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Brasile: il caso Belo Monte va in tribunale

Categorie: America Latina, Brasile, Ambiente, Citizen Media, Cyber-attivismo, Indigeni, Legge, Politica, Sviluppo

Il sistema giudiziario brasiliano ha fornito nuove ragioni alle proteste contro la costruzione (iniziata lo scorso giugno [1] [it]) della centrale idroelettrica di Belo Monte. Una causa giudiziaria intentata nel 2006 dal Ministero Pubblico-Federale dello stato di Pará (MPF/PA) è stata riportata in aula il 17 ottobre scorso [2] [pt, eccetto ove diversamente indicato] nel Tribunale Federale Regionale della 1a Regione, nella capitale Brasilia.

L'azione mette in discussione l'Atto 788/2005 del Congresso Nazionale, che autorizzava la costruzione della diga senza la consultazione anticipata delle popolazioni indigene della città di Altamira e delle aree confinanti. La consultazione per un lavoro del genere è un diritto costituzionale previsto dall'Articolo 231.

Il seguente video, prodotto dal movimento Xingu Vivo Sempre, mostra la disapprovazione nei confronti della costruzione della diga e le richieste di tutela da parte delle popolazioni indigene del fiume Xingu:

 

 

MPF/PA ha pubblicato un sito ‘Belo Monte – problemi relativi al progetto e azioni del MPF [3]‘, in cui si possono seguire gli aggiornamenti, le azioni legali e le valutazioni riguardo il tema della centrale. Uno dei link contenuti nella lista del sito collega al blog Belo Monte de Violências [4] [gioco di parole con Belo Monte che si traduce in ‘Bellissima montagna di Violenza’], curato dal pubblico ministero del MPF/PA Felício Pontes Jr.

Il blog ha provocato numerose controversie; in esso, Pontes Jr ha pubblicato lo sfondo giudiziario del caso e alcuni articoli che ha scritto per criticare il progetto e le azioni prese dal Tribunale Civile. Inoltre, ha pubblicato un link che collega a una petizione contro la centrale, un banner del Movimento Xingu Vivo Sempre e il video ‘Difendendo i fiumi dell'Amazzonia [5]‘, che espone le conseguenze del progetto.

Nei primi di settembre, la Norte Energia S.A. (NESA), la compagnia responsabile della costruzione della diga, ha intentato una causa [6] contro Pontes Jr, chiedendogli di allontanarsi dal caso e di rimuovere il collegamento al suo blog dal sito del MPF/PA.

Cause legali in sospeso

Il Ministro delle Miniere e della Energia, Edson Lobão, e il Presidente del Brasile Dilma Rousseff fanno un brindisi alla distruzione della foresta da parte dalla centrale. Vignetta di Ju Borges (@peledaterra), dal Pele da Terra, ripresa con licenza. [7]

Il Ministro delle Miniere e della Energia, Edson Lobão, e il Presidente del Brasile Dilma Rousseff fanno un brindisi alla distruzione della foresta da parte dalla centrale. Vignetta di Ju Borges (@peledaterra), dal blog Pele da Terra, ripresa con licenza.

Al momento, ci sono varie cause legali che chiedono lo stop della costruzione della centrale elettrica. Una di queste è stata presentata dal Municipio di Altamira, insieme al MPF/PA. All'inizio, il sindaco di Altamira aveva aderito al progetto, ma ora afferma che le condizioni dell'accordo non sono state rispettate e che la città ha affrontato diversi problemi [8] [en] da quando la costruzione fu approvata.

Verso la fine di settembre, il Ministero Pubblico-Federale di Pará ha dichiarato nel suo profilo su Twitter:

@MPF_PA [9]: Íntegra do ofício da prefeitura de Altamira, da câmara e de mais de 40 associações pedindo suspensão de Belo Monte: http://bit.ly/r35c37 [10]

@MPF_PA [9]: Il documento completo presentato dal Municipio di Altamira, dalla sua assemblea e dalle 40 associazioni che richiedono la sospensione della diga: http://bit.ly/r35c37 [10]

Il Comune dichiara [11]:

Os estudos preliminares ao empreendimento criaram um sonho de uma Altamira de primeiro mundo, com uma infraestrutura urbana e saneamento nunca antes imaginada por nossa sociedade. Não pode agora a nossa população ver transformado este sonho em pesadelo, e passar a acreditar que essa obra só veio para agredir o meio ambiente e trazer miséria para a já sofrida população de Altamira.

