un episodio?
AD: Ora come ora siamo in 5, e ci vogliono 5 giorni per realizzare un episodio completo. Ogni mercoledi ci riuniamo per discutere gli argomenti più importanti e decidere quali di questi hanno il maggiore potenziale di comicità; questo incontro è molto importante, perchè è lì che decidiamo da quale prospettiva racconteremo ogni singola notizia, e siamo anche svantaggiati poichè, andando in onda la domenica, il nostro show è l'ultimo di un intero ciclo di programmi di news a raccontare i vari argomenti della settimana. Giovedì e venerdì mattina mi dedico alla scrittura del copione; venerdì sera, invece, registriamo il monologo e il dibattito. Sabato il direttore artistico, Alfredo Bermúdez, lavora alle immagini necessarie e, da casa sua, monta le registrazioni; per le 18 di domenica, Alfredo ottiene così uno show completo, e noi ci occupiamo dell'intervista in diretta.
GV: Come scegliete chi sarà ospite nello show, o per un'intervista o per un dibattito?
AD: Per quanto riguarda il dibattito, cerchiamo di avere con noi giovani con ideologie sociali ed economiche differenti (conservatori “contro” liberali). Non siamo interessati ai dibattiti faziosi, perchè è dimostrato che non portano a nulla; e poi, per quelli, ci sono già WKAQ e RadioIsla. Nei prossimi mesi introdurremo alcune novità; vogliamo che le discussioni politiche abbiano più humour, senza per questo perdere sostanza. Abbiamo anche un dibattito sui film, ed altri ancora che riguardano il mondo dello sport e quello della musica. Alcuni degli ospiti sono nostri amici, mentre altri sono stati “indirizzati” verso di noi; alcuni li abbiamo incontrati persino grazie a Twitter.
Devo ammettere che non adotto un sistema vero e proprio, quando si tratta di scegliere gli ospiti; di solito Juan viene da me con un nome, io ne tiro fuori un altro e così via, fino a che non arriviamo a un accordo. Certo, la difficoltà nel contattarli influisce sulla nostra decisione.
GV: Cos'è più difficile tra il monologo, l'intervista e il dibattito? Quale parte del tuo lavoro ti piace di più, e perchè?
AD: La parte più difficile è il monologo; sul piano della produzione è quella che richiede più tempo, e rappresenta un impegno a livello emotivo. Per questo credo sia anche la mia preferita. Vedere il prodotto finale e sentire le reazioni e le risate del pubblico è molto gratificante.
GV: Chi vorresti intervistare in futuro, e chi no?
AD: Mi piacerebbe intervistare Alejandro García Padilla; prima di annunciare la sua candidatura [come governatore locale] si era detto interessato ad essere ospite del nostro show; ora, invece, per lui non esistiamo nemmeno. È come se adesso noi del canale 30 gli fossimo inferiori. Confesso che mi piacerebbe intervistare anche Ruben Sánchez [un personaggio televisivo e radiofonico locale] ma solo per passare l'intera intervista ad interromperlo continuamente [come lui fa spesso durante le sue interviste].
GV: Da chi è formato il vostro pubblico? Cosa fate per farlo aumentare?
AD: Il nostro pubblico è composto da giovani, studenti e professionisti, che nutrono interesse per la politica a livello locale e globale. Abbiamo cercato di aumpliarlo distribuendo volantini nei posti più frequentati dai nostri spettatori-tipo, e siamo anche stati recensiti dai quotidiani locali, con tanto di pubblicazione dei comunicati stampa. Anche la blogosfera di Porto Rico ci ha seguito e sostenuto.
GV: Immagino tu segua show come The Daily Show, The Colbert Report, e Real Time with Bill Maher… ce n'è uno che ti piace più degli altri? Chi realizza il monologo migliore, secondo te?
AD: Certo che li guardo! E’ da lì che ho tratto l'ispirazione per questo progetto. Il migliore, secondo me, per quanto alcuni dei miei colleghi la pensino diversamente, è Jon Stewart. Lui è riuscito in ciò che io spero per me stesso, e cioè trovare un equilibrio tra comicità e informazione. Stewart è il giusto mezzo tra Colbert e Maher; non è serio come Maher, ma neanche ridicolo come Colbert. Questi show, per la maggior parte dei giovani, rappresentano, insieme ad Internet e ai social network, le principali fonti di informazione, ed è questo che noi aspiriamo a diventare.
Vogliamo essere una delle fonti primarie di informazione per la gioventù di Porto Rico; dietro al nostro cinismo e alla nostra satira ci sono fatti reali che ci aiutano a mantenere il nostro pubblico sempre informato.