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Arabia Saudita: sostegno online al prigioniero politico Shaikh Yusuf Al-Ahmad

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Arabia Saudita, Citizen Media, Cyber-attivismo, Diritti umani, Legge, Libertà d'espressione

I netizen sauditi si sono ritrovati su Twitter per denunciare la difficile situazione del prigioniero politico Shaikh Yusuf Al-Ahmad. In pochi giorni la grande quantità di tweet ha trasformato il caso di Shaikh Yusuf Al-Ahmad in un “trend topic”, generando consapevolezza sull'ingiusto incarceramento dello studioso islamico, detenuto senza nessun capo di accusa e senza un processo regolare.

Essam Al Zamil dice scherzando [ar]:

الله أكبررر ‎:)‏ اسم الشيخ يوسف الأحمد اسمه يصل للترند (العالمي) “Al-Ahmad” ‎‬#justice4YA [1]‪‏

@essamz
: Dio è grande! Il nome di Shaikh Ahmad Al-Yousif è diventato un trend mondiale.

Il giornalista della rivista USA Foreign Policy, Blake Hounshell, individua e riconosce il fenomeno in un tweet subito rilanciato dal Ahmed Al Omran:

@ahmed [2]: RT @blakehounshell [3]: Momento di svolta? Gli utenti di Twitter in Arabia Saudita fanno di Al-Ahmad, detenuto, una tendenza globale.

Trend mondiale del termine 'Al-Ahmad' su Twitter

Trend mondiale del termine

 

Secondo quanto riportato da Human Rights Watch, Al-Ahmad è stato arrestato [4] [en] a causa di un commento scritto il 7 luglio 2011 in un video da lui stesso pubblicato su YouTube. Nel commento, Al-Ahmad criticava la detenzione a lungo termine di persone sospette, imprigionati senza accusa e senza giusto processo.

Ironicamente, le autorità saudite non hanno annunciato alcuna imputazione ai danni di Al-Ahmad, già in carcere da otto mesi e docente presso la Imam Muhammad bin Saud University di Riyadh.

Sheikh Youssef al-AhmadLa campagna di sensibilizzazione su Twitter ha portato ad un'ondata di protesta a favore di Al-Ahmad [5] e contrassegnata dalla tag: #justice4YA [6].

La campagna è stata capeggiata da @SaudiDetainees [7], dopo il successo della sua prima campagna Twitter che denunciava il caso di un altro prigioniero politico, Mohammed Albajady [8], di 34 anni, detenuto per quasi un anno, anche lui senza nessun capo di accusa e senza processo regolare.

Al Zamil scrive:

@essamz [9]: Lui ha detto “NO” alla faccia dell'ingiustizia. Noi diciamo “SI” alla sua liberazione. #justice4YA

Khaled Al Naser aggiunge [ar]:

عندما نطلب العدالة ليوسف الأحمد نطلبها لكل معتقل تعسفياً، نطلبها لكل إسلامي أو ليبرالي، لكل سني أو شيعي، العدالة والحرية للجميع
@Mashi9a7 [10]: Nel momento in cui chiediamo giustizia per Yusuf Al-Ahmad, la esigiamo per ogni persona detenuta arbitrariamente. La esigiamo per ogni islamista e liberale, per ogni sunnita e sciita. Giustizia e libertà sono un diritto di tutti e tutte.

Anche il noto blogger saudita, Fuad Al Farhan, arrestato per scrivere in un Blog, ha unito la sua voce alla campagna. Fuad scrive:

الحرية للشيخ يوسف الأحمد.. آن لملف الاعتقال والسجون أن يغلق للأبد ونضعه كشعب وحكومة خلف ظهورنا ونمضي

@alfarhan
: Libertà per Shaikh Yusuf Al-Ahmad. È ora che questo capitolo di arresti e incarceramenti si chiuda per sempre per noi tutti come nazione, e che il governo lo abbandoni per poter andare avanti.

Anche Al-Ahmad ha un account Twitter, @yusufalahmed [11], al momento gestito da un fan che pubblica tweet con aggiornamenti su Al-Ahmad, sulle sue condizioni di detenzione e su come peggiora lo stato di salute della sua anziana madre, malata di cancro.

Reporter senza Frontiere menziona [12] [en] l'Arabia Saudita come uno dei peggiori nemici d'Internet nella lista 2012 dei Paesi che applicano la censura a Internet e in cui si reprime la libertà di espressione. Rimane solo da vedere quanto potrà durare questa fresca ondata di libertà d'espressione dei netizen sauditi.