Paraguay: anche i residenti all'estero potranno votare alle elezioni politiche

Dal 10 di ottobre i paraguaiani che vivono all'estero avranno il diritto di votare per le elezioni politiche, grazie al referendum tenutosi il 9 di ottobre in cui il “si” ha vinto con l'80% dei voti, come racconta BBC News [en].

Per la prima volta [es come per tutti gli altri link eccetto ove diversamente indicato] nella storia del Paese, i paraguaiani si sono espressi sulla possibilità di voto per i concittadini residenti all'estero.

Il Paraguay è un Paese di circa 6 milioni di abitanti, ma più di 1 milione si è trasferito all'estero per migliorare le proprie condizioni economiche e trovare nuove opportunità di lavoro.

La campagna a sostegno del “si”, lanciata da politici e organizzazioni private, ha goduto di un'ampia copertura grazie ai messaggi televisivi, ai manifesti nelle strade e ai rilanci della blogosfera.

Hugo Estigarribia, senatore del partito Colorato, commenta il referendum sul suo blog “El país que queremos”:

Los paraguayos en el exterior realizan un aporte muy importante a nuestro país y continúan siendo tan connacionales como los que vivimos aquí. Tienen derecho a votar y por eso MI VOTO ES POR EL “SÍ” A LA ENMIENDA CONSTITUCIONAL DEL ARTÍCULO 120 DE LA CONSTITUCIÓN DEL PARAGUAY.

I paraguaiani all'estero contribuiscono in modo determinante al benessere del Paese e sono cittadini tanto quanto coloro che risiedono in Paraguay. Hanno il diritto di votare e per questa ragione il mio voto è “si” all'emendamento costituzione dell'articolo 120 della Costituzione.

Pa’i Oliva, noto prete cattolico, scrive in un post:

Y si no voto en el referéndum?

Simplemente mostrará que Ud. es libre. Pero, también, que no tiene una libertad muy responsable. (…)

Que Ud. es un desagradecido, pues estos emigrantes envían más de 600 millones de dólares anualmente al Paraguay, que por cierto es la plata mejor repartida por muchas familias a las que alcanza en todo el país. La soja que ingresa más, se queda siempre en pocas manos.

E se non voto per il referendum?

Dimostrerai che sei libero. Ma che la tua non è una libertà responsabile. (…)

Che sei un ingrato, dato che questi immigrati inviano più di 600 milioni di dollari all'anno in Paraguay, il denaro meglio distribuito tra le molte famiglie in giro per il Paese. è vero che la soia produce più denaro ma sono soldi che rimangono nelle mani di pochi.

Ma non tutti erano favorevoli al “si”. Il referendum prevedeva l'aumento del bilancio della corte superiore di giustizia elettorale in seguito al trionfo del “si”.

Su Twitter in molti si sono espressi per il no al referendum costituzionale. Jose Abed (@joseabed) dice:

Antes de tirar y despilfarrar un dineral en el referendum hay otras cosas mas importantes para solucionar en paraguay

Prima di buttare via una fortuna per il referendum ci sono questioni ben più importanti da affrontare in Paraguay

Altri pensano che la vera ragione per la quale si è tenuto il referendum sia stato quello di aumentare il sussidio elettorale che ricevono normalmente i partiti politici e per espandere le loro campagne politiche in altri paesi. Juanma Fleitas (@jmanuel_fr) lo spiega così:

No me extrañaría que los partidos políticos soliciten + dinero p/ las campañas políticas, para acercar sus “propuestas” a los del extranjero

Non mi soprenderebbe se i partiti chiedessero più denaro per le loro campagne politiche, per poter far conoscere i loro “programmi” a coloro che vivono all'estero.

Diego Javier (@DiegoJavierOS) sostiene che i cittadini che vivono all'estero non dovrebbero avere il diritto di voto:

Pyos en el exterior ni enterados estan de lo que Pasa en Paraguay. Si alguien se va a beneficiar de esto son los politicos! “Referendum .l.”

Chi vive all'estero non sa cosa succede in Paraguay. Gli unici che ne ricaveranno qualcosa (dal referendum) saranno i politici!

Nonostante le opinioni contrastanti, la maggior parte dei cittadini, sia sui blog che nei social network, era d'accordo sul fatto che tutti sia i favorevoli che i contrari dovessero andare a votare, come conferma il ‘tweet’ di @Anto_Strauck:

El 9 de octubre TODOS a votar el referéndum.

Il 9 di ottobre tutti a votare per il referendum.
(La foto del titolo è di Steve Wilhelm, ripresa con licenza Creative Commons).

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