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Messico-USA: reazioni al presunto complotto tra Iran e il cartello Los Zetas

Categorie: America Latina, Medio Oriente & Nord Africa, Nord America, Arabia Saudita, Iran, Messico, U.S.A., Citizen Media, Relazioni internazionali, Storia, Tecnologia

La settimana scorsa il Dipartimento di Giustizia statunitense ha accusato due uomini di aver cospirato, in combutta con “fazioni del Governo iraniano”, al fine di assassinare Adel Al-Jubeir,  ambasciatore saudita negli Stati Uniti, e bombardare le ambasciate saudita e israeliana, entrambe site a Washington D.C..

Il procuratore generale Eric Holder ha elogiato le forze dell'ordine e le agenzie di intelligence, le quali hanno lavorato fianco a fianco riuscendo a bloccare un complotto “concepito, finanziato e diretto dall'Iran”.

Secondo quanto emerso dai prime notizie di al-Arabiya [1] [en, come gli altri link, eccetto ove diversamente indicato] e da altre agenzie stampa [2]:

l'operazione, battezzata Coalizione Rossa, ha preso il via nel mese di maggio quando un cittadino americano di origine iraniana, proveniente da Corpus Christi, Texas, credendo di trattare con uno dei membri della temuta organizzazione di narcotrafficanti messicani Zetas (secondo quanto dichiarato dagli agenti menzionati dal notiziario di ABC), ha preso contatti con un informatore della polizia statunitense, il quale agiva in accordo con agenti della squadra anti-terrorismo, in cerca dell'aiuto dei narcotrafficanti messicani per l'assassinio dell'ambasciatore saudita a Washington.

Un collaboratore del Presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha respinto le dichiarazioni statunitensi secondo cui la Repubblica islamica sarebbe coinvolta nel complotto per uccidere l'ambasciatore saudita. Secondo quanto affermato dal portavoce del Presidente alla AFP, questa sarebbe “una strategia per distogliere l'attenzione dai problemi interni che gli Stati Uniti si trovano ad affrontare”.

Per un resoconto in spagnolo degli eventi si veda il blog  Animal Político [3] [es].

Mosso dalle ripercussioni scatenate dalla conferenza stampa, durante la quale le autorità statunitensi hanno parlato, per la prima volta pubblicamente, della cospirazione, blogsofwar.com [4] ha cominciato a trasmettere in diretta commenti con cui gli utenti Twitter rispondevano a report provocatori. Con un apparente sforzo volto a promuovere la coerenza, il sito ha deciso di dividere il gran numero di tweet in entrata in tre colonne, intitolate rispettivamente “complotto iraniano”, “narcotrafficanti messicani” e “Arabia Saudita”. Mentre il presente post viene scritto, il blog continua la trasmissione in diretta dei commenti dei netizen.

Una ricerca effettuata su Twitter tramite gli hashtag #Mexico e #Iran ha permesso di rintracciare ulteriori commenti. Nonostante i primi tweet mostrassero, in generale, dettagli della supposta cospirazione (a volte facendo riferimento ai report), gli opinionisti non hanno tardato a farsi avanti. @Sarmastian, da Rotterdam, fu provocato a tal punto da condividere due commenti in rapida successione:

@Sarmastian [5]: sono anni che gli Stati Uniti cercano di violare le frontiere messicane accampando la scusa dei legami tra i narcos e l'IRGC. #Iran [6] #Mexico [7] #MidEast [8]

@Sarmastian [9]: l'Iran potrebbe facilmente colpire un obiettivo saudita nella stessa Arabia Saudita e senza servirsi di iraniani. Questa notizia fa acqua da tutte le parti. #US [10] #MidEast [8] #Mexico [7]

Il tweep messicano Carlos (@alquicarlos [11]) ha usato virgolette, hashtag e menzioni dirette al Presidente messicano Felipe Calderón per modulare il proprio commento [es]:

Que #NarcoUSAterror [12] “descubrió” que los Z les maquilan armas de destrucción masiva a Iran #IRAN [13]#MEXICO [14]#INVASION [15] traidor @felipecalderon [16]

#NarcoUSAterror [12] si è “scoperto” che gli Z [Zetas] producono armi di distruzione di massa da vendere all'Iran #IRAN [13]#MEXICO [14]#INVASION [15] traditore @felipecalderon [16]

Da Sant'Antonio, sull'altra riva del Rio Grande,@Lima570 [17] ha scritto:

mi auguro che nessuno sia rimasto sorpreso dal fatto che dei terroristi [sic] stiano facendo affari con i narcotrafficanti messicani

Molti netizen hanno collegato la supposta cospirazione allo scandalo recentemente esploso in merito all’operazione statunitense “Fast and Furious” [18]. Nell'ambito di un programma radiofonico mattutino, ad esempio, @JamesinSELA [19] ha così commentato:

@cspanwj [20] se le organizzazioni di narcotrafficanti messicani sono diventate organizzazioni terroristiche, significa che Holder ha messo delle armi in mano a dei terroristi?

Similmente, @TehGoldenRule [21] ha posto una domanda che ha ben poco di retorico:

@Ryan_Konky [22] se questa è stata considerata un'azione di guerra, cosa dire di tutte le armi d'assalto che sono giunte nelle mani delle organizzazioni di narcotrafficanti messicani?

Scrivendo da un luogo non identificato, @brownwc [23] ha commentato condividendo il proprio scetticismo con quello di molti netizen del mondo:

gli iraniani ingaggiano dei narcotrafficanti messicani per assassinare l'ambasciatore saudita a Washington. Gli Stati Uniti sventano il piano. Non vedo l'ora di vedere il film! #isthisreallife [24]? (Questa è la realtà?!)

Immagine di Eric Holder [25], Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, licenza Creative Commons  (CC BY-ND 2.0)