Ci sono stati tempi migliori per essere soci di Wal-Mart. Nel 2011, ad esempio, Wal-Mart era tra le 10 aziende più trasparenti operanti in Messico [es]. Ma la società, una delle più grandi al mondo, ha subito un duro colpo nel momento in cui sono saltate fuori le prove che la sua filiale messicana, tra il 2002 e il 2005, avrebbe elargito 24 milioni di dollari a funzionari del paese centro-americano. Secondo un'inchiesta [en, come i link successivi tranne ove diversamente indicato] pubblicata in aprile dal New York Times, Wal-Mart avrebbe secretato questa informazione dal 2005, fino a quando un ex impiegato ha deciso di parlare.
Cogliendo l'opportunità per denunciare gli abusi dell'azienda, i sindacati dei lavoratori e le associazioni che si battono per una riforma dell'azienda hanno approfittato dello scandalo per chiedere le dimissioni dell'amministratore delegato con una petizione on line promossa in maggio dall’Organization United for Respect at Wal-Mart (Our Wal-Mart) sul sito Change.org.
Visto che la legge statunitense contro la corruzione dei funzionari esteri, la Foreign Corrupt Practices Act, FCPA viene applicata sempre più frequentemente, ora ci si chiede a quanto potrebbe ammontare la multa che le autorità americane dovrebbero comminare all'azienda. Allo stesso tempo bisognerà capire se le tangenti hanno potuto contribuire in maniera significativa all'affermazione economica della società o addirittura se una parte dei profitti sia direttamente imputabile alle pratiche illegali contestate.
Il contesto dello scandalo messicano
Poco più di una settimana prima della pubblicazione dell'articolo del New York Times in aprile, lo staff del presidente messicano Felipe Calderon ha diffuso la foto di un incontro in Colombia tra lo stesso Calderon e l'amministratore delegato di Wal-Mart, Michael T. Duke. Tim Johnson, responsabile per il Messico del gruppo McClatchy Newspapers, ha scritto sul suo blog:
Probabilmente ora vorrebbero poter far sparire questa foto.
Secondo quanto comunicato dall'ufficio del presidente, durante l'incontro Calderon si sarebbe “congratulato con Wal-Mart per l'impegno a favore dell'ambiente che sta portando alla produzione di quantitativi crescenti di energia pulita” e avrebbe elogiato l'azienda per i suoi acquisti diretti dagli agricoltori messicani. A sua volta, Michael Duke avrebbe dichiarato che “il Messico è un esempio per le altre filiali sparse nel mondo”.
Johnson ha scritto di come, dopo la pubblicazione delle rivelazioni, il 23 aprile, lo staff del presidente ha diffuso un altro comuncato per prendere le distanze dallo scandalo, insistendo sul fatto che la corruzione vedrebbe coinvolti non esponenti del governo federale ma funzionari locali e di alcuni Stati confederati. Calderon è stato eletto dopo i presunti episodi di corruzione.
Mexfiles ha analizzato le possibili ripercussioni dello scandalo Wal-Mart sulle prossime elezioni presidenziali, sottolineando come il candidato del PAN [it], partito alla guida del governo federale al momento dei fatti contestati (al pari di oggi), si sia astenuto da qualsiasi commento mentre due dei suoi principali oppositori abbiano chiesto l'apertura di un'inchiesta. Mexfiles ha notato, inoltre, che l'amministrazione Calderon ha approvato delle nuove leggi anti-trust, chiedendosi inoltre se la corruzione e le pratiche aggressive di espansione di Wal-Mart possano essere considerate come una forma di concorrenza sleale nei confronti dei piccoli e grandi rivali messicani tenuti fuori dal mercato:
A proposito dello scandalo Wal-Mart, uno degli elementi che non è stato spiegato all'estero è che Wal-Mart de México S.A.B. de C.V. è costituita da numerose piccole catene di supermercati, come Bodega Aurrerá e Superama, da negozi di abbigliamento come Suburbia, e dai ristoranti VIPS. Va evidenziato che, mentre alcune di queste realtà siano state acquistate in maniera corretta, altre siano state oggetto di acquisizioni più ostili.
Cultura della corruzione?
Marco Antonio Gómez Lovera su Vivir Mexico [es] si è detto stupefatto dal fatto che la proprietà di Wal-Mart, negli Stati Uniti così come in Messico, abbia preferito tacere piuttosto che aiutare a fare chiarezza e a punire i responsabili. Dal canto loro, Mexfiles così come altri blog [es] affermano che le autorità e gli organi di informazione americani potrebbero minimizzare le reazioni messicane in virtù di una presunta “cultura della corruzione”.
Quest'articolo e le sue traduzioni in spagnolo, arabo e francese sono commissionate dalll’ISN, International Relations and Security Network, nell'ambito di una collaborazione finalizzata a diffondere il punto di vista dei cittadini sulle relazioni internazionali e i problemi concernenti la sicurezza nel mondo. Visitate il blog dell'ISN per leggere gli altri articoli.