A partire dal 29 dicembre scorso su Twitter è iniziato un flusso inarrestabile di messaggi che facevano riferimento a un grave incendio scoppiato nel parco nazionale di Torres del Paine [it], una delle attrazioni turistiche più note del Cile e classificato come “Riserva della Biosfera” dall'UNESCO. Una delle prime persone a parlare dell'incendio è stato il giornalista Gonzalo Ramírez (@tvn_gonzalo) [es, come tutti gli altri link tranne ove diversamente indicato]:
Malas noticias desde Torres del Paine. Ya van 1500 hectáreas afectadas por incendio descontrolado.
Questo disastro ecologico ha profondamente scosso i netizen cileni: le reti sociali sono perciò diventate il mezzo per esprimere le loro preoccupazioni, dare voce alla loro rabbia e alla loro tristezza ma anche alle loro speranze che l'incendio venisse presto domato. Su Twitter, “Torres del Paine” è diventato un trend topic mentre l'hashtag #salvemostorresdelpaine (#SalviamoTorres delPaine) viene utilizzato per condividere informazioni e commenti sull'evento.
A fine dicembre, il fuoco aveva già distrutto 11.000 ettari di territorio in soli 4 giorni, ovvero una superficie equivalente a 21 mila campi da calcio, come illustra un grafico pubblicato dal portale informativo Sentidos Comunes. Lo stesso giorno, Vicente Nuñez, direttore dell'Agenzia Nazionale per le Emergenze del Ministero dell'Interno cileno (ONEMI), scrive:
“Estamos ante una situación altamente compleja, con un escenario de carácter extremo, principalmente por condiciones de topografía, fuertes vientos y estado de vegetación altamente combustible”
Le reazioni dell'opinione pubblica al disastro sono confluite sui social media, tra cui figura anche il quotidiano online El Dinamo, che ha utilizzato Storify per raccogliere le foto dell'incendio scattate e rilanciate dagli utenti di Twitter. In modo analogo, l'utente Reggaetonmusicfull ha pubblicato sul suo profilo YouTube questo video da lui girato proprio mentre era in corso l'operazione di evacuazione dal parco.
Con il trascorrere del tempo, tra i netizen c'è stato un crescendo di indignazione per il fatto che non era percepibile una chiara strategia organizzativa da parte delle autorità, né un'adeguata copertura della notizia da parte dei mass media.
Simón Boric Font (@sboric), un giornalista della Regione delle Magellane, ha ricordato l'incidente aereo che, a settembre 2011, ha provocato 21 vittime nell'arcipelago Juan Ferández:
A Juan Fernández mandaron 3 fragatas, 15 aviones y más de 500 hombres. En Torres de Paine hay 25 soldados chilenos y 23 ARGENTINOS (Chauque)
In un comunicato rilanciato da diversi media online, Luis Mariano Rendón, coordinatore dell'ONG Acción Ecológica, nota per la sua opposizione al progetto della centrale elettrica di HidroAysén [it], spiega:
“Hubiésemos querido ver a este Gobierno, que es tan ágil para lanzarle agua a la ciudadanía que lucha por sus derechos, ser igualmente ágil para lanzarle agua a las llamas que consumen nuestro patrimonio natural”
Luis Sandoval Pérez (@orpheoslira) uno studente di psicologia che abita a Punta Arenas evidenzia che:
Los twitteros los únicos informantes wn, que cuático. Los medios guatiando #salvemostorresdelpaine
Altri hanno ricordato che nel 2005 si era già verificato un incendio simile ma non è stata adottata alcuna misura per migliorare il livello di sicurezza di quelle zone; inoltre, le sanzioni inflitte ai colpevoli furono irrisorie. Il disegnatore Marcial Barría (@marcialbarria) lamenta che:
Por lo visto.. el incendio del 2005 en el Parque no dejó ninguna lección. #salvemostorresdelpaine
@elquenoaporta commenta su Twitter:
Turistas rayan en Cusco: presos. Turista provoca, en 2005, incendio de 17.000 has en Torres del Paine: multa de $120 mil. #asinosepuede
Intanto il governo cileno ha dichiarato Torres del Paine “zona di catastrofe” sancendo la chiusura del parco durante tutto il mese di gennaio. Il Presidente ha inoltre richiesto il supporto di altri paesi come gli Stati Uniti, l'Australia e l'Argentina per contrastare l'incendio.
Anche alcuni turisti stranieri, che si trovavano nel parco quando è divampato l'incendio, condividono le loro testimonianze su Internet.
Miguel Angel Guevara, autore di Global Voices, racconta via e-mail:
Estaba en las torres del paine cuando nos tuvieron que evacuar, ayer regresé a puerto natales, hay mucha información aquí en el pueblo pero muchos rumores. […] La situacion ha evolucionado demasiado rápidamente, nos enteramos del incendio hace dos días cuando estábamos en el campamento italiano, y supimos que no podríamos ir al glaciar grey, después en la noche empezó a llegar olor a quemado al parque, y al siguiente día el guarda parques nos despertó a todos en el campamento para decirnos que había que evacuar. Evacuamos, pero ya en el horizonte no se veía nada, estaba lleno de humo, a mi me dieron naúseas al intentar caminar.
L'utente Stephanie (“The Travel Chica”), commenta così in calce al post “Il Cile piange mentre le sue bellezze bruciano: incendio nel parco di Torres del Paine” [en] pubblicato sul blog Matador:
Il parco avrebbe dovuto essere chiuso prima. Le guide che uscivano dal parco sapevano che l'incendio era fuori controllo già il secondo giorno […] Ho parlato con diverse persone evacuate dal parco che mi hanno raccontato che non avevano ricevuto alcuna informazione durante le ore di attesa nei rifugi, mentre guardavano le fiamme e il fumo avvicinarsi. Ad alcuni è stato persino chiesto del denaro per poter fuggire a bordo di imbarcazioni turistiche sul lago Grey. […]
Anche la blogger Claudia Saunders si trovava a Torres del Paine quando è iniziato l'incendio e dopo essere stata evacuata, pubblica sul suo blog un appello all'azione [en] che fa eco ai sentimenti e alle speranze di quanti seguono da vicino gli eventi:
È con un peso sul cuore e tristezza nell'animo che scrivo questo post. Torres del Paine sta bruciando. Si è trattato di un atto di irresponsabilità, egoismo e stupidità. Non è permessa l'accensione di fuochi nel parco, è una delle poche regole imposte per proteggere questo luogo incredibile. Chiunque sia stato qui sa perché, i venti patagonici sono estremamente forti. Però un gruppo di persone ha pensato che questa regola per loro non valesse. Con un misto di disperazione e rabbia ho visto come nubi rosse e marrone che valicavano i crinali e riempivano tutta la valle di fumo… e ho pianto. […]
[…] Sto chiedendo a tutti di fare la propria parte e di rivolgere i nostri pensieri alla sicurezza e al benessere di tutti coloro che si sono immediatamente attivati per combattere l'incendio, pregando per un rapido e positivo epilogo di tutto questo.
Ho visto giovani e meno giovani, militari e guardiaboschi, gauchos e guide turistiche abbandonare tutto e in poco tempo montare a cavallo, mettersi in marcia, in auto o in barca per portarsi in prossimità dei roghi e cercare di domarli. Questa è la loro casa. Questo è la loro ricchezza. Questa è la loro fonte di sostentamento e stanno lottando per salvaguardarla.
Aggiornamento: a inizio anno l'incendio è stato quasi interamente domato, tanto da permettere la parziale riapertura ai visitatori delle zone del Parco non interessate direttamente dalle fiamme. Permangono alcuni focolai attivi ma, anche in questo caso, la situazione risulta totalmente sotto controllo.