È trascorsa poco più di una settimana dall'inizio della Marcia per l'Acqua [it]: partita dalle alture nei pressi di Celendín [it], nel dipartimento di Cajamarca, cioè dalla zona in cui si trovano le lagune minacciate dal progetto minerario Conga [es, come gli altri link tranne ove diversamente indicato], la manifestazione è proseguita praticamente senza incidenti e al momento si trova lungo il percorso che la porterà verso la sua meta finale, la capitale Lima.
Nel frattempo, i media rilanciano notizie riguardo allo svolgimento della marcia, i quotidiani scrivono editoriali sulle reali finalità della manifestazione, insistendo in particolare sulle sue affiliazioni politiche e ideologiche e i rappresentanti del governo dichiarano che in realtà “a Cajamarca c'è acqua in abbondanza”.
Sui media è battaglia di cifre per stabilire il numero esatto di persone partite il 1° febbraio da Celendín: il portale Terra.pe informa che i manifestanti erano 200, mentre secondo l'agenzia di stampa EFE sarebbero stati 300. Per il quotidiano El Comercio si sono messi in marcia 600 abitanti delle comunità della zona interessata dal progetto minerario e invece RPP riferisce che sono state 300 le persone arrivate alla sera nella piazza centrale di Cajamarca per pernottare e proseguire il cammino il giorno dopo.
Il blog Seamos un río (Diamo vita a un fiume) rilancia il resoconto di Marco Arana, uno degli organizzatori della marcia:
Salimos a las 4am, nos reunimos en la plaza de armas de Celendin. Líderes ronderos, mujeres, jóvenes, músicos, maestros, comunicadores, vamos llegando. No hace mucho frio y una suave llovizna nos anuncia que la tierra fértil la está esperando y que los pequeños ríos van a juntarse hasta formar el Gran Rio de Vida que es nuestra Marcha. […]
La noche anterior habían llegado los responsables de barrios trayendo sus aportes económicos para apoyar a los caminantes. Hasta la colecta de profesores, maestros católicos y una niña que en nombre de sus padres dona 20 nuevos soles son aplaudidos. En Lima no faltan políticos que se preguntan quién financia la marcha. Los políticos financiados por grandes grupos de poder económico jamás comprenderán la fuerza y el poder de las pequeñas donaciones como no están entendiendo el gran río que serán los pequeños riachuelos y manantiales.
La notte precedente sono giunti i responsabili dei quartieri con i contributi economici per sostenere i partecipanti alla marcia. Anche i contributi dei professori, dei maestri cattolici e di una bimba che a nome dei suoi genitori ha donato 20 soles (circa 5 euro) sono stati elogiati. A Lima non mancano politici che si domandano chi finanzia la marcia. I politici foraggiati dai grandi gruppi che detengono il potere economico non potranno mai capire la forza e la potenza dei piccoli contributi così come non stanno capendo quanto grande sarà il fiume che i piccoli ruscelli e le sorgenti riusciranno a formare.
In Rete sono numerosi i rilanci di video che documentano i momenti iniziali della marcia come hanno fatto gli utenti GobRegCajamarca e jampaoli o che riportano le testimonianze dei partecipanti come ha fatto MetsaRiba, raccogliendo sia le parole di questo contadino:
sia la sentita partecipazione di queste donne di Cajamarca mentre cantano slogan per l'acqua:
Lo stesso giorno in cui ha avuto inizio la Marcia per l'Acqua, a Cajamarca si è svolta un'altra manifestazione denominata Marcha de los Cántaros (la marcia delle brocche) per protestare contro l'inquinamento causato dalle attività minerarie e sostenere la natura e l'ecologia, che ha visto l'affluenza di circa 2000 persone. Il blog Servindi riferisce della sfilata organizzata nella capitale Lima per celebrare l'avvio della Marcia per L'Acqua a Cajamarca, arricchendo il post con alcune foto dell'evento, di cui si può avere quadro nel seguente video, rilanciato su YouTube. Nel blog Celendín Libre trova spazio un resoconto del primo giorno della marcia illustrato da delle foto scattate nel corso della giornata:
10:30 a.m. Primer obstáculo, una tranquera particular en plena vía pública no deja el pase a ningún vehículo. Los manifestantes proceden a retirarla.
