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Cile: campagna popolare per abolire la tassa sui libri

Categorie: America Latina, Cile, Citizen Media, Cyber-attivismo, Idee, Istruzione, Legge, Letteratura, Sviluppo

‘Libros Sin IVA’ [1][es, come tutti i link seguenti, salvo diversa indicazione] è una campagna popolare che mira ad abolire l'imposta sul valore aggiunto (IVA [2] [it]) pari al 19% sui libri in Cile. Il primo dei nove punti del manifesto [3]spiega come il Cile sia tra i paesi con le più alte imposte sui consumi quando si parla di libri: “le tasse valgono quasi un quinto del prezzo di un libro in Cile”.

Il manifesto afferma anche che, per un paese, offrire un trattamento fiscale speciale sui libri significa capire che, cartacei o digitali che siano, “i libri sono ancora uno dei principali strumenti di conoscenza, svago, nonché di costruzione di una cittadinanza riflessiva e inclusiva”. Per di più, stando al manifesto, 4 su 5 cileni considerano i libri costosi, e il 54% della popolazione ne comprerebbe di più se fossero più economici.

Nel video che segue, celebrità, scrittori e altri sostenitori della campagna illustrano le loro argomentazioni sul tema:

Ma quanto costano i libri in Cile? Nathan Lustig lo ha riassunto [4] [en] nel suo blog l'anno scorso:

Books are incredibly expensive in Chile. I’m talking $50-$80 for a new hardcover and $30-60 for a new softcover. Even used books can be $5-15. […]

Every Chilean I’ve talked to about book prices says “oh man, don’t get me started, it’s ridiculous.”  It’s a big problem.

I libri in Cile sono estremamente costosi. Per un libro nuovo, le cifre vanno dai 50 agli 80 dollari per una copertina rigida e dai 30 ai 60 per un'edizione economica. Perfino quelli usati possono costare dai 5 ai 15 dollari. […] Con qualsiasi cileno io parli del prezzo dei libri, la replica è: “non mi far parlare, è ridicolo.” Il problema è serio.

Tutti i cittadini che volessero sostenere la campagna ‘Libros Sin IVA‘ sono invitati a firmare [5] sul sito ufficiale. La campagna ha raccolto oltre 27.000 firme in meno di dieci giorni, come ha sottolineato [6] la testata The Clinic. Nel momento in cui questo articolo è stato scritto, il sito web ‘Libros Sin IVA‘ contava già 31.829 firme.

Il dibattito

La campagna ha accesso la scintilla sul dibattito su lettura e accesso ai libri in Cile.

Enzo Abbagliati, che nel suo blog [7] [en] ha trattato ampiamente argomenti quali biblioteche pubbliche [8] [en] e accesso ai libri [9][en], è stato uno dei primi a dire la sua sulla campagna. In un post [10] del suo blog Cadaunadas, Abbagliati spiega di non aderirvi perché secondo lui il raggiungimento di tale obiettivo non darebbe comunque la spinta necessaria a trasformare il Cile in un paese che legge di più.

Abbagliati cita gli stessi studi usati dalla campagna per sostenere invece che il prezzo dei libri non è tra i motivi principali a cui i cileni ricorrono per giustificare il fatto che non leggono. Tra le altre cose, Abbagliati afferma che a causa di altri fattori (quali i posti in cui i libri vengono venduti), gli unici a trarre beneficio dalla campagna sarebbero le persone che già comprano libri.

Analogamente, Abbagliati afferma che i cileni che guadagnano un salario minimo, o addirittura minore (e che arrivano con difficoltà a fine mese) non trarranno alcun beneficio dal variare della tassa sui libri. Abbagliati conclude quindi il suo articolo con una soluzione:

 Si de fomentar un acceso equitativo a la lectura se trata, hay un Plan B. Sí, con B de Biblioteca.

Se si vuole promuovere un accesso paritario alla lettura, c'è un Piano B. Sì, B di Biblioteca.

Il blog Lucha Libro [11] ha chiesto ai lettori la loro opinione sulla campagna. L'utente Ange risponde [12] nella sezione dedicata ai commenti dicendo che il Cile ha bisogno di incoraggiare i cittadini alla lettura:

[…] El IVA es algo estúpido en los libros, claro que sí, pero quitarlo no es la solución. La gente gasta plata en poner una tele en cada pieza de sus casas, incluso la gente “pobre”. No me vengan con excusas por el IVA. El que quiere leer, lo hace porque le gusta, porque lo animaron de chico a leer, y va a leer revistas, diarios, libros, internet, recetas de cocina, etc. El IVA no es una limitante.

[…] L'imposta sul valore aggiunto sui libri è sicuramente una cosa stupida, ma abolirla non significa risolvere il problema. Le persone usano i soldi per mettere la televisione in ogni stanza della casa, anche se sono “povere”. Quindi non usiamo l'IVA come scusa. Chi legge lo fa perché gli piace, perché è stato spronato a farlo da quando era piccolo: leggerà riviste, giornali, libri, [contenuti su] Internet, ricette, ecc. L'IVA non è un fattore limitante.

Altri utenti hanno discusso l'iniziativa su Twitter tramite l’ hashtag #LibrosSinIVA [13]. Tra questi c'è Victor Hermosilla (@vjhermosilla [14]):

[15]

@vjhermosilla [16] Si bien adhiero a ‪#LibrosSinIVA‬ [17] estoy de acuerdo que esa medida no cambiará hábitos de lectura en chilenos, sobre todo de estratos sc bajos

@vjhermosilla Aderisco a ‪#LibrosSinIVA‬, ma sono d'accordo sul fatto che il provvedimento non cambierà le abitudini dei cileni sulla lettura, specialmente di quelli delle classi sociali più inferiori.

L'editore Marco Antonio Coloma (@mcoloma [18]) risponde ad alcune polemiche:

@mcoloma [19] Hay gente que tiene la fórmula para hacer de Chile «una sociedad lectora». Nosotros no. Sólo creemos que hay algo básico: libros sin IVA.

@mcoloma Alcuni conoscono la ricetta per rendere il Cile “una società che legge”. Noi no. Noi crediamo solo che ci sia un ingrediente essenziale: libri senza IVA.

Marco Antonio Coloma ha anche scritto un articolo [20] nel suo blog in risposta alle tesi di  Abbagliati. Coloma chiarisce che la campagna non propone una soluzione universale ma suggerisce solo un punto di partenza:

La eliminación del IVA al libro debiera ser la primera pieza de un plan más ambicioso, integral y definitivo de promoción del libro y la lectura. ¿Por qué? Porque, siguiendo el ejemplo de una abrumadora cantidad de países, debiera existir coherencia entre la importancia que le asignamos como sociedad al libro y el tratamiento que tiene éste en nuestro sistema tributario; porque Chile era un país sin IVA al libro hasta 1976 y hay, por tanto, un imperativo ético de saldar una deuda histórica con los valores democráticos; y porque, además, es una medida efectiva para mejorar el acceso al libro y la lectura.

L'eliminazione dell'IVA sui libri dovrebbe essere il primo passo di un programma più ambizioso, esaustivo e definitivo sulla promozione dei libri e della lettura. Il motivo? Perché seguendo l'esempio di numerosissimi altri paesi, dovrebbe esserci una coerenza tra l'importanza che attribuiamo ai libri in quanto società e il trattamento a cui questi sono sottoposti nel nostro sistema fiscale; perché il Cile era un paese che non prevedeva una tassa sui libri fino al 1976 [durante la dittatura di Pinochet [21]] e di conseguenza c'è un imperativo etico che ci impone di saldare un debito storico con i valori democratici; e anche perché è una misura efficace per incrementare l'accesso ai libri e alla lettura.

Coloma risponde anche al “Piano B” (biblioteche) di Abbagliati, dicendo che potenziare le biblioteche pubbliche dovrebbe essere un punto importante di qualsiasi programma volto alla promozione dei libri e della lettura. Tuttavia, Coloma cita uno studio sulle abitudini di lettura in Cile che fa notare come nell'ultimo anno solo il 15% della popolazione abbia messo piede in una biblioteca:

Ese mismo estudio señala que el 35% de las personas compra los libros que lee, 29% los pide prestado a amigos y familiares y sólo el 11% accede a ellos a través de una biblioteca. Esto demuestra no sólo que en el ámbito de las bibliotecas públicas hay mucho por hacer, sino que el principal medio de acceso a los libros es el mercado. ¿Por qué no implementar una medida probada, que convoca amplios consensos, y que justamente favorece el acceso a los libros a través del mercado?

Lo stesso studio ha rilevato che il 35% delle persone compra i libri che legge, il 29% li prende in prestito da amici o familiari e solamente l'11% se li procura in biblioteca. Questo dimostra non solo che c'è ancora molto da fare nell'ambito delle biblioteche pubbliche, ma anche che il mezzo principale di accesso ai libri è il mercato. Perché non attuare un provvedimento collaudato, che richiede un ampio consenso, e che giustamente favorisce l'accesso ai libri tramite il mercato?

Conclude l'articolo dicendo che l'obiettivo della campagna è democratizzare un'esperienza di lettura che sia più appagante: esperienza in cui i cittadini possano essere i “curatori” della loro biblioteca, “lasciarla in eredità ai propri figli, prendere un libro ogni volta che [loro] lo desiderano, scriverci sopra, evidenziarlo, prestarlo a qualcuno, regalarlo o anche abbandonarlo.” E afferma che eliminare l'imposta sul consumo dei libri è un primo passo.

Libros Sin IVA ha l'obiettivo [22] avviare la discussione pubblica, ma non solo: vuole presentare delle proposte specifiche al Congresso e, nel lungo periodo, all'amministrazione del presidente Sebastián Piñera. È possibile seguire il dibattito sugli account Facebook [23] e Twitter [24] ufficiali della campagna.