Per poche ore, il 27 ottobre, gli indigeni della regione del fiume Xingu hanno occupato il cantiere [pt, come gli altri link, eccetto ove diversamente segnalato] della costruzione della diga di Belo Monte prendendo ad esempio il movimento globale del 15 ottobre [it], in cui le strade sono state occupate per gridare contro la dominazione finanziaria, la corruzione e altre forme di coercizione capitalista.
Il movimento #OccupyBeloMonte
Il movimento Xingu Vivo spiega:
Cerca de 300 indígenas, pescadores e ribeirinhos da bacia do rio Xingu estão acampados pacificamente, desde a madrugada de hoje, no canteiro de obras de Belo Monte para exigir a paralisação das obras da usina hidrelétrica, em Altamira, no Pará. A rodovia Transamazônica, na altura do quilômetro 50, também foi interditada. O protesto não tem prazo para terminar.
Sebbene l'intenzione del movimento #OccupyBeloMonte fosse quello di occupare la centrale -di proprietà della società Norte Energia- a tempo indeterminato, in realtà la protesta durò fino al giorno seguente, come riporta il professor Sonia nel suo blog, Personal Escritor:
Foi expedida ordem judicial para que saíssem, mas houve resistência. A desocupação se deu hoje, 28 de outubro de 2011, através de policiais federais e de soldados da Força Nacional.
Il blogger Walter Gandarella, nel suo blog Pare Belo Monte critica la società Norte Energia, che lui chiama Morte Energia (gioco di parole), per aver portato avanti la costruzione della centrale senza aver prima consultato o rispettato la popolazione della zona:
Pois bem, dona Morte Energia, vocês não souberam ouvir as comunidades antes do início das obras, como manda a constituição e as leis para licenciamento ambiental, mas se dizem estar fazendo a coisa certa. É mesmo? […]
Como quem não deve, não teme, e já que a Norte Energia alega que ouviu todas as comunidades que seriam afetadas, qual o problema em provar isto levando a público estes relatórios bem como as provas documentais de cada reunião feita com as comunidades?
OK, ‘Signora Morte Energia’, non sei stata in grado di consultare le comunità indigene prima che iniziassero i lavori, consultazione obbligatoria prevista dalla costituzione e dalle leggi sulle autorizzazioni in materia di ambiente, ma hai detto di aver fatto la cosa giusta, vero? […]
Dando per scontato che chi non deve nulla, non ha paura di niente e considerando che la Norte Energia afferma di aver consultato le comunità che sarebbero state colpite, ci sono problemi nel verificare ciò che dice la Norte Energia fornendo relazioni e prove documentarie di ogni incontro con le comunità?
Gandarella critica anche la stampa brasiliana per aver taciuto sull'occupazione, dicendo che altrimenti “le notizie avrebbero completamente destabilizzato il governo brasiliano, fermamente deciso a continuare la costruzione della centrale”:
Muita gente, sabendo o mínimo sobre este empreendimento, já é logo contra este absurdo, imagina então se a maior parcela da população tomasse conhecimento? Realmente seria uma tragédia para os planos de “desenvolvimento sustentável” do país.
Lucas Morais, che scrive per Diário Liberdade, critica il governo per la sua intransigenza relativa alla costruzione della diga:
Mas, se o governo insiste na pauta dos Direitos Humanos, o que tem a dizer sobre os indígenas que ali têm suas terras tradicionais? E os ribeirinhos? E os mais de 300 mil habitantes da região que terão suas vidas afetadas diretamente? Será que Dilma Rousseff seguirá insistindo na pauta dos direitos humanos tendo em vista toda essa flagrante violência contra os povos originários e brasileiros?
Su Youtube, un video dell'utente Midialivre riporta immagini dell'occupazione del cantiere:
Nonostante numerose denunce [it] contro Belo Monte, lo scorso aprile il governo brasiliano è stato condannato dalla Commissione Interamericana dei Diritti Umani (IACHR) dell'Organizzazione degli Stati Sudamericani (OAS), la quale aveva fatto pressioni al governo per iniziare un dialogo con gli indigeni e gli abitanti del fiume che sarebbero stati colpiti dalla costruzione della diga sia direttamente sia indirettamente.
Dopo aver rifiutato l'ordine della Commissione, il paese è stato ancora una volta citato in giudizio per dare spiegazioni e per negoziare con le popolazioni locali in un incontro fissato per il 26 ottobre scorso a Washington. Ancora una volta il Brasile si è rifiutato persino di inviare un rappresentante al dialogo con le organizzazioni a sostegno delle vittime, fatto che potrà condurre a una nuova condanna.
L'intervento della Força Nacional
I nativi dell'area di Xingu hanno inviato una lettera aperta in cui affermano che nonostante siano stati cacciati dal cantiere dalla cosidetta Força Nacional, continueranno a opporsi alla costruzione di Belo Monte.
Le reazioni su Twitter non si sono fatte attendere. Il blogger e traduttore Lucas Morais critica la decisione del governo di imporre la presenza permanente della Força Nacional nel cantiere,volta a evitate nuove “invasioni”:
@Luckaz: Belo Monte terá alojamento para abrigar Força Nacional http://is.gd/HXDnDw Que beleza de direitos humanos, hein?
Il poliziotto civile Caetano Pacheco dice che l'iniziativa è illegale, dato che “la Força Nacional non c'è nell’ Art. 144 della Costituzione federale”:
@cp_vader: A Força Nacional é uma excrescência ilegítima criada por decreto. Não tem legitimidade conferida pela Constituição para agir como polícia.
L'organizzazione Justiça Global (@justicaglobal) scrive su Twitter che l'autostrada Transamazônica è stata bloccata, e sempre su Twitter il blog collettivo Pare Belo Monte (@PareBeloMonte) scrive che ci sono ventuno gruppi indigeni coinvolti nell'occupazione e nella lotta contro Belo Monte, insieme a pescatori e contadini locali.
Il professor Idelber Avelar sottolinea che alcune persone che hanno mostrato solidarietà al movimento di occupazione mondiale, hanno criticato l'occupazione di Belo Monte:
@iavelar: Gente que apoiou #OccupyWallStreet agora repete argumento da polícia EUA p/desqualificar ocupação de Belo Monte. Coerência manda lembranças.
Nonostante si temessero episodi di violenza durante la notte dato che i gruppi indigeni erano circondati da una schiera di poliziotti in tenuta antisommossa, di poliziotti militari e della Força Nacional, lo sgombero è avvenuto in tutta tranquillità il giorno seguente.
È stato creato un gruppo su Facebook con lo scopo di aggiornare sull'occupazione e sulle prossime mosse della comunità indigena locale che, stando a un commento ampiamente condiviso da numerosi movimenti, ha promesso di resistere.