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Mozambico: tutelare la fauna marina

Categorie: Africa sub-sahariana, Mozambico, Ambiente, Citizen Media, Giovani, Istruzione, Sport, Viaggi e turismo

I turisti vengono dal Sud Africa e da tutto il mondo per rilassarsi sulle spiagge del Mozambico, fare pesca sportiva e immergersi nelle tiepide acque dell'Oceano Indiano.

Si stima che due terzi della popolazione locale viva lungo le coste e che molti dipendono dall'oceano, ottenendo i mezzi di sussistenza dalla pesca – ma spesso le comunità situate vicino alle grandi destinazioni turistiche non percepiscono denaro da questa circolazione turistica. Il coinvolgimento dei mozambicani come subacquei professionisti, esperti di turismo e ambientalisti è cruciale per un futuro sostenibile delle aree costiere del Paese.

Whale shark in Mozambique. Image by Flickr user gigi_h (CC BY-NC-SA 2.0) [1]

Squalo balena in Mozambico. Immagine di gigi_h su Flickr (CC BY-NC-SA 2.0)

Annotatevi il Bitonga Divers [2] [en, come tutti i link successivi, eccetto ove diversamente indicato] (Subacquei di Bitonga) – una ONG sostenuta dal primo sub professionista del Mozambico, l'ispiratore Carlos Macuacua, con sede a Tofo, una città della provincia di Inhambane.

Citando il loro sito web [3]:

Nel 2006, quando il Bitonga Divers fu creato, non c'erano guide subacquee o istruttori mozambicani. Da allora, in collaborazione con Ocean Revolution e alcuni centri di immersione posseduti da stranieri, il Bitonga Divers ha formato otto istruttori e 11 guide subacquee mozambicani.

Image courtesy of the Bitonga Divers [2]

Immagine gentilmente concessa da Bitonga Divers

Il Bitonga Divers investe anche in iniziative per le comunità, mostrando la megafauna e scene sottomarine alle persone che vivono vicino alla costa, molte delle quali non avevano mai visto ciò che c