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Italia: momento cruciale per il movimento “No Tav”

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Si fanno sempre più aspre in Italia le controversie sulla realizzazione della nuova linea ferroviaria Torino-Lione [1] [it, come i link successivi], con la forte opposizione del movimento “No Tav” [2]. Analogamente, nelle ultime settimane l'incremento delle proteste ha portato la vicenda al centro dell'attenzione istituzionale e mediatica.

Logo NoTav [2] Dal 1991, questo movimento di protesta, composto principalmente da cittadini della Valle di Susa in Piemonte, si oppone alla costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità (TAV, Treno ad Alta Velocità) Torino-Lione, un'opera considerata costosa ed inutile [3], oltre che dannosa per il territorio e i suoi abitanti. Ciò sia dal punto di vista ambientale che sociale ed economico, in quanto deturperebbe il paesaggio cambiando irreversibilmente il volto di alcuni paesi, portando altresì alla chiusura di piccole imprese locali.

Il governo italiano e l’Unione Europea sono determinati a portare avanti il progetto che considerano “strategico” in quanto il suo scopo sarebbe quello di collegare il nord Italia con l’Europa dell’est. I sindaci dei comuni della Valle e i suoi cittadini sostengono che la costruzione di un’altra linea ferroviaria sia completamente ingiustificata, dato che il traffico di merci in quella già esistente è minimo. L’opera verrebbe a costare circa 30 miliardi di euro allo Stato italiano, mentre i cittadini stringono la cinghia a causa della crisi.

La repressione del movimento da parte delle forze dell’ordine è stata particolarmente dura negli ultimi mesi. Dopo gli scontri della scorsa estate, il 27 febbraio sono ripresi i lavori, con lo sgombero della base del movimento e la recinzione di terreni privati senza regolare procedura di esproprio.

Corteo "No Tav", 25/02/2012, Marcia da Bussoleno a Susa. Foto Foto del Collettivo Politico Scienze Politiche ripresa con Licenza Creative Commons BY-SA 2.0 [4]

Corteo "No Tav", 25/02/2012, Marcia da Bussoleno a Susa. Foto ripresa con Licenza Creative Commons BY-SA

Durante una recente manifestazione contro lo sgombero, Luca Abbà [5], uno dei volti più noti del movimento, è rimasto gravemente ferito dopo essere caduto da un traliccio a circa 10 metri di altezza. Come conseguenza immediata, è stata chiesta la sospensione dei lavori. Nel video qui di seguito, caricato anche sulla piattaforma YouReporter.it [6], un’azione degli agenti di polizia, che a seguito dei blocchi dei manifestanti sull’autostrada irrompe in un locale e procede a identificare i presenti.

http://www.youtube.com/watch?v=ltFytXSsT6s [7]

Le azioni di repressione e la rappresentazione “facinorosa” del movimento sui media nazionali vengono interpretati da molti netizen come un pretesto per delegittimare tutto il movimento. Per esempio sul blog Le Parole e le Cose [8], Mauro Piras scrive:

Il problema non è più prendere posizione. Pro o contro la TAV (o il TAV? la divisione passa anche per le parole, i No TAV della valle usano il maschile). E non è neanche quello dei “gruppetti di violenti” contrapposti alla “maggioranza dei manifestanti pacifici”. Questa rappresentazione è ingenua, o costruita. C’è qualcosa di più profondo, qualcosa che sfugge a noi quarantenni della classe media di, diciamo, centrosinistra

Il dibattito si è ormai esteso a tutto il Paese, passando dai centri sociali alle scuole. Anche gli studenti decidono di manifestare. Queste le ragioni spiegate sul sito Rete della conoscenza [9]:

Crediamo che quest'operazione della polizia avesse come unico obiettivo quello di criminalizzare e screditare un movimento che aveva organizzato una grande manifestazione pacifica (…).
La battaglia No Tav, non è solo una lotta di un popolo in difesa di una valle ma è una lotta di tutti coloro che credono che il territorio sia un bene comune da difendere e non da sfruttare per interessi economici, per questo torneremo in Val Susa e saremo sempre al fianco di chi lotta contro le opere inutili.

