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Corno d'Africa: la carestia è opera dell'uomo ma…

Categorie: Africa sub-sahariana, Somalia, Alimentazione, Citizen Media, Interventi umanitari, Sviluppo

“Famine is man-made” (la carestia è opera dell'uomo) è lo slogan della nuova campagna [1] [en, come tutti gli altri link] promossa da ONE International [2] per sensibilizzare l'opinione pubblica sui devastanti effetti che siccità e carestie stanno producendo in Somalia. Secondo quanto riportato nel sito dell'organizzazione, la campagna punta a “ottenere consenso politico in USA e altri Paesi del mondo per realizzare interventi che pongano fine alle attuali sofferenze della popolazione e interrompano il ciclico susseguirsi di carestie in futuro. Si tratta soprattutto di mettere in campo azioni concrete – perché la carestia è opera dell'uomo”. “Molto bene” – scrive Fiona Leonard sul suo blog [3], commentando la campagna – “ma che ruolo ha l'Africa in tutto questo? […] Dov'è l'appello agli africani perché si assumano la responsabilità delle cause e delle possibili soluzioni?” In Africa, calamità come “siccità, violenze e instabilità politica” sono riconducibili in egual misura agli interventi delle potenze straniere e all'operato dei governanti locali, quindi perché non chiedere a tutti di farsi carico delle proprie responsabilità? Nel XXI secolo, conclude l'autrice, le soluzioni ai problemi dovrebbero originare da assunzioni di responsabilità collettive. Affermare che la carestia è opera dell'uomo è un passo nella giusta direzione, ma non si può guardare unicamente ai governi stranieri per ricevere aiuti. Occorre trovare il coraggio di esigere responsabilità e azioni concrete a livello locale.