Arribo a la Laguna Cortada (a más de 3 800 m.s.n.m.), donde unas 300 personas dan inicio a la Marcha por el Agua con un rito simbólico de agradecimiento a la mamapacha y mamacocha, por comuneros del Ámaro.
Arriviamo alla Laguna Cortada (a più di 3 800 metri s.l.m.) dove circa 300 persone danno inizio alla Marcia per l'Acqua con una cerimonia simbolica di ringraziamento alla Madre Terra e alla Madre Acqua celebrata dagli abitanti della comunità di El Ámaro.
È stata inoltre istituita una “Missione di Osservazione Internazionale della Grande Marcia per il Diritto all'Acqua” che attraverso un blog dedicato fornisce informazioni complete e indipendenti attraverso relazioni giornaliere sullo svolgimento della manifestazione oltre a fungere da garante per il suo pacifico svolgimento. I principi e gli obiettivi degli osservatori internazionali vengono dettagliati nel blog dove si può trovare anche una scheda informativa delle diverse entità e associazioni che sostengono la missione. Relativamente al primo giorno della Marcia riferiscono:
La movilización también ha sido secundada en la región norteña de La Libertad, donde un grupo numeroso de campesinos inició una marcha hacia la ciudad de Trujillo desde las provincias andinas de Huamachuco y Santiago de Chuco.
En Lima, unas 300 personas, en su mayoría jóvenes y dirigentes estudiantiles, realizaron un Pasacalle para celebrar el arranque de la Marcha que culminó en la Plaza San Martín.
A Lima, circa 300 persone, in maggioranza giovani e dirigenti di movimenti studenteschi, hanno realizzato una sfilata, poi culminata nella centrale Plaza San Martín, per celebrare l'inizio della Marcia [a Cajamarca].
Durante il secondo giorno di marcia, i manifestanti provenienti da Celendín, Bambamarca e altri villaggi si sono lasciati alle spalle Cajamarca per dirigersi verso Ciudad de Dios, nel dipartimento de La Libertad, dove hanno pernottato; nel tragitto è stata inclusa una sosta anche a Choropampa, villaggio in cui, nell'anno 2000, si è verificato lo sversamento di 151 chili di mercurio di proprietà della miniera Yanacocha [it] che ha gravemente intossicato gli abitanti del luogo. Una relazione dettagliata della giornata è stata pubblicata sul blog della Missione di Osservazione Internazionale mentre su YouTube sono stati rilanciati video della partenza da Cajamarca in mattinata.
Il terzo giorno i partecipanti alla Marcia hanno lasciato Ciudad de Dios e dopo aver toccato la città di Pacasmayo, sono arrivati a Trujillo [it] dove si sono aggregate al corteo altre delegazioni provenienti da varie città del dipartimento de La Libertad. Questi gruppi composti, secondo le stime, da circa 2000 manifestanti, sono stati accolti in città da altre 5000 persone che in seguito hanno dato vita a un comizio in cui hanno trovato spazio tavole rotonde, presentazione di petizioni e altre attività come da programma.
“El Maletero – Red Verde Cajamarca ” rilancia in un post una galleria di immagini scattate durante i primi tre giorni di marcia mentre nel blog Frente de Defensa Ambiental de Cajamarca (Fronte di Difesa Ambientale di Cajamarca) prevalgono gli scatti immortalati durante la giornata trascorsa a Trujillo; anche il set di Flickr a cui rimanda un post di ¡Conga no va! è composto da foto scattate nel capoluogo de La Libertad. L'utente @YoDash ha pubblicato alcune testimonianze fotografiche della manifestazione nella piazza principale di Trujillo, come questa rilanciata su Twitpic:
Un'immagine pubblicata sulla pagina Facebook dedicata alla Marcia per l'Acqua informa che a Trujillo sono stati distribuiti dei volantini diffamatori che alludono a presunti vincoli tra la Marcia, i suoi organizzatori e dei movimenti di matrice terroristica; a parte questo episodio di scarsa importanza, comunque, la manifestazione è continuata pacificamente nella piazza principale di Trujillo fino a notte fonda allietata da numerosi spettacoli musicali, alcuni contenenti chiari riferimenti alla marcia e all'attualità politica, come appare chiaramente in questo video rilanciato dall'utente Fuzzerjoga:
In merito al terzo giorno della manifestazione gli Osservatori Internazionali riferiscono di alcuni incidenti accaduti durante un blocco di protesta organizzato in parallelo nella provincia di Huarmey, dipartimento di Ancash:
La Comisión Nacional Organizadora de la Gran Marcha Nacional del Agua ha reportado y denuncia una acción represiva por parte de efectivos policiales. El jueves en la noche, en Huarmey, uno de los puntos de concentración previstos en la Marcha, se produjeron enfrentamientos entre la policía y la población en el marco de un paro de 48 horas contra la minera Antamina, a la que acusan de contaminar el acuífero que les provee de agua potable.
Sabato 4 febbraio, quarto giorno della manifestazione, i partecipanti si sono trattenuti a Trujillo per riposare, pur continuando a tenere comizi, a realizzare tavole rotonde e a interagire con la cittadinanza. Domenica 5 febbraio i manifestanti sono ripartiti alla volta di Chimbote: sulla pagina Facebook dedicata alla Marcia è stato rilanciato un video che testimonia l'arrivo del corteo nella città di Santa, nei pressi di Chimbote, dove, prima di ripartire per Casma seguendo la strada verso sud con direzione Lima, si è svolta una riunione con il Sindacato dei Pescatori.
Nel quarto resoconto della Missione di Osservazione Internazionale, viene evidenziato l'atteggiamento del Governo nei confronti dei conflitti legati alle risorse idriche e alle attività minerarie facendo un collage di vari provvedimenti e dichiarazioni a opera di esponenti governativi e tecnici, tra cui figurano:
- El pronunciamiento del Colegio de Ingenieros del Perú, señalando que: “El Gobierno Peruano, desde la época republicana y hasta la fecha, no tiene una visión de desarrollo sostenido, ya que ha cimentado gran parte de su crecimiento en la explotación minera”.
- El presidente Ollanta Humala señaló que “ningún proyecto se paralizará por la consulta previa, y que esto no es un pretexto para que se detenga la inversión”, en referencia a la falta de la reglamentación de la ley que debía estar lista en diciembre pasado. En agosto del año pasado, sin embargo, el propio presidente escribía en twitter: “El derecho a la consulta previa sobre del desarrollo de los pueblos indígenas es un signo más de inclusión social. Forjamos un Perú para todos”
En este contexto, parecen razonables las palabras de Emma Gómez, de Cooperacción: “hay una lectura equivocada del presidente Humala sobre la Consulta Previa, la cual está siendo considerada como un obstáculo para la inversión privada más que un imperativo para que las empresas extractivas cumplan con los estándares ambientales y sociales de una inversión seria y que respeten los derechos de las poblaciones en las zonas de influencia”.
- Il presidente Ollanta Humala, ha affermato che “nessun progetto potrà essere bloccato a causa della consultazione preventiva [dei popoli nativi] e che questo non rappresenta una giustificazione per bloccare gli investimenti” riferendosi alla mancanza di regolamenti attuativi della legge che avrebbe dovuto essere pronta a dicembre scorso. Ciononostante, nell'agosto dell'anno scorso, lo stesso presidente faceva sapere attraverso Twitter che: “Il diritto alla consultazione preventiva dei popoli nativi in merito allo sviluppo dei loro territori è un segno ulteriore di inclusione sociale. Costruiamo un Perù che sia di tutti“
Alla luce di quanto riportato sopra, appaiono logiche le dichiarazioni di Emma Gómez della ONG Cooperacción: “il Presidente Humala interpreta in modo erroneo lo strumento della consultazione preventiva, che viene qui considerata alla stregua di un ostacolo per gli investimenti privati, invece di essere vista come un metodo per obbligare le imprese estrattive a rispettare i diritti delle popolazioni nelle zone interessate dalle loro attività”.