Nel pomeriggio di venerdì 20 gennaio è stata resa nota la decisione [es, come tutti gli altri link] del Comitato Nazionale per le Elezioni (Jurado Nacional de Elecciones -JNE), che ha rifiutato, per la seconda volta, la richiesta di iscrizione come partito politico del “Movimento Per l'Amnistia e i Diritti Fondamentali” (MOVADEF). Immediate le reazioni nei social network, mentre il giorno dopo anche le testate tradizionali hanno dato un ampio resoconto dell'argomento. Ma che cos'è il MOVADEF, e perchè ciò ha provocato reazioni così forti?
Secondo quanto si legge nel blog del MOVADEF, si tratta di
[un] movimiento constituido para aportar a la solución de los problemas de nuestro país, de la nación peruana, de nuestro pueblo trabajador y explotado luchando por sus derechos fundamentales y por la democratización de la sociedad peruana.
[un] movimento formato per giungere alla soluzione dei problemi del nostro paese, della nazione peruviana, del popolo di lavoratori sfruttati, lottando per i diritti fondamentali e per la democratizzazione della società peruviana.
Ma nella sezione del blog dedicada al giornale del movimento “Amnistía General“, ne è disponibile un numero, con una foto in primo piano di Abimael Guzmán seguita da un testo in cui ne viene chiesta la liberazione, evidenziando così che in pratica si tratta di un movimento di facciata del gruppo terrorista Sendero Luminoso (SL).
La possibilità che la richiesta di iscrizione fosse approvata, unita quindi all’annullamento della prima decisione, e poi di fatto il rigetto dell'istanza, ha dato luogo a presìdi e manifestazioni di protesta. Tuttavia la domanda che molti peruviani si pongono è “Come è potuto succedere?”. In che modo un gruppo terrorista che ha danneggiato così gravemente il Paese è arrivato a ottenere più di 350.000 firme di adesione? È possibile che in seno alla democrazia si annidino gruppi estremisti?
Negli editoriali, i tentativi di risposta sono vari. Mentre qualcuno propone di riportare in auge una canzone degli anni novanta che “mette insieme con ironia e humor, il terrorismo, la corruzione e la mediocrità dei partiti politici”, qualcun'altro paragona il rifiuto del terrorismo da parte del MOVADEF a quello dell'allenatore di calcio Mourinho, “quando dice che non gli interessa la partita con il Barcellona”.
Si dice anche che “quest'incursione democratica” è solo “una mossa obbligata dalla detenzione del loro capo”, e si ricorda inoltre che “a suo tempo, la Comissione per la Verità e la Riconciliazione ha affermato che SL non può trovare spazio all'interno della nostra democrazia.” Ma come segnala un altro opinionista: “Ciò a cui assistiamo in questi giorni dovrebbe suscitare una riflessione più profonda sul fatto che occorre fare di più per contrastare queste idee fanatiche”.
Tuttavia, tutto questo non è nato all'improvviso. Così come negli anni '80 non si diede peso al terrorismo fino a quando non arrivò a Lima, da diverso tempo si sono avuti segnali ai quali non è stata data la dovuta importanza. Dal 2010 era già di pubblico dominio che il MOVADEF, il cui nucleo è formato da membri della fazione “acuerdista” di SL, avrebbe tentato di trasformarsi in un partito politico legale. Nel blog Apuntes Peruanos si sono registrati, nel 2011, un paio di interventi in appoggio a tale decisione. Più recentemente Francisco Canaza, autore del citato blog, poneva la seguente riflessione:
Luego de años de combate legítimo contra la insanía, ciertos sectores de la sociedad peruana han terminado por abandonar la causa del Estado contra el terrorismo e incluso han terminado abrazando a los terroristas. […] Ese es el marco de pasividad. Una situación en que [se lanza] un panegírico en el que [se] analiza y pondera un supuesto conflicto de “libertad de opinión” aún sabiendo que el tema de fondo es la participación política de un grupo antidemocrático. El falso debate de “libertad de opinión y de ideas” es justamente el argumento de MOVADEF.
Dopo anni di lotta legittima contro questa follia, certi settori della società peruviana hanno finito per abbandonare la causa dello Stato contro il terrorismo, e hanno finito persino per abbracciare i terroristi. […] Questa è la dimostrazione della passività. Una situazione in cui [si lancia] un panegirico nel quale [si] analizza e si valuta attentamente un presunto conflitto di “libertà di opinione”, nonostante sia chiaro che il tema di fondo è la partecipazione politica di un gruppo antidemocratico. Il falso dibattito sulla “libertà di opinione e di idee” è l'argomento del MOVADEF ovviamente.
