Nel dicembre del 2006, un Ceiba [it] venne abbattuto nel quartiere San Agustín dell'Avana, la capitale di Cuba. Quell'albero centenario non era una pianta qualsiasi: era considerato un'eredità culturale caraibica, nonché il simbolo stesso della città.
Quel triste evento spinse alcuni giovani cubani a fondare un gruppo che chiamarono El Guardabosques, il cui obiettivo era di “contribuire a migliorare la gestione degli spazi verdi nelle aree urbane”.
Per denunciare la morte dell'esemplare di Ceiba, El Guardabosques diffuse la notizia nel web, inviando centinaia di email, alcune delle quali erano dirette anche alle istituzioni governative.
“Le reazioni alla notizia furono incredibili” afferma Isbel Díaz, fondatore del gruppo ambientalista, “e questo ci spinse a creare una newsletter.”. Ancora oggi, il gruppo continua a pubblicare gratuitamente la newsletter “per denunciare i saccheggi anti-ecologici nelle città”.
I membri del progetto riconoscono il ruolo estremamente importante svolto dalla tecnologia e dalle reti virtuali nella creazione della loro comunità. Isbel Díaz ritiene che la rete sia un mezzo potentissimo, che permette di costruire “canali di comunicazione per la denuncia di istituzioni private o statali che danneggiano l'ambiente violando la legge.”.
El Guardabosques è un gruppo non istituzionale, costituito da persone che amano la natura e che cercano di proteggere l'ambiente:
A partir de un núcleo inicial de unas cinco personas, todas vecinos de San Agustín, se han ido sumando puntualmente personas y colectivos a este trabajo. Hay quienes han estado solo en la siembra de una postura y nunca más hemos coincidido, y están quienes han participado en casi todo lo que se hace.
L'aspetto più significativo del progetto è che si basa su un modello di democrazia partecipativa. El Guardabosques accoglie chiunque e non ci sono limitazioni di età, sesso, orientamento sessuale, credo religioso, appartenenza politica o condizione economica.
Nel corso degli anni, gli attivisti di El Guardabosques non si sono concentrato solo sulla distribuzione della newsletter, ma si sono impegnati in centinaia di progetti ecologici, ripulendo fiumi, spiagge e discariche di rifiuti. Inoltre, hanno coordinato diverse attività volte a tutelare gli alberi e piantando nuovi esemplari.
Attualmente, la newsletter di El Guardabosques conta un migliaio di iscritti, il 78% dei quali risiedono a Cuba e accedono a Internet dalle università, da istituti di ricerca, da associazioni culturali e artistiche. Il gruppo ha anche partecipato ad eventi come “We think Cuba”, coordinato dalla Hermanos Saiz Association [es, come gli altri link eccetto ove diversamente indicato].
Nel giugno 2009, El Guardabosque si è unito alla Red Protagónica Observatorio Crítico, una rete di persone che si occupa di progetti relativi a problemi d'infanzia, diversità sessuale, razzismo, divulgazione di informazioni e promozione culturale. Nel 2010, i membri di quesa comunità hanno festeggiato il quarto incontro piantando un Cordia Boissieri [en](Anacagüita) nel giardino di un asilo.
Leggiamo nella newsletter:
Trabajadoras del centro, encabezadas por su amable directora, niños de la comunidad, miembros de la Red Protagónica Observatorio Crítico, e invitados al evento decidimos colectivamente el mejor sitio para sembrar el arbolito, cavamos el hoyo, y sembramos y regamos la planta.
Incredibilmente, dalla morte del Ceiba, l'albero simbolo di Havana, è nata una splendida comunità di persone che si battono per la salvaguardia dell'ambiente. Da più di cinque anni, El Guardabosques si impegna per creare un mondo più verde, espandendo la comunità di ambientalisti e creando uno spazio per collaborare insieme ad altri gruppi.
1 commento
ademas de sembrar arboles que crearan el verde futuro , seria bueno que se sepa que en italia se realizo un proceso juridico en el cual se llego a dar razon a los ciudadanos , que murieron de cancer provocado por las laminas de fibro cemento y iguales a las que que se venden en cuba y que contienen amianto , este es danino a la salud y provoca cancer y la muerte de ciudadanos que desconocen que tienen en el techo de sus casas este material difuso en todo el territorio nacional .crear una comision que verifique esto seria una buena causa para todos los cubanos que no saben que su salud y la de sus uhijos estan en peligro .