Studi preliminari del progetto [Belo Monte] hanno fomentato il sogno di una Altamira del primo mondo, con infrastrutture urbane e nella sanità mai concepite prima. Il nostro popolo non vedrà questo sogno trasformarsi in un incubo e ha iniziato a credere che questo progetto è nato solo per attaccare l'ambiente e per portare ulteriore povertà alla gente di Altamira.

Secondo il sito di Xingu Vivo [12], docenti, studenti e la chiesa della vicina città Vitória do Xingu non approvano la mancanza di rispetto delle condizioni del progetto e hanno chiesto un'udienza pubblica per discuterne.

La dodicesima causa civile contro Belo Monte è stata intentata da contadini locali, stando a ciò che il 4 ottobre scorso ha dichiarato Verena Glass su Twitter:

@VerenaGlass [13]: 12a Ação Civil Publica Belo Monte: MPF quer obrigar NESA a respeitar direitos dos agricultores atingidos http://bit.ly/oauebT [14]

@VerenaGlass [13]:  dodicesima causa civile di Belo Monte: il Ministero Pubblico-Federale vuole obbligare la Norte Energia S.A. (NESA) a rispettare i diritti dei contadini colpiti http://bit.ly/oauebT [14]

La più efficace azione legale contro Belo Monte [15] è stata l'ingiunzione del 27 settembre, che ha interrotto i lavori sul fiume Xingu. La causa è stata intentata dall'Altamira Association of Breeders and Exporters of Ornamental Fish [Acepoat, Associazione degli Allevatori ed Esportatori di Pesci Ornamentali di Altamira]. Dato che l'Instituto per l'Ambiente e le Risorse Naturali Rinnovanili brasiliano (Ibama) aveva in precedenza autorizzato la pesca nel fiume Xingu da parte dell'Acepoat, il permesso per la costruzione della diga è incompatibile, in quanto limita l'accesso al fiume e altererebbe la fauna della regione.

Belo Monte, diritti umani e popolazioni indigene

L'impatto iniziale della diga è stato avvertito soprattutto tra gli indigeni della regione dello Xingu; secondo Xingu Vivo [16], la malaria e la mortalità infantile sono fenomeni in aumento nella loro popolazione, in quanto i servizi che ricevono sono di bassa qualità. Anche la deforestazione illegale è diventata più frequente.

Per tutte queste ragioni, il giornalista e blogger Leonardo Sakamoto [17] dice che Belo Monte è “ il nocciolo del discorso” del Presidente Dilma Rousseff, riferendosi allo storico discorso all'apertura dell'Assemblea Generale dell'ONU, lo scorso settembre (post [18] [en] da Global Voices). Sakamoto sottolinea [19] il bisogno del governo di dare una risposta all’appello emanato lo scorso aprile [20] dalla Commissione Interamericana dei Diritti Umani riguardo la protezione delle comunità indigene e altri gruppi.

Il 30 settembre, Kayopó “Cacique” Raoni, abitante del fiume Xingu, si trovava nelle sede dell'ONU a Ginevra, in Svizzera, dove in un video ha dichiarato che “non accetterà mai Belo Monte”. Il video è stato doppiato in portoghese e sottotitolato in inglese:

L'ultima grande protesta contro la centrale elettrica è avvenuta lo scorso agosto, raggiungendo proporzioni internazionali [21] [it]. L’ 11 ottobre scorso il movimento Xingu Vivo Sempre, una delle voci più attive contro Belo Monte, ha incitato alla protesta tramite Twitter, collegando la protesta contro la diga a quella globale del 15 ottobre.
In Brasile, la protesta per un reale democrazia [22] è avvenuta in molte città. Nel profilo Twitter @xinguvivo [23] si legge:

Porque Belo Monte é um projeto que vai na contramão do desenvolvimento que respeita a vida.#reasons15o [24]

Perchè Belo Monte è un progetto che va contro la tendenza di uno sviluppo rispettoso della vita. #reasons15o [24] (motivi per la protesta del 15 ottobre)

Il 15 ottobre, l'utente di YouTube rodrigoguim1 [25] ha pubblicato un video dell’ “Acampada Indígena”, a San Paolo:

 

 

Una nuova campagna mira a fare pressioni sul Tribunale Federale Regionale (TRF1) per portare in giudizio le dodici denunce contro Belo Monte. Il sito della campagna [26] ‘TRF1, la responsabilità di prevenire i crimini nel fiume Xingu è tua!’ mostra gli indirizzi email dei tre giuduci che stanno analizzando il caso del MPF/PA. Il processo è stato rimandato, e deve essere ancora programmato; sarà rimandato, nella situazione più ottimista [27], dopo un periodo di 15 giorni.