Egitto: traffico di organi umani ai danni di rifugiati nel Sinai

Diversi gruppi internazionali a sostegno dei diritti umani, inclusi quelli presenti in Israele, hanno formulato pesanti accuse circa il sequestro di rifugiati africani a fini di estorsione, tortura e traffico di organi. L'associazione Israeli Physicians for Human Rights [en, come i link successivi eccetto ove diversamente indicato] (Medici Israeliani per i Diritti Umani), per esempio, riferisce che “Centinaia di rifugiati sono ancora prigionieri in Sinai” e “vengono sottoposti ad abusi fisici, torture, stupri sistematici, fino alla morte, tutto ciò con l'unico scopo di ottenere decine di migliaia di dollari come prezzo di riscatto per il loro rilascio.”

Nondimeno, desta particolare preoccupazione un recente servizio della CNN secondo cui sembra in aumento il mercato illegale di organi umani. L'inchiesta riporta le testuali parole di un capo tribù: “Il traffico di organi è una delle attività più remunerative, seconda solamente a quella delle armi. Porta introiti superiori a quelli dello spaccio di droga e della prostituzione.”

[Attenzione: il seguente video contiene immagini che potrebbero urtare la sensibilità di qualcuno]

 

israel matzav commenta così la notizia:

Nella nostra regione ha luogo il traffico di organi e la sua pratica si estende lungo tutto il confine Egiziano-Israeliano. Eppure lo avete saputo da sempre, no? Oh, aspetta un momento – non potevate saperlo perché davate retta a Carl Bildt e Donald Bostrom e pensavate che fossero gli ebrei a rubare gli organi. Ebbene, non è così. Sono gli arabi beduini che risiedono nella parte settentrionale della penisola del Sinai. E portano via gli organi ai rifugiati africani.

The Jewish Daily Forward rilancia in maniera analoga:

Viene più volte denunciata l'attività di contrabbandieri beduini egiziani dediti all'uccisione dei migranti africani che tentano di penetrare in Israele, allo scopo di asportarne gli organi. Per la precisione, i beduini drogano i migranti che non riescono a pagare loro il compenso dovuto, li squartano, fanno man bassa dei loro organi e li abbandonano alla morte nel Sinai.

[…]

Il Jerusalem Post fa riferimento ad una inchiesta della CNN che cita una fonte diretta che sostiene che un ospedale del Cairo invia cliniche mobili dotate di attrezzatura all'avanguardia e sottopone i migranti ad indagini mediche per individuare i soggetti adatti all'asportazione di organi sani. Fatto ciò, si passa all'intervento chirurgico, che viene eseguito seduta stante, nel bel mezzo del deserto. I medici pagano alla tribù Sawarka 20 mila dollari e oltre per un organo.

In questi periodi di tensione, Jerusalem Diaries è uno dei tanti blog ad aver pubblicato ciò sostiene essere la lettera di un riservista israeliano che presta servizio al confine con l'Egitto:

Diversi anni fa è iniziato l'esodo dei rifugiati africani attraverso il confine egiziano del Sinai verso Israele, alla ricerca di asilo dopo le atrocità del Darfur. Quel che era iniziato con un esiguo numero di uomini, donne e bambini in fuga dai machete dei Janjaweed e dalla violenza dei fondamentalisti alla ricerca di una vita migliore, si è trasformato in una industria organizzata di traffico umano. In cambio di enormi somme di denaro, a volte risparmi di intere vite pagati alle “guide” beduine, a questi profughi si promette che verranno trasportati dal Sudan, dall'Eritrea o qualche altro Paese africano, attraverso l'Egitto e il deserto del Sinai, sino al rifugio sicuro di Israele.

Ascoltiamo sempre più spesso le orribili storie di atrocità patite da questi profughi nel loro viaggio verso la libertà. Sono soggetti e vittime di estorsione, stupro, tortura e persino furto di organi e i loro corpi vengono abbandonati alla decomposizione nel deserto.
Se, per loro fortuna, sono sopravvissuti a questa orribile esperienza il cui prezzo è la libertà, quando li separa da Israele e dal loro traguardo solamente un recinto di filo spinato, si ritrovano a dover fare la grande corsa contro la morte cercando di schivare le pallottole dei soldati egiziani appostati lungo il confine. I soldati egiziani hanno il preciso ordine di colpire a morte chiunque tenti di attraversare il confine dall'Egitto verso Israele. Evento che si verifica immancabilmente ogni notte.

Anche Rebel With A Cause, blog egiziano, dimostra apprensione:

Le organizzazioni egiziane per i diritti umani avevano già manifestato in passato la loro proccupazione per le torture, gli stupri e il traffico di organi ai danni dei rifugiati africani in Sinai, ma gli ufficiali si erano rifiutati di ammettere la cosa o di prendere alcun provvedimento al riguardo.
La situazione non sembra mutare e il nostro governo non vuole intervenire per far cessare questa tragedia.

Purtroppo abbiamo avuto brutte esperienze nel gestire i rifugiati in Egitto. Costoro lasciano i loro Paesi in fuga da guerre, persecuzioni o condizioni economiche terribili per far fronte a ulteriori avversità in Egitto.[…]

[…]

Questa situazione tragica non può durare. Il governo deve prendere posizione e metter fine a queste gravi violazioni. È orribile che questi uomini, donne e bambini fuggano dal loro Paese per salvarsi la vita e si ritrovino in condizioni altrettanto difficili se non peggiori. Occorre maggiore attenzione per i rifugiati e la loro situazione, e  si dovrebbe metter fine alle atrocità che li attanagliano.

Proteste davanti all'ambasciata USA protestano contro il traffico illegale di rifugiati eritrei uccisi, si presume, mentre attraversavano il Sinai. Immagine di carlos van as, copyright Demotix (25/11/11).

Proteste davanti all'ambasciata USA contro il traffico illegale di rifugiati eritrei uccisi, si presume, mentre attraversavano il Sinai. Immagine di carlos van as, copyright Demotix

Qui è possibile firmare la petizione contro il traffico di organi dei rifugiati in Egitto.

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