Il 12 ottobre scorso, il quotidiano russo Vedomosti ha pubblicato [en] un articolo intitolato “Un giornale mezzo morto” [ru, come gli altri link eccetto ove diversamente indicato] con un rapporto sul calo del traffico internet su LiveJournal negli ultimi nove mesi. L'articolo ha provocato accese discussioni e messo in dubbio la credibilità del lavoro dei giornalisti, il valore dell'effetto network e la struttura della blogosfera russa.
La difesa di LiveJournal
Svetlana Ivannikova, a capo di LiveJournal Russia, Demian Kudryavtsev, amministratore delegato di Kommersant Publishing House [en] (uno dei tre principali azionisti di SUP Fabrik [en], società che gestisce LiveJournal) e il blogger Anton Nossik (esperto ‘evangelizzatore di social media’ presso la SUP Fabrik nel 2006-2008) ha dichiarato che Vedomosti ha svolto un mediocre lavoro giornalistico ed ha dato una cattiva lettura dei dati.
Ivannikova ha messo a confronto i grafici sul traffico online di LiveJournal nel 2009 con quelli del 2010, dimostrando che il calo di traffico potrebbe sicuramente imputarsi a tendenze stagionali.
Perché LiveJournal è importante
Il dibattito sull'ipotesi che LiveJournal stia perdendo il suo pubblico va avanti dalla metà del 2010, da quando, cioè, si è ampliata l'offerta di social network alternativi a LiveJournal nel mercato russo. Per molto tempo, LiveJournal è stata la piattaforma di pubblicazione online di elezione per molti blogger. E’ divenuto così popolare tra i netizen da guadagnarsi un ruolo di primo piano nel mondo dell'alta finanza russa.
Nel 2007 è stata acquistata dall'affarista russo Alexander Mamut [en] e da azionisti minori (più tardi Mamut vendette una quota significativa a un altro ‘oligarca’, Alisher Usmanov, e alla sua controllata Kommersant Publishing House). Nell'agosto del 2011, Usmanov e Mamut hanno annunciato [en] che avrebbero venduto SUP (secondo qualcuno l'articolo su Vedomosti è stato pubblicato di proposito da un potenziale acquirente per abbassarne il prezzo di vendita).
Il vantaggio offerto da LiveJournal rispetto a un blog stand-alone o ai blog che non hanno tra le funzioni principali “la community di amici” è stato una caratteristica distintiva molto importante se paragonata con la blogosfera di altri paesi. Nel 2011, tuttavia, la piattaforma ha subito attacchi DoS[en], che hanno deviato alcuni utenti verso altre piattaforme di social networking, come Google+ e Facebook.
Tra le altre cose, l'articolo su Vedomosti segnalava come la struttura finanziaria di LiveJournal fosse poco trasparente (per essere una società a gestione privata, SUP non ha l'obbligo di pubblicare i dati sul suo traffico o il proprio bilancio) e che una delle fonti di reddito era la pubblicità occulta, le cui dimensioni di mercato non sono facilmente valutabili neanche dagli analisti.
Utenti confusi
Gli osservatori dello scandalo (che peraltro presenta un altro risvolto: Kommersant e Vedomosti sono i due principali competitor nella fetta di mercato del business analysis), tuttavia, hanno espresso confusione piuttosto che lealtà verso la loro piattaforma preferita di un tempo.
Sergey Muhammedov, un popolare fotoblogger, ha scritto:
ХЗ, не верю я в эту статистику, но по ощущениям так и есть. Офигительного всплеска в сентябре после лета я не почувствовал.
Yuri Sinodov, giornalista esperto di informatica del Roem.ru, si lamenta di quello che per lui è un problema di LiveJournal, ovvero la sua policy di poca trasparenza nel condividere i dati. Sostiene che i capi di LiveJournal avrebbero potuto rivelare i dati per consentire ai blogger di formarsi un'opinione personale, se davvero l'articolo sul Vedomosti è poco professionale come loro sostengono. Presenta inoltre tre diversi indicatori a sostegno della tesi principale dell'articolo: il pubblico della piattaforma va diminuendo nonostante gli utenti internet in Russia siano aumentati.
Il valore dell'effetto network
Anche i commentatori di Sinodov hanno discusso del ‘caso LiveJournal’ – e l'effetto network consolidatosi nell'arco di una decade.
Il commentatore anonimo Alter Ego,chiede perché nessuno altro ha provato a creare una copia di LiveJournal e se il problema non sia la piattaforma ma il format:
[…] преданных многопишущих юзеров, составляющих активную аудиторию, сервис в общем устраивает, им главное писать и писать куда-то, потому серьезно развивать сервис или делать более технологичный аналог нет смысла, […], а волна новых людей в такой формат не придет, как его ни развивай и ни оформляй?
L'utente Ilyin scrive che anche se gli account e i file dovessero migrare verso altre piattaforme, la questione reale diventerebbe spostare il network di relazioni tra utenti:
Путь на новые суперские платформы – это перефасовка с нарушением связности. […] Все связи – сразу оказываются под угрозой. Особенно не зафиксированные в логах, а зафиксированные в человеческих привычках. Мол: “патриотов я могу посмотреть в комментах к постам Тёмы”, “провинциальные сумасшедшие носят красный юзерпик с номером”.
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Molte piattaforme di pubblicazione online sono più grandi di una città, persino più grandi di certi Paesi. Diversamente dalle città, tuttavia, sono molto più vulnerabili alle decisioni dei dirigenti, alcune delle quali possono portare alla crescita o verso il declino. La velocità con cui gli utenti migrano, ovviamente, mitiga questa vulnerabilità. Tuttavia, maggiori sono i contenuti, le abitudini, e le relazioni create dagli utenti, più reali appariranno questi spazi.
Il caso di LiveJournal con il suo trasferimento da un investitore all'altro, le sue cifre poco trasparenti, il numero crescente di bot umani [en] e pubblicità a pagamento, ricorda il destino di MySpace, una piattaforma che un tempo valeva un miliardo di dollari, ma alla fine fu venduta per 50 milioni di dollari rimanendo relegata a una nicchia specifica di utenti.
Diversamente da LiveJournal, MySpace non è mai stata un'arena per dibattiti politici e libertà di parola in Paesi autoritari. Questo colloca in un'altra prospettiva il processo ora percepito come declinante e pone le seguenti domande: 1. Quanto tempo impiegheranno i blogger russi a ripristinare la loro connettività se LiveJournal continua nel suo declino? 2. Se non lo faranno, assisteremo al primo totale smantellamento di massa dei network digitali politicizzati? 2. Se lo faranno, quale nuova configurazione preferiranno: sarà una nuova piattaforma unica (come LiveJournal negli ultimi 10 anni), o un social network del momento, o un ibrido di diversi social network?