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Russia: strumenti online per monitorare la trasparenza delle ONG

Categorie: Europa centrale & orientale, Russia, Citizen Media, Cyber-attivismo, Diritti umani, Elezioni, Governance, Legge, Politica, Relazioni internazionali, RuNet Echo

Nel febbraio 2012 Vladimir Putin pubblica il suo quarto voluminoso articolo programmatico, intitolato Democrazia e qualità di governo [1] [ru come i link a seguire, tranne dove altrimenti indicato], in cui appare per la prima volta la proposta di convertire automaticamente in legge tutte le petizioni online che abbiano raccolto più di centomila firme. Qualche settimana dopo, nella seconda parte dell’ articolo sulla sua politica estera dal titolo La Russia e il mondo che cambia [2], Putin scrive quanto segue:

Bisogna far attenzione a non confondere libertà di espressione e normale attività politica con l'utilizzo illegale di strumenti di soft power […] Non possiamo accettare l'attività di pseudo ONG e di altre strutture che, forti di appoggi esterni, mirano alla destabilizzazione di un Paese. […] Riteniamo che l'influenza sulla politica interna e sull'umore dell'opinione pubblica di un paese debba essere condotta in modo trasparente, in modo tale che i protagonisti possano assumersi piena responsabilità delle proprie azioni.

Dalle parole ai fatti

Screenshot of podkontrol.ru

Schermata di podkontrol.ru

A sole tre settimane dalle Presidenziali del 4 marzo che hanno rimesso Putin alla guida del Paese, ecco apparire su www.podkontrol.ru [3] una petizione con cui si chiede un controllo più severo delle ONG con sponsor stranieri operanti in Russia; in particolare si invoca l'introduzione di una legge che controlli finanziamenti stranieri delle ONG. In poco più di una settimana sono state raccolte circa 20.000 firme, e il numero continua a crescere.

L'iniziativa gode del patrocinio di ben 13 organizzazioni e di vari partiti pro-Putin, come il Comitato Anti-arancione [4], il Congresso delle Comunità Russe [5], di Dmitrij Rogozin e il Movimento Eurasiatico Internazionale [6] di Alexander Dugin.

A detta di Podkontrol.ru questa legge non è altro che la versione russa del Foreign Agents Registration Act [7] [en] (FARA), una legge americana secondo cui tutti gli individui e le organizzazioni operanti in favore di interessi esteri devono registrarsi presso il Dipartimento di Giustizia americano. Riprendendo le considerazioni dell'articolo programmatico di Putin, il sito afferma la necessità di difendere la Russia dal soft power straniero, che consuma “miliardi di dollari per comporomettere l'integrità e stabilità politica del Paese”.
A conferma dell'urgenza di una legislazione più severa viene riportato quanto affermato nel marzo 2012 [8]  [en] dall'Assistente segretario di stato americano Philip Gordon riguardo i 200 milioni di dollari investiti dagli Stati Uniti “in difesa della democrazia, dei diritti umani e della società civile” in Russia, “e agli altri 50 milioni che la Casa Bianca ha richiesto al Congresso”.  Ecco la proposta di legge, come presentata in Podkontrol.ru:

I membri di organizzazioni finanziate da governi stranieri devono essere registrati presso il Ministero della giustizia della Federazione russa, e sottoporsi a controlli specifici da parte del fisco. I finanziamenti esteri devono venire dichiarati nel sito del Ministero della giustizia, come anche la provenienza dei salari del personale alle dipendenze delle ONG. Il materiale pubblicato i deve essere identificabile tramite contrassegni specifici, indipendentemente dal sito su cui compare.

Stanislav Apet'jan – famoso netizen pro-Putin – è uno dei più accaniti sostenitori della petizione: già il 26 marzo, a poco meno di 5 giorni dalla pubblicazione su Podkontrol.ru politrash_ru [9] (questo il suo nome utente su LJ), presenta ai lettori di LJ [10] il progetto di legge. Di lì a poco ne discute ampiamente i benefici in un articolo [11] per la Tribuna della Camera Pubblica [12] online, denunciando l'inefficacia delle attuali normative riguardo la trasparenza delle ONG russe:

[…] Il solo fatto che i rapporti delle ONG vengano trasmessi al Ministero della giustizia non garantisce una agevole e intellegibile informazione dei cittadini, che di certo non sono in grado di identificare i beneficiari delle sovvenzioni straniere contando sul solo cognome.

In risposta alle polemiche sollevate da Elena Topoleva-Soldunova [13], membro della Camera Pubblica della Federazione russa [14] [en] e direttore dell’Agenzia di Informazione Sociale [15], secondo cui [16] la proposta di legge è superflua, visto che tali normative di controllo esistono già, Apet'jan sottolinea che non tutte le ONG russe applicano una politica di trasparenza: se da un lato l'Agenzia di Informazione Sociale indica chiaramente nel proprio sito di ricevere fondi da USAID, altre ONG non sono altrettanto chiare riguardo la provenienza dei finianziamenti, come ad esempio il movimento Za prava čeloveka [17] il fondo Obraz buduščego [18] il Movimento sacharoviano [19] o l'associazione Golos [20] (al momento forse la vittima più famosa delle polemiche sulle attività delle ONG a finanziamento straniero in Russia).

Considerazioni sulla richiesta di maggior controllo delle ONG

Come interpretare la posizione di Apet'jan? Effettivamente, il sito di Golos pubblica solamente una lista di “partner” russi e stranieri, senza fornire alcuna informazione sulla provenienza dei finanziamenti; lo stesso vale per Za prava čeloveka di Lev Ponomarev (d'altro canto però anche i siti del Comitato Anti-arancione e del Movimento Internazionale Eurasiatico non forniscono indicazioni sui propri sponsor.)

Sul sito del Ministero della giustizia si trovano circa 70.000 resoconti pubblicati dalle ONG a partire dal 2009. Nella banca dati del Ministero [21] però non compaiono né Golos, né Obraz buduščego e neppure il Movimento sacharoviano; per quanto riguarda Za prava čeloveka, anche se le sezioni regionali dell'organizzazione sono regolarmente registrate, le informazioni finanziarie sembrano essere state omesse o cancellate dai resoconti.

Dar'ja Miloslavskaja [22], altro membro della Camera Pubblica e direttore dell'International Center for Not-for-Profit Law, è d'accordo nell'affermare che la petizione promuove una legge già esistente. Le responsabilità delle ONG in Russia sono state recentemente riviste con la Legge federale n.18 [23], (in russo 18-FZ), firmata da Putin nel gennaio 2006, una normativa che ha reso di gran lunga più complicate le attività delle organizzazioni finanziate da sponsor stranieri.

Nei primi mesi del 2008 Human Rights Watch ha pubblicato un rapporto di 76 pagine dal titolo Burocrazia soffocante [24] [en], in cui si parla proprio della 18-FZ e del suo “effetto corrosivo”.

Sempre secondo Dar'ja Miloslavskaja, Podkontrol.ru ha mal interpretato il FARA [16]:

[…] [Nel FARA] non esiste un particolare riferimento alle ONG, di conseguenza coloro che cercano di presentarlo come un limite alle attività di tali organizzazioni o non hanno capito l'argomento o cercano di fuorviare il pubblico.[…]

Degno di nota è il fatto che l'idea del FARA nasca nel 1938, alla vigilia della Seconda guerra mondiale, come strumento di opposizione alla propaganda fascista tedesca. In questi cinquant'anni (e quindi sin da prima della guerra fredda) non è stata effettuata alcuna condanna sulla base del FARA [25] [en]. Il 2 aprile Dar'ja Miloslavskaya condurrà un seminario online [26] “sull'obbligo delle ONG di riferire al Ministero della giustizia nel corso del 2012″ disponibile su www.portal-nko.ru [27], un sito il cui scopo è aiutare i leader delle ONG a muoversi nell'intricata burocrazia russa.