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Il movimento “Occupy Wall Street” si allarga a molte altre città USA

Categorie: Nord America, U.S.A., Citizen Media, Cyber-attivismo, Economia & Business, Giovani, Governance, Libertà d'espressione, Politica, Protesta

Le prime volte in cui si è parlato di “Occupy Wall Street [1]”, un gruppo di attivisti accampato a Zuccotti Park, nel cuore di Manhattan, la vicenda occupava appena le prime pagine dei quotidiani locali in USA. In questi giorni, con centinaia di migliaia di partecipanti unitisi alla causa — inclusi leader sindacali, intellettuali come Slavoj Zizek, e altre note figure come Michael Moore — il movimento Occupy Wall Street si è conquitato l'attenzione dei media nazionali e internazonali, e la protesta si è allargata a molte altre città statunitensi, tra cui Boston, Hartford, Seattle, Washington DC e Tampa.

Occupy Wall Street [2]

Centinaia di migliaia di manifestanti hanno raggiunto le vicinanze di Wall Street. Immagine di david_shankbone da flickr (CC-BY NC 2.0)

Questo movimento ha generato talmente tanta attenzione da diventare tema di dibattito tra esperti politici e mediatici , come Eric Alterman del Center for American Progress, che comprende “l'impazienza e la rabbia [3]” [en, come gli altri link eccetto dove diversamente specificato] del movimento e conferma la visione che il premio Nobel per l'economia Joseph Stiglitz definì l'“era dell'1 per cento”, alludendo all'1% che possiede la maggior parte della ricchezza del Paese.

Altri tuttavia non condividono questa opinione: Herman Cain, il candidato repubblicano alla presidenza, ha criticato Occupy Wall Street [4] sostenendo che la crisi economica non ha origine a Wall Street ma alla Casa Bianca, e assicura che i manifestanti dovrebbero incolpare loro stessi [5] per il fatto di non essere milionari e di non avere un lavoro (argomento in linea con l'ideologia repubblicana e neoliberista). Com'era prevedibile, i suoi commenti hanno sollevato forti critiche catalogando la sua come una “ideologia irrazionale [6]”.

Robert W. Snyder di nj.com [7] sostiene che la protesta meriti un diverso tipo di attenzione, poichè la stampa si è concentrata più sugli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine.

As we saw in the sixties, a peaceful protest was defined by disproportionate coverage of a trouble-seeking minority of protesters. As is so often the case, it was the photos and headlines that were most misleading. Photographs are great for capturing action and anger, but they just can't carry the nuances best conveyed by words.

Come è successo begli anni '60, una protesta pacifica è stata definita da una rappresentazione mediatica sproporzionata di una minoranza di manifestanti attaccabrighe. E come succede in molti casi, le foto e i titoli furono in gran parte ingannevoli. La fotografia è un mezzo grandioso per catturare l'azione e la rabbia, ma non descrive i dettagli, che invece vengono trasmessi tramite le parole.

Joseph Lawler del blog The Spectacle Blog [8] spiega la differenza tra Occupy Wall Street e il movimento ultraconservatore Tea Party Movement, dal momento che si è iniziato a ipotizzare che il primo possa trasformarsi in un gruppo politico.

Judging by photos of Occupy Wall Street activists, the movement, for now at least, appears to be closer to the “rebellious youth” model of protest than the “fed-up citizenry” feel of the Tea Party. We'll see where it goes from here.

A giudicare dalle foto degli attivisti di Occupy Wall Street, il movimento, almeno per ora, sembra essere più vicino al modello di protesta della “gioventù ribelle” che della “cittadinanza esasperata” del movimento Tea Party. Stiamo a vedere cosa succederà da qui in poi.

Gli esperti affermano che Barack Obama abbia cercato di canalizzare la rabbia e la forza sempre maggiore che Occupy Wall Street ha acquistato per giustificare il suo progetto di legge per la creazione di posti di lavoro. Però Justin Vassallo sul blog The Faster Times [9], crede che Occupy Wall Street non si sia avvalso dell'immagine del presidente per continuare a realizzare il suo proposito:

If Obama truly has been following the Occupy Wall Street movement, he must realize a passionate and growing coalition of the American people are already mobilizing without him.

Se Obama ha seguito veramente da vicino il movimento Occupy Wall Street, deve rendersi conto che una coalizione appassionata e sempre più numerosa di americani ha cominciato a mobilitarsi senza di lui.

Diversi utenti Twitter si esprimono sulle possibili motivazioni politiche di Occupy Wall Street, come Uneditedcamera (@Uneditedcamera [10]):

#occupywallstreet this movement is not about political parties It’s about democratizing our lives.

#occupywallstreet nel movimento non c'entrano partiti politici. C'entra la democratizzazione delle nostre vite.

Chris Spencer (@Chris_M_Spencer [11]), d'altro canto, critica il movimento:

Definition of a crybaby: being mad at corporations because you're unemployed. @OccupyWallSt #OccupyWallStreet #OWS #futility

Definizione di un piagnone: arrabbiarsi con le multinazionali perchè sei disoccupato. @OccupyWallSt #OccupyWallStreet #OWS #futility

Anche, curmudgeon (@Curmudgeonisto [12]) crede che il movimento stia perdendo tempo:

#OccupyWallstreet protesters would be less “poor” if they put half their wasted effort into pursuit of Education/Training/Jobs #OWS #TCOT

I manifestanti di #OccupyWallstreet sarebbero meno “poveri” se investissero la metà dei loro sforzi inutili nella ricerca dell'istruzione/formazione/lavoro #OWS #TCOT

OccupyWallStreetNYC (@OccupyWallStNYC [13]) risponde alla forza esercitata dalle autorità locali:

The best response to their violence is more peace. #occupywallstreet #sep17

La miglior risposta alla loro violenza è più pace. #occupywallstreet #sep17

Jordan Hammond (@InktViek [14]) descrive la battaglia di Occupy Wall Street con una frase di Gandhi:

#occupywallstreet “first they ignore you, then they laugh at you, then they fight you, then you win” –Ghandi [sic], they are now fighting us

#occupywallstreet “prima ti ignorano, poi ridono di te, poi ti combattono, poi tu vinci” Gandhi [sic], ora ci combattono.

A seguire un video con alcune dichiarazioni dei partecipanti (in inglese):