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Brasile: il movimento #OccupyBeloMonte viene cacciato dal cantiere

Categorie: America Latina, Brasile, Ambiente, Citizen Media, Cyber-attivismo, Diritti umani, Governance, Indigeni, Politica, Protesta, Sviluppo

Per poche ore, il 27 ottobre, gli indigeni della regione del fiume Xingu hanno occupato il cantiere [1] [pt, come gli altri link, eccetto ove diversamente segnalato] della costruzione della diga di Belo Monte prendendo ad esempio il movimento globale del 15 ottobre [2] [it], in cui le strade sono state occupate per gridare contro la dominazione finanziaria, la corruzione e altre forme di coercizione capitalista.

Il movimento #OccupyBeloMonte

Il movimento Xingu Vivo spiega [3]:

Cerca de 300 indígenas, pescadores e ribeirinhos da bacia do rio Xingu estão acampados pacificamente, desde a madrugada de hoje, no canteiro de obras de Belo Monte para exigir a paralisação das obras da usina hidrelétrica, em Altamira, no Pará.  A rodovia Transamazônica, na altura do quilômetro 50, também foi interditada. O protesto não tem prazo para terminar.

Un indigeno brandisce arco e frecce davanti al cantiere di Belo Monte. © Ivan Canabrava/ Illuminati filmes sul sito di Xingu Vivo (ripresa con licenza) [4]

Un indigeno brandisce arco e frecce davanti al cantiere di Belo Monte. © Ivan Canabrava/ Illuminati filmes sul sito di Xingu Vivo (ripresa con licenza)

Quasi trecento indigeni, pescatori e abitanti della zona del fiume Xingu si sono pacificamente accampati, sin dall'alba, nel cantiere di Belo Monte per richiedere lo stop dei lavori della centrale elettrica di Altamira, stato di Pará. Anche il progetto per la costruzione dell'autostrada Transamazônica, lunga quasi cinquanta km, è stato bloccato [5] [it]. La protesta non ha limiti di scadenza.

Sebbene l'intenzione del movimento #OccupyBeloMonte fosse quello di occupare la centrale -di proprietà della società Norte Energia-  a tempo indeterminato, in realtà la protesta durò fino al giorno seguente, come riporta [6] il professor Sonia nel suo blog, Personal Escritor:

Foi expedida ordem judicial para que saíssem, mas houve resistência. A desocupação se deu hoje, 28 de outubro de 2011, através de policiais federais e de soldados da Força Nacional.

È stata emanata un'ingiunzione affinchè la zona venisse sgomberata, ma c'è stata resistenza. L'ordinanza è stata attuata il 28 ottobre scorso dalla polizia federale e dai soldati della Força Nacional [7] [en].

Il blogger Walter Gandarella, nel suo blog Pare Belo Monte critica [8] la società Norte Energia, che lui chiama Morte Energia (gioco di parole),  per aver portato avanti la costruzione della centrale senza aver prima consultato o rispettato la popolazione della zona:

Pois bem, dona Morte Ener­gia, vocês não sou­be­ram ouvir as comu­ni­da­des antes do iní­cio das obras, como manda a cons­ti­tui­ção e as leis para licen­ci­a­mento ambi­en­tal, mas se dizem estar fazendo a coisa certa. É mesmo? […]

Como quem não deve, não teme, e já que a Norte Ener­gia alega que ouviu todas as comu­ni­da­des que seriam afe­ta­das, qual o pro­blema em pro­var isto levando a público estes rela­tó­rios bem como as pro­vas docu­men­tais de cada reu­nião feita com as comu­ni­da­des?

OK, ‘Signora Morte Energia’, non sei stata in grado di consultare le comunità indigene prima che iniziassero i lavori, consultazione obbligatoria prevista dalla costituzione e dalle leggi sulle autorizzazioni in materia di ambiente, ma hai detto di aver fatto la cosa giusta, vero? […]

Dando per scontato che chi non deve nulla, non ha paura di niente e considerando che la Norte Energia afferma di aver consultato le comunità che sarebbero state colpite, ci sono problemi nel verificare ciò che dice la Norte Energia fornendo relazioni e prove documentarie di ogni incontro con le comunità?

Gli indigeni protestano davanti al cantiere. © Ivan Canabrava/ Illuminati filmes sul sito di Movimento Xingu Vivo (ripresa con licenza). [4]

Gli indigeni protestano davanti al cantiere. © Ivan Canabrava/ Illuminati filmes sul sito di Movimento Xingu Vivo (ripresa con licenza).

Gandarella critica [9] anche la stampa brasiliana per aver taciuto sull'occupazione, dicendo che altrimenti “le notizie avrebbero completamente destabilizzato il governo brasiliano, fermamente deciso a continuare la costruzione della centrale”:

Muita gente, sabendo o mínimo sobre este empre­en­di­mento, já é logo con­tra este absurdo, ima­gina então se a maior par­cela da popu­la­ção tomasse conhe­ci­mento? Real­mente seria uma tra­gé­dia para os pla­nos de “desen­vol­vi­mento sus­ten­tá­vel” do país.

Molti, conoscendo al minimo quest'iniziativa, immediatamente si sono schierati contro questa assurdità; potete immaginare se molta più gente ne fosse stata a conoscenza? Sarebbe stata una vera tragedia per i piani di “sviluppo sostenibile” del paese.

