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Giornata Internazionale della Lingua Madre nel mondo francofono

Categorie: Africa sub-sahariana, Asia meridionale, Europa occidentale, Bangladesh, Costa d'avorio, Francia, Guinea, India, Mauritius, Citizen Media, Linguaggi

La Giornata Internazionale della Lingua Madre è stata celebrata in tutto il mondo il 21 febbraio scorso. È una ricorrenza divenuta ormai appuntamento istituzionale con l'obiettivo di promuovere le lingue native e le iniziative atte a preservarle.

Logo UNESCO [1]

Un fatto poco conosciuto è che l'idea di questa Giornata ha avuto origine in Bangladesh [2] [en] con lo scopo di onorare un atto di patriottismo.

La data del 21 febbraio è stata scelta come Giornata Internazionale della Lingua Madre per commemorare i martiri che hanno sacrificato la propria vita per salvaguardare la dignità della loro lingua madre Bangla, in questo stesso giorno nel 1952. È stata una delle rare occasioni nella storia mondiale in cui delle persone hanno coraggiosamente dato la vita per difendere la loro lingua madre.

Il 21 febbraio è una festività ufficiale in Bangladesh; anche se viene ricordato un po’ in tutto il mondo, altrove non è un giorno festivo.

Questo giorno è stato proclamato Giornata Internazionale dall'Unesco nel 1999.

Vista l'importanza di questa Giornata, quest'anno è stato organizzato un evento congiunto [3] [en] al confine tra India e Bangladesh, al fine di rafforzare i legami tra i due Paesi.

L'India e il Bangladesh hanno festeggiato insieme la Giornata Internazionale della Lingua Madre nella no man's land lungo il confine, in un'iniziativa volta a incoraggiare relazioni individuali tra le due nazioni.

Africa: il risveglio delle lingue africane

Il tema della Giornata di quest'anno è stato l'introduzione delle lingue madri nei programmi scolastici. Col risveglio delle identità e delle culture locali nell'Africa francofona, così come in altri luoghi, si sta assistendo a un nuovo movimento di valorizzazione delle lingue africane.

In Costa d'Avorio, gli sforzi dell'Accademia Ivoriana per le Lingue Madri sono risultati in una bozza per un decreto [4] [fr] sull'insegnamento delle lingue madri.

Nell'isola di Mauritius, operatori sociali raccontano [5][fr] nel seguente modo le loro speranze e preoccupazioni riguardo all'impatto di corsi opzionali di lingua creola sulla crescita e il successo a lungo termine dei bambini:

L’introduction du kreol prévient donc les torts qu’on peut causer à un enfant en lui niant sa langue maternelle… Ces méfaits sont connus : baisse de la confiance en soi et impact négatif sur l’apprentissage des autres langues.

L'introduzione della lingua creola previene il potenziale danno che viene causato al bambino quando gli si nega l'apprendimento della propria lingua madre. Questi danni sono sotto gli occhi di tutti: scarsa autostima e un effetto negativo sull'apprendimento di altre lingue.

In Guinea, sul suo blog personale, Konakry Express, Abdoulaye Bah [6] scrive [7] [fr]:

Depuis quelques jours, le bruit courait que le gouvernement du Président Condé allait bientôt introduire l’enseignement des langues nationales dans le système d’enseignement dans le pays. C’est bien étrange que dans le monde entier, il n’y a rien de nouveau dans cette initiative. Mais le 25 avril, j’ai reçu un message d’une amie me disant:

“Le décret vient d’être signé pour créer un ministère des langues nationales et de l’alphabétisation.”

Secondo voci di corridoio, il Presidente Condé prevede di introdurre l'insegnamento delle lingue nazionali nel sistema scolastico del Paese. È strano pensare che in tutto il mondo questa iniziativa non rappresenterebbe niente di nuovo. Ma il 25 aprile ho ricevuto il seguente messaggio da un'amica:

“È stato appena firmato un decreto per l'istituzione di un Ministero per le lingue nazionali e per l'alfabetizzazione.”

Internet al servizio delle lingue in pericolo di estinzione

Ma è su Internet che proliferano le iniziative a sostegno delle lingue madri poco parlate, in pericolo di estinzione, o poco usate a causa di tastiere per computer non adatte alla loro calligrafia. Ad esempio, il progetto “Enduring Voices [8]“, lanciato dalla National Geographical Society negli Stati Uniti, prevede la possibilità di consultare online “dizionari parlanti”, che:

danno agli utenti in tutto il mondo la possibilità di ascoltare suoni tra i meno conosciuti delle lingue parlate.

Sinora sono stati realizzati otto dizionari [9]: tuvano, ho, siletz dee-ni, matukar panau, chamacoco, remo, muniche e saura.

Una nuova alleanza è stata forgiata tra lingue africane e tecnologia, grazie alle podcast. È proprio grazie a queste che una forma così antica della cultura popolare come le storie tramandate oralmente è ancora viva e disponibile negli Apple Store e in archivi online di file audio. Per esempio, possiamo trovare questa storia in lingua bambara [10] (dal Mali) intitolata “L'ecureuil et le serpent (Lo Scoiattolo e il Serpente)”, registrata da un altro membro della comunità francofona di Global Voices, Boukary Konaté (qui [11] c'è la versione francese).

 

Un'altra manifestazione della nuova alleanza tra tecnologie e lingue africane è la recente diffusione delle relative app per iPhone (ad esempio, per lo Yoruba [12] [fr]), sviluppo sinora non particolarmente atteso dal mondo degli affari e della società in generale.

Ragazze bretoni, Francia. Foto di ghislainedarmor, ripresa da Flickr (Creative Commons Attribuzione) [13]

Ragazze bretoni, Francia. Foto di ghislainedarmor, ripresa da Flickr (Creative Commons Attribuzione)

Anche nella Francia metropolitana le varie aree linguistiche si stanno interessando di nuovo alle proprie lingue native. Ad esempio, la città di Quimper ha organizzato in vista della Giornata Internazionale un visita guidata ai monumenti in lingua bretone [14] [fr], mentre a Parthenay si celebra la lingua locale, il parlanjhe [15][fr] (pittavino-santongese [16]).

Non è un caso che l'album Bretonne [17] [fr] della cantante francese Nolwenn Leroy [18], cantato in bretone, abbia venduto più di un milione di copie, senza che ci fossero particolari polemiche da parte dei francesi. Pare che oggigiorno, con la diffusione di famiglie multiculturali e multilingue, si possa avere più di una lingua madre senza suscitare gelosie. Tanto meglio così.