Molto animato il dibattito anche su Twitter. Fra detrattori del movimento, @Axell [10] scrive:

Gli studenti NO TAV dei licei che oggi hanno bloccato Porta Nuova e zone limitrofe sanno dove è la Val di Susa? #SiTav #aveterottoleballe

Invece, tra i sostenitori, ci sono @fulviomassa [11]:

“inizia ora la passeggiata verso la baita Clarea” forza #notav! #forzaluca!

Antonio Ballestrazzi ‏ @pesce2802 [12]:

#sitav #notav spiegatemi bene,per migliorare il trasporto delle merci prosciughiamo i fiumi che servono a irrigare i campi che le producoono

e @uomoinpolvere [13]:

ma com'è possibile che pure a un sondaggio mediaset il 70% sono #notav e in parlamento e sui giornali sono tutti #sitav? fatevi due domande

Diverse sono le ragioni per esprimere solidarietà ai manifestanti. Sul blog Uninomade [14], il movimento No Tav viene inquadrato all'interno del momento di crisi in Europa [15]:

Il No Tav è un movimento dentro la crisi e contro l’austerity, i suoi temi centrali sono dichiaratamente la lotta ai tagli, al debito e sul welfare. Non contro lo sviluppo e la modernità, ma per lo sviluppo dell’autonomia della cooperazione sociale contro lo sviluppo capitalistico che tenta di imbrigliarla o distruggerla.

Questo l’invito al dialogo di Antonio Negri [16], che mette il relazione questo movimento con quello globale di Occupy [17]:

Qualsiasi persona calma e tranquilla che non viva nel ricordo ossessivo degli anni ’70 come certi nostri dirigenti sembrano vivere, sa che trattare è possibile ed evitare radicalizzazioni inopportune e pericolose è utile. Ma per farlo bisogna che la politica in Italia rinasca e non può rinascere che dalla presa di parola di coloro che, resistendo, aprono a tutti la speranza di una nuova partecipazione democratica.

In tutto il territorio nazionale emergono posizioni e azioni a sostegno della Valle di Susa, fino all'iniziativa del 1 marzo, “Blocchiamo Tutto”, con blocchi alle stazioni centrali di Roma e Bologna e altri svincoli ferroviari cruciali. Intanto le manifestazioni di solidarietà si allargano al territorio europeo [18], anche sul versante francese interessato ai lavori della Torino-Lione.

Durante l'intero periodo di mobilitazione, si è affato avanti anche Anonymous Italia [19], rendendo inaccessibile prima il sito dei Carabinieri, poi siti ufficiali del governo, del Vaticano, di Trenitalia e di Equitalia. Queste alcune reazioni dei netizen al riguardo:

Baruda:
#Anonymous e #Trenitalia: niente da fare, io li amo! TANGO DOWN #OpItaly wp.me/pfk0G-2dj #notav

andrea_nicolini:

@Skytg24: #Anonymous attacca #Trenitalia.it: tra il tilt e la normale fruibilita’ del sito nessuna differenza…

Info Free Flow:

Oggi paga #equitalia. #Anonymous riscuote. Ma i conti non sono ancora saldati. pastebin.com/BSX9gNs7

Mentre la magistratura sta indagando diversi manifestanti, denunciati nel corso delle ultime proteste, la situazione generale rimane fluida e controversa. Su Twitter l'hashtag che tira di più è #notav [20], mentre su Vimeo I Fratelli di TAV [21] rilanciano una serie di video con storia, eventi e dinamiche del movimento, incluso questo sul blocco dell'autostrada Torino-Bardonecchia del 29 febbraio:

 

Ylenia Gostoli [22] e Bernado Parrella [23] hanno contribuito alla stesura del post.