Le prime volte in cui si è parlato di “Occupy Wall Street”, un gruppo di attivisti accampato a Zuccotti Park, nel cuore di Manhattan, la vicenda occupava appena le prime pagine dei quotidiani locali in USA. In questi giorni, con centinaia di migliaia di partecipanti unitisi alla causa — inclusi leader sindacali, intellettuali come Slavoj Zizek, e altre note figure come Michael Moore — il movimento Occupy Wall Street si è conquitato l'attenzione dei media nazionali e internazonali, e la protesta si è allargata a molte altre città statunitensi, tra cui Boston, Hartford, Seattle, Washington DC e Tampa.
Questo movimento ha generato talmente tanta attenzione da diventare tema di dibattito tra esperti politici e mediatici , come Eric Alterman del Center for American Progress, che comprende “l'impazienza e la rabbia” [en, come gli altri link eccetto dove diversamente specificato] del movimento e conferma la visione che il premio Nobel per l'economia Joseph Stiglitz definì l'“era dell'1 per cento”, alludendo all'1% che possiede la maggior parte della ricchezza del Paese.
Altri tuttavia non condividono questa opinione: Herman Cain, il candidato repubblicano alla presidenza, ha criticato Occupy Wall Street sostenendo che la crisi economica non ha origine a Wall Street ma alla Casa Bianca, e assicura che i manifestanti dovrebbero incolpare loro stessi per il fatto di non essere milionari e di non avere un lavoro (argomento in linea con l'ideologia repubblicana e neoliberista). Com'era prevedibile, i suoi commenti hanno sollevato forti critiche catalogando la sua come una “ideologia irrazionale”.
Robert W. Snyder di nj.com sostiene che la protesta meriti un diverso tipo di attenzione, poichè la stampa si è concentrata più sugli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine.
As we saw in the sixties, a peaceful protest was defined by disproportionate coverage of a trouble-seeking minority of protesters. As is so often the case, it was the photos and headlines that were most misleading. Photographs are great for capturing action and anger, but they just can't carry the nuances best conveyed by words.
Joseph Lawler del blog The Spectacle Blog spiega la differenza tra Occupy Wall Street e il movimento ultraconservatore Tea Party Movement, dal momento che si è iniziato a ipotizzare che il primo possa trasformarsi in un gruppo politico.
Judging by photos of Occupy Wall Street activists, the movement, for now at least, appears to be closer to the “rebellious youth” model of protest than the “fed-up citizenry” feel of the Tea Party. We'll see where it goes from here.
Gli esperti affermano che Barack Obama abbia cercato di canalizzare la rabbia e la forza sempre maggiore che Occupy Wall Street ha acquistato per giustificare il suo progetto di legge per la creazione di posti di lavoro. Però Justin Vassallo sul blog The Faster Times, crede che Occupy Wall Street non si sia avvalso dell'immagine del presidente per continuare a realizzare il suo proposito:
If Obama truly has been following the Occupy Wall Street movement, he must realize a passionate and growing coalition of the American people are already mobilizing without him.
Diversi utenti Twitter si esprimono sulle possibili motivazioni politiche di Occupy Wall Street, come Uneditedcamera (@Uneditedcamera):
#occupywallstreet this movement is not about political parties It’s about democratizing our lives.
Chris Spencer (@Chris_M_Spencer), d'altro canto, critica il movimento:
Definition of a crybaby: being mad at corporations because you're unemployed. @OccupyWallSt #OccupyWallStreet #OWS #futility
Anche, curmudgeon (@Curmudgeonisto) crede che il movimento stia perdendo tempo:
#OccupyWallstreet protesters would be less “poor” if they put half their wasted effort into pursuit of Education/Training/Jobs #OWS #TCOT
OccupyWallStreetNYC (@OccupyWallStNYC) risponde alla forza esercitata dalle autorità locali:
The best response to their violence is more peace. #occupywallstreet #sep17
Jordan Hammond (@InktViek) descrive la battaglia di Occupy Wall Street con una frase di Gandhi:
#occupywallstreet “first they ignore you, then they laugh at you, then they fight you, then you win” –Ghandi [sic], they are now fighting us
A seguire un video con alcune dichiarazioni dei partecipanti (in inglese):