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India, Bangladesh: la guerra dell'acqua e la disputa sul fiume Tista

Categorie: Asia meridionale, Bangladesh, India, Ambiente, Citizen Media, Politica, Relazioni internazionali, Sviluppo

India e Bangladesh condividono 54 fiumi. Sebbene sin dal 1972 sia stata costituita una Commissione congiunta sui fiumi [1] [en, come gli altri link eccetto ove diversamente indicato] per la gestione delle acque, le tensioni tra le due nazioni su come ripartire le risorse si sono recentemente acuite a seguito di una disputa riguardo il fiume Tista [2] [it]. In ballo ci sono le vite di innumerevoli abitanti del Bengala Occidentale e del Bangladesh che dipendono dal fiume per la loro sopravvivenza.

Finora, India e Bangladesh hanno firmato un solo patto complessivo sui fiumi, un trattato bilaterale del 1996 [3], il quale instaurava un accordo di 30 anni sulla ripartizione delle acque tra le due nazioni. La situazione sarebbe dovuta cambiare nel settembre 2011 quando il Primo Ministro indiano, il Dr. Manmohan Singh, avrebbe dovuto ratificare un accordo con il suo omologo del Bangladesh in merito all'accesso e all'uso delle acque del fiume Tista.

Aerial View of Teesta River [4]
Veduta aerea del fiume Tista. Foto Flickr di Prato9x (CC-BY-NC-ND 2.0)

Il Tista, la cui sorgente è nel Sikkim [5] [it], scorre in India attraverso la parte settentrionale del Bengala Occidentale prima di entrare in Bangladesh, dove dopo aver attraversato circa 45km di terre irrigabili, confluisce nel fiume Brahmaputra (chiamato Jamuna quando entra nel Bangladesh). Nel 1983 fu raggiunto un accordo ad-hoc per la ripartizione delle acque [6] tra India e Bangladesh, in base al quale alle due nazioni spettava rispettivamente il 39% ed il 36% della portata d'acqua. Il nuovo trattato bilaterale riprende questo accordo e lo amplia, proponendo una equa ripartizione del fiume Tista. Tuttavia, l'accordo si è bloccato [7] quando Ms. Mamata Banerjee [8] [it], neoeletta Primo Ministro del Bengala Occidentale, ha rifiutato di approvare il trattato, per timore che un'ingente riduzione del volume d'acqua nella zona ripariale inferiore potrebbe causare problemi nella regione settentrionale dello Stato, specialmente durante la stagione secca.

Il fiume Gange a Hrishikesh, India. Foto su Flickr di Sanj@y (CC-BY-2.0) [9]

Il fiume Gange a Hrishikesh, India. Foto su Flickr di Sanj@y (CC-BY-2.0)

Considerato che in India l'acqua è una questione di Stato, e che il partito politico di Banerjee, l’All India Trinamool Congress [10], è un partner di coalizione essenziale per il governo centrale in carica, l'accordo non può andare avanti senza che lei dia la sua approvazione. Mentre una larga parte della popolazione del Bangladesh e dei media indiani critica la sua rigida posizione, l'opposizione ai termini del trattato ha comunque una quota di sostenitori [11]. Nel maggio 2012, durante una visita in India, il Ministro degli Esteri del Bangladesh, Ms. Dipu Moni, ha avvertito che [12] le relazioni bilaterali potrebbero complicarsi se l'India non riuscisse a portare a termine l'accordo sulla ripartizione delle acque del Tista. Nonostante questa tattica di pressione, il trattato resta in sospeso mentre l'India continua a sforzarsi per costruire consenso politico a livello nazionale [13]. Tuttavia, il Ministro degli Affari Esteri indiano, S.M. Krishna, ha cercato di attenuare le tensioni ed ha assicurato [14] il Bangladesh che l'India rimane vincolata a una rapida risoluzione del problema della ripartizione delle acque del Tista.

Jamuna (Brahmaputra) in Bangladesh [15]

Il fiume Jamuna (Brahmaputra) in Bangladesh. Foto Flickr di bengal*foam (CC BY-ND 2.0)

Anche il Bangladesh vuole una rapida risoluzione della questione, e potrebbe persino essere disposto ad ammorbidire la propria posizione [16] a causa della crescente pressione dell'opinione pubblica interna affinché sia concluso l'accordo. Il giornalista e blogger del Bangladesh Farid Ahmed scrive [17]:

Attualmente sembra abbastanza chiaro che… il Bangladesh sinora non è riuscito ad assicurarsi che l'India firmi un accordo… per la ripartizione dell'acqua dei fiumi in comune, in particolare il Tista… Ora è il Bangladesh a dover fare ciò che avrebbe dovuto iniziare molto tempo fa. Lontano dalla diplomazia tradizionale, avrebbe dovuto trasmettere i sentimenti del popolo a coloro che si trovano dall'altra parte del confine. Il cielo non è accessibile per Dacca, dal momento che nessun canale del Bangladesh viene trasmesso dagli operatori indiani della TV via cavo… La maggior parte dei quotidiani indiani ha sostenuto la causa del Bangladesh in merito al Tista. Questo è un aspetto positivo. Perché non entrare in contatto con il pubblico del Bengala Occidentale?

Tuttavia, al di là della retorica politica, le preoccupazioni del Bengala Occidentale riguardo la sicurezza idrica per la sua regione settentrionale non possono essere ignorate e meritano una risposta. L'India sta già cominciando a percepire la tensione sulla propria sicurezza idrica data la sempre crescente esigenza d'acqua per la sua popolazione in continua espansione. Secondo un rapporto del 2010 pubblicato [18] dall’Institute for Defence Studies and Analyses (IDSA) [19] dal titolo ‘Water Security for India: The External Dynamics’ [Sicurezza idrica per l'India: Le dinamiche esterne],

L'India sta fronteggiando un serio problema di risorse idriche e l'andamento suggerisce che tale situazione evolverà in ‘stress idrico’ entro il 2025 e in ‘scarsità idrica’ entro il 2050

Entrambe le nazioni, pertanto, hanno la necessità di sviluppare un trattato ben congegnato e bilanciato che permetta un'equa ripartizione delle acque del Tista, migliorando pertanto i legami bilaterali e riducendo la possibilità di conflitti per l'acqua.

ISN logo [20]Questo articolo e le sue traduzioni in spagnolo, arabo e francese sono commissionate dall'International Relations and Security Network, nell'ambito di una collaborazione finalizzata a diffondere il punto di vista dei cittadini sulle relazioni internazionali e sui problemi concernenti la sicurezza globale. Visitate il blog dell'ISN [20] per leggere gli altri articoli.