Nel blog di Ideele Radio, si cita quanto dice l'analista Carlos Tapia a proposito delle probabili intenzioni di SL di chiedere la sua iscrizione come partito tramite il MOVADEF:
“Una hipótesis es que al interior del Movadef hayan sectores propiamente senderistas, porque ojo ellos dicen que no son el Partido Comunista del Perú-Sendero Luminoso (PCP-SL). De las 350 mil firmas que han presentado, entre unas 5 mil u 8 mil firmas deben ser de gente seguidora del PCP-SL y el resto es gente ingenua […] Pero, esos militantes del PCP-SL están presionando para que [Movadef] diga: ‘cuidado, si no nos inscriben nos están cerrando las puertas de la legalidad, por lo tanto –según ellos– se abren las puertas legítimas de la violencia’”
Anotó, sin embargo que la conjetura principal está vinculada a que el propósito del Movadef sería ir acumulando fuerzas para presentar su caso a la Corte Interamericana de Derechos Humanos y argumentar que son una supuesta fuerza democrática víctima de “la derecha bruta, achorada y recalcitrante” porque se le impide su inclusión en el Registro de Organizaciones Políticas del JNE.
Un'ipotesi è che all'interno del Movadef ci siamo settori propriamente senderisti, perchè attenzione, li sento dire che non sono il Partito Comunista del Perú-Sendero Luminoso (PCP-SL). Delle 350 mila firme che hanno presentato, 5 mila – 8 mila firme sono di persone che seguono il PCP-SL, mentre il resto è gente ingenua […] Però, questi militanti del PCP-SL stanno facendo pressioni affinchè il [Movadef] dica: ‘attenzione, se non ci accettate, state chiudendo le porte della legalità, e quindi –secondo loro– si aprono le porte legittime della violenza’.
Tuttavia, ha fatto notare che la congettura principale è vincolata al fatto che il proposito del Movadef sarebbe accumulare via via le forze per presentare il caso alla Corte Interamericana per i Diritti Umani e argomenta che essi sono una presunta forza democratica vittima della “destra bruta, ignorante e recalcitrante” perchè viene impedita la loro inclusione nel Registro delle Organizzazioni Politiche del JNE.
Da parte sua il giornalista Jaime del Castilloreplica così alle apparizioni mediatiche dei membri del MOVADEF:
Y que bueno que hayamos escuchado a la propia juventud integrante del MOVADEF decir que el sanguinario y enloquecido criminal ABIMAEL GUZMAN REINOSO no es un TERRORISTA … afirmación que indigna y que subleva … porque dicha declaración en medio televisivo hace unas horas de la mencionada juventud MOVADEF demuestra el altísimo grado de cinismo y de perversión ideológica que ostentan estos TERRORISTAS-EMBOZADOS que pretenden sorprender al Perú democrático.
E che bello aver ascoltato la gioventù interna alMOVADEF dire che il criminale sanguinario e impazzito ABIMAEL GUZMAN REINOSO non è un TERRORISTA … affermazione che fa indegnare e sobbalzare … perchè questa dichiarazione a mezzo televisivo fatta quache ora fa da parte dei giovani del MOVADEF dimostra l'altissimo grado di cinismo e di perversione ideologica che ostentato questi TERRORISTI-MASCHERATI che vogliono prendere di sorpresa il Perù democratico …
Anche il giornalista Raúl Weiner esprime la sua opinione a riguardo dei motivi della preoccupante presenza giovanile tra i simpatizzanti e attivisti del MOVADEF:
El error que creo que se comete en primer lugar es que los que dicen que combaten a Sendero y al MOVADEF, no brindan una explicación creíble sobre ellos, las distintas caras de la violencia y las vías para aprender a vivir en paz, y más bien lo que transmiten es que se mueven en un eterno miedo que quieren que sea el de los demás. […] Que un sector político con enormes pasivos por haber encabezado una guerra que destrozó al país, desorganizó el movimiento popular y engendró una dictadura, pueda desafiar al sistema con la cara descubierta, después de una profunda derrota, y hacerse atractivo para un sector de la juventud peruana, lleva a preguntarse qué fue lo que se construyó en el Perú sobre la derrota de Sendero. Tal vez ahí haya mejores respuestas de porqué muchos jóvenes levantan ahora el brazo contra esta democracia.
Il primo errore che si commette è che quelli che dicono di combattere Sendero e il MOVADEF, non portano una spiegazione credibile, i vari volti della violenza e i modi per imparare a vivere in pace, e invece quello che trasmettono e che si muovono un una paura eterna che vogliono che sia quella degli altri. […] Il fatto che un settore politico con enormi perdite per aver capeggiato una guerra che ha distrutto il paese, ha sfasciato il movimento popolare e ha generato una dittatura, possa sfidare il sistema a volto scoperto, dopo una profonda sconfitta, e possa rendersi attraente per una parte della gioventù peruviana, porta a chiedersi che cosa si sia costruito in Perù sopra la sconfitta di Sendero. Forse lì vi saranno risposte migliori del perchè molti giovani ora si scagliano contro questa democrazia.
Dopo il rifiuto del loro tentativo di iscrizione, i rappresentanti del MOVADEF hanno dichiarato che faranno ricorso, hanno a disposizione 5 giorni. Comunque è trapelata la notizia che per varie ragioni il JNE non potrà emettere giudizio a riguardo fino alla metò di febbraio, ma il dibattito sarà sicuramente ancora molto lungo.
[Post originale pubblicato sul blog personale di Juan Arellano il 23 gennaio 2012. ]