Giordania: al via campagna contro la legge “stupra e sposa”

Lo scorso marzo si è tolta la vita [en, come gli altri link eccetto ove diversamente specificato] la sedicenne marocchina Amina Filali, costretta a sposare il proprio violentatore. La popolazione marocchina ha espresso il proprio sgomento [it] di fronte all'accaduto. E’ ora la volta della Giordania, dove ha fatto notizia il caso di una quindicenne al cui stupratore, condannato a morte, è stata annullata la pena dopo che questi ha deciso di prendere in moglie la propria vittima.

La pena è decaduta grazie all'Articolo 308 del Codice Penale Giordano che consente agli stupratori di andarsene in giro a piede libero purché sposino le proprie vittime. Ora, per l'abolizione di tale legge, è in atto una campagna.

No all'Articolo 308

Campagna No all’articolo 308

Il blogger Naseem Tarawnah riassume così il caso che ha suscitato tanta indignazione fra la gente:

Un 19enne giordano rapisce una 14enne (con la complicità della propria famiglia) – la trascina in un luogo in cui è stata allestita una tenda in cui lui possa abusare della fanciulla per tre giorni consecutivi prima che la polizia faccia irruzione. La corte lo condanna a morte per impiccagione ma lui riesce a fornire un certificato di matrimonio scandalosamente recente su cui è apposta la firma di un giudice. Allora la corte blocca l'esecuzione ma dichiara che questa verrà riconfermata qualora il giovane divorziasse senza una ” giusta causa”. Il bizzarro articolo scritto da Arab Al Yawm cita il lavoro di  un professore di sociologia dell'Università della Giordania per affermare che “le donne sono per natura diverse dagli uomini” e che la fanciulla a questo punto non può che prendere il meglio da questa situazione e recitare la parte della brava mogliettina, soprattutto buttandosi alle spalle quella stupida vicenda di stupro.

Gli utenti di Twitter in Giordania hanno condannato l'Articolo 308 ed espresso il loro disappunto su come venga permesso ai criminali di sfuggire alla condanna e si finisca di fatto per far ricadere la punizione sulle vittime.
Gli attivisti e i giordani preoccupati per l'accaduto hanno scambiato messaggi Twitter riguardanti l'Articolo 308 sotto l'hashtag #جريمة308 [en/ar](#Crime308) per denunciare la questione e raccogliere l'adesione di 20mila sottoscrittori per presentare una petizione [ar] contro l'Articolo 308:

نعلن رفضنا القاطع لما يطال النساء المغتـَـصبات من جرائم مركـّبة تحت مسمى العقوبات المخففة التي يوفرها القانون للمغتصب، ونسجل مواقفنا الرافضة لتخفيف العقوبة عن المجرمين، وتضييع حق الضحية والمجتمع تحت حماية القانون
Dichiariamo il nostro inequivocabile rifiuto di fronte ai molteplici crimini contro le donne vittime di stupro a causa di una normativa che dispone una commutazione della condanna per i colpevoli di violenza sessuale. Ci opponiamo fermamente ad una normativa che non solo prevede una riduzione di pena per i criminali ma legalizza il disinteresse verso i diritti delle vittime e della società stessa.

La petizione chiede pene più severe per gli abusi sessuali e l'abrogazione di questa categoria di crimine. In Giordania è considerato abuso sessuale qualsiasi atto sessuale imposto, fatta eccezione per la penetrazione forzata della vagina con il pene, unico atto considerato sotto il profilo giuridico quale stupro. Di conseguenza, la legge non potrà mai definire stupro la violenza sessuale perpetrata su un uomo, lo stesso valga per la penetrazione anale forzata di una donna.
Alcuni messaggi Twitter pubblicati sotto l'hashtag #Crime308 hanno concentrato la loro attenzione soprattutto sul costo personale e sociale dell'Articolo 308 e hanno evidenziato i suoi punti deboli.

Così recita il messaggio di Zain:

@ZainMN: القوانين يجب أن تكون علاجاً لآفات المجتمع وليس تجسيداً لمفاهيم و ممارسات الظلم فيه.
@ZainMN: [ar] Le leggi dovrebbero servire a curare i mali della società invece di incarnare concetti e pratiche oppressive.

Abd Ashhab scrive:

@abdashhab: جريمة 308 فن تحطيم شرف و مستقبلها البنت و كرامة عائلة و الدعس على مجتمع و بالآخر تبرئة الجاني
@abdashhab: [ar] Il “Reato 308″ è l'arte di distruggere l'onore e il futuro di una donna, così come la dignità della sua famiglia. Inizia col calpestare la società e finisce col prosciogliere il criminale.

Hadeel Abdel Aziz, amministratore del Centro Giordano per il Gratuito Patrocinio sostiene:

@hadilaziz: لن نسمح بمعاقبة الضحية ولن نسمح بافلات المغتصب من العقوبة سنعمل على تعديل قانون العقوبات
@hadilaziz: [ar]Non permetteremo più che vengano punite le vittime e che gli stupratori se ne vadano in giro liberi. Cambieremo il codice penale.

Così la pensa Raffoul H. Abubaida:

@Raffoul: #جريمة308‏ معالجة ذيل المشكلة بعد الاغتصاب دون التفكير بان الاصل منع الاغتصاب ابتداءا وذلك بوضع العقوبة الرادعة
@Raffoul: [ar][La legge attuale] affronta i problemi che insorgono come conseguenza dello stupro, senza considerare il fatto che si debba prevenire l'atto stesso dello stupro in primo luogo con il deterrente di pene più aspre.

Hadeel Maaitah rilancia:

@girl_brainy: Pensa, ogni messaggio inviato usando l'hashtag ‫#جريمة308‬ potrebbe salvare una vittima! Lo sforzo cumulativo potrà salvare le vittime e tante ragazze dal diventare tali.

La campagna contro l'Articolo 308 è stata lanciata solo poche settimane fa ma in questo breve lasso di tempo si sono già tenute due riunioni di volontari e sono oltre 2000 le firme raccolte per la sua petizione, oltre all'ampia risonanza data dai media. La campagna, che esplica la sua attività soprattutto tramite Twitter, è presente anche su Facebook [ar]. Grazie al sapiente uso dei social media, il movimento è riuscito a conquistarsi l'appoggio di figure di spicco quali il capo della Commissione Nazionale Giordana per le Donne, un ex ministro e un membro del Parlamento. Una cosa è certa, in Giordania la pubblica disapprovazione per tale ingiustizia deve ancora dare i suoi frutti con l'abolizione dell'Articolo 308. Vi sono buone speranze che ciò si realizzi prima che anche la Giordania abbia la sua Amina Filali.

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