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Video: infanticidi femminili e aborti selettivi in India e Cina

Categorie: Asia meridionale, Asia orientale, Cina, India, Citizen Media, Diritti umani, Donne & Genere, Giovani

In India e Cina risultano “scomparse” circa 200 milioni di ragazze a causa dell'aborto selettivo nei confronti delle donne, o dell'omicidio o abbandono delle bambine. Il fenomeno è stato affrontato da molti documentari e reportage, che hanno cercato di spiegare le cause di questa terribile discriminazione di genere e di trovare possibili soluzioni per risolvere il problema.

Schermate del trailer di 'It's a Girl' [1]

Schermate del trailer di ‘It's a Girl’

Con lo slogan “Le tre parole più fatali al mondo” il documentario It's a Girl [1] [en, come gli altri link eccetto ove diversamente indicato] analizza, tramite interviste e riprese sul campo, la “mancanza” di 200 milioni di donne in India e Cina e si interroga sull'assenza di strategie efficaci per dare soluzione al problema.

Born to Die [2] [Nate per morire] è un altro film che indaga le cause dell'aumento di feticidi e infanticidi femminili in India.

La videomaker Poh Si Teng [3] ha girato un video [4] per Global Post sulla relazione tra gli apparecchi a ultrasuoni, lo screening prenatale e il feticidio femminile. Se la legge bandisse gli ecografi portatili, ciò aiuterebbe a fermare gli aborti selettivi in India:

Il documentario [5] India's Missing Girls [Le donne scomparse dell'India] si occupa di analizzare la situazione, intervistando anche coloro che tentano di modificare il corso di un fenomeno culturale che influenza la vita socioeconomica dell'India a tutti i livelli: il culto degli uomini, e la conseguente convinzione che non valga la pena di far nascere femmine. Il documentario, diviso in tre parti, è disponibile su YouTube (prima [6], seconda [7], terza [8]).

Una delle organizzazioni che si sta adoperando per un cambiamento sociale è Aarti [9], nel distretto di Kadapa [10] [it], nata negli anni '90 come rifugio per bambine abbandonate a causa del loro sesso. Oggi ha anche dei programmi dedicati alle madri che aspettano delle femmine, per incoraggiarle a tenere le bambine e ad avere cura di loro.

Aarti vuole essere una casa per le bambine, abbandonate solo per il fatto di essere femmine, per assicurare loro un luogo sicuro in cui poter vivere. Ecco la testimonianza di una giovane che parla delle discriminazioni e degli stenti che ha dovuto affrontare in quanto donna:

La rinomata scrittrice sino-americana Anchee Min [11] [it], nei cui romanzi viene data enfasi a forti personaggi femminili, ammette di non aver desiderato una figlia femmina e che, durante tutta la gravidanza, ha sempre sperato che sarebbe diventata un maschio, nonostante le ecografie e gli esami, perché “Chi vuole essere femmina in Cina?”

Lo studio di animazione taiwanese Next Media Animation [12] ha diffuso un video con una canzone dal titolo No Girls Born (In China Anymore) che analizza le conseguenze degli squilibri causati dalla politica del figlio unico [13] [it] in Cina, in una società che dà maggior valore agli uomini rispetto alle donne.

Così non nascono più donne in Cina di questi tempi
Sono così solo, senza nessuno che mi stia vicino
Il Confucianesimo disdegna le figlie in favore dei figli
Così non nascono più donne in Cina e sono condannato a rimanere solo.

I miei genitori mi hanno scelto per portare avanti il nome della famiglia
Ma se non troverò una sposa rimarrò solo con la vergogna
Devi essere alto, educato e avere una casa
Se manca una di queste tre cose, non troverai una sposa.