Iran: “Dovremmo forse votare un'altra volta?”

Venerdì 2 marzo in Iran si sono svolte le elezioni parlamentari (Majlis) [en, come in tutti gli altri link tranne ove diversamente indicato]. Per la prima volta dalle controverse elezioni presidenziali del 2009 e le conseguenti dimostrazioni di massa, gli iraniani tornano a votare. Mentre numerosi gruppi d'opposizione hanno tentato di boicottare le elezioni, lo Stato iraniano ha diffuso una propaganda anti-occidentale per portare i cittadini alle urne.

Setare Iran ha pubblicato [fa] un poster con un'immagine di Neda, una giovane donna assassinata durante le proteste, con uno slogan che recita: “Io non voto.”.

Il blogger dice:

Al di là della questione sull'utilità o meno di partecipare a queste elezioni, come può qualcuno andare alle urne dopo questi martiri e con migliaia di innocenti imprigionati? Le elezioni di venerdì non renderanno giustizia ai nostri voti. È un test per un regime che ritiene che l'intelligenza del popolo non esista. Lo sguardo innocente di Neda non ci permette di vendere il nostro onore ad una dittatura.

Neda: Io non voto

Neda: Io non voto

Azarakan afferma [fa]:

Contrariamente alla propaganda del regime, che sostiene che le nazioni occidentali attaccheranno l'Iran se il popolo non vota, il boicottaggio delle elezioni fa capire al regime di non possedere alcuna legittimità. Lo obbliga a smettere di sfidare la comunità internazionale con il suo programma nucleare.

Al primo minuto, il filmato rammenta che i membri del Parlamento appoggiarono le ultime elezioni illecite, portando la nazione in condizioni di miseria economica.

Il messaggio finale del video è riassunto nella domanda: “Dovremmo forse votare un'altra volta?”

Di certo non tutti i blogger iraniani condividono la stessa opinione sulle elezioni. Ahestan ritiene [fa] che i problemi non possano essere risolti astenendosi dal voto, in quanto la partecipazione politica da parte del popolo può rappresentare una forte reazione contro i nemici (“un pugno in bocca”). “Se loro [i nemici] incoraggiano il popolo a non votare, allora perché la Repubblica Islamica non dovrebbe incoraggiarli a votare?”, si chiede il blogger.

Votare o non votare, alla fine forse non sarà questo il problema, dato che vari analisti prevedono che il governo avrà il favore del 60% dei votanti, o anche di più, a prescindere da quanto accadrà venerdì.

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