Lucas Morais, che scrive per Diário Liberdade, critica [10] il governo per la sua intransigenza relativa alla costruzione della diga:

Mas, se o governo insiste na pauta dos Direitos Humanos [11], o que tem a dizer sobre os indígenas que ali têm suas terras tradicionais? E os ribeirinhos? E os mais de 300 mil habitantes da região que terão suas vidas afetadas diretamente? Será que Dilma Rousseff seguirá insistindo na pauta dos direitos humanos tendo em vista toda essa flagrante violência contra os povos originários e brasileiros?

Ma, se il governo insiste sulla questione dei diritti umani, cosa può dire degli indigeni che hanno le loro terre lì? E gli abitanti del fiume? E gli oltre trecentomila abitanti della regione che saranno direttamente colpiti? Può essere che Dilma Rousseff [presidente del Brasile] continuerà a insistere sulla questione dei diritti umani alla vista di tanta spudorata violenza nei confronti dei nativi e dei brasiliani?

Su Youtube, un video dell'utente Midialivre [12] riporta immagini dell'occupazione del cantiere:

 

 

Nonostante numerose denunce [13] [it] contro Belo Monte, lo scorso aprile il governo brasiliano è stato condannato [14] dalla Commissione Interamericana dei Diritti Umani (IACHR) dell'Organizzazione degli Stati Sudamericani (OAS), la quale aveva fatto pressioni al governo per iniziare un dialogo con gli indigeni e gli abitanti del fiume che sarebbero stati colpiti dalla costruzione della diga sia direttamente sia indirettamente.

Dopo aver rifiutato l'ordine della Commissione, il paese è stato ancora una volta citato in giudizio [15] per dare spiegazioni e per negoziare con le popolazioni locali in un incontro fissato [16] per il 26 ottobre scorso a Washington. Ancora una volta il Brasile si è rifiutato [17] persino di inviare un rappresentante al dialogo con le organizzazioni a sostegno delle vittime, fatto che potrà condurre a una nuova condanna.

L'intervento della Força Nacional

Arrivo della polizia che sgombererà il cantiere. Foto di Movimento Xingu Vivo (CC BY 3.0) [3]

Arrivo della polizia che sgombererà il cantiere. Foto di Movimento Xingu Vivo (CC BY 3.0)

I nativi dell'area di Xingu hanno inviato una lettera aperta in cui affermano [4] che nonostante siano stati cacciati dal cantiere dalla cosidetta Força Nacional, continueranno a opporsi alla costruzione di Belo Monte.

Le reazioni su Twitter non si sono fatte attendere. Il blogger e traduttore Lucas Morais critica la decisione del governo di imporre la presenza permanente della Força Nacional nel cantiere,volta a evitate nuove “invasioni”:

@Luckaz [18]: Belo Monte terá alojamento para abrigar Força Nacional http://is.gd/HXDnDw [19] Que beleza de direitos humanos, hein?

@Luckaz [18]: Belo Monte sarà attrezzata per ospitare la Força Nacional http://is.gd/HXDnDw [19] Belli i diritti dell'Uomo, no?

Il poliziotto civile Caetano Pacheco dice che l'iniziativa è illegale, dato che [20] “la Força Nacional non c'è nell’ Art. 144 della Costituzione federale”:

@cp_vader [21]: A Força Nacional é uma excrescência ilegítima criada por decreto. Não tem legitimidade conferida pela Constituição para agir como polícia.

@cp_vader [21]: La Força Nacional è un corpo di polizia illegittimo creato da una decreto. Non ha la legittimità conferita dalla Costituzione di attuare come polizia.

L'organizzazione Justiça Global (@justicaglobal) scrive [22] su Twitter che l'autostrada Transamazônica è stata bloccata, e sempre su Twitter il blog collettivo Pare Belo Monte (@PareBeloMonte) scrive [23] che ci sono ventuno gruppi indigeni coinvolti nell'occupazione e nella lotta contro Belo Monte, insieme a pescatori e contadini locali.

Il professor Idelber Avelar sottolinea che alcune persone che hanno mostrato solidarietà al movimento di occupazione mondiale, hanno criticato l'occupazione di Belo Monte:

@iavelar [24]: Gente que apoiou #OccupyWallStreet [25] agora repete argumento da polícia EUA p/desqualificar ocupação de Belo Monte. Coerência manda lembranças.

@iavelar [24]: La gente che ha sostenuto il movimento #OccupyWallStreet ora sta rinnovando la richiesta della polizia statunitense di impedire l'occupazione di Belo Monte. “Coerenza, inviaci dei segnali”.

Nonostante si temessero episodi di violenza [3] durante la notte dato che i gruppi indigeni erano circondati da una schiera di poliziotti in tenuta antisommossa, di poliziotti militari e della Força Nacional, lo sgombero è avvenuto in tutta tranquillità il giorno seguente.

È stato creato un gruppo su Facebook [26] con lo scopo di aggiornare sull'occupazione e sulle prossime mosse della comunità indigena locale che, stando a un commento ampiamente [27] condiviso da numerosi movimenti, ha promesso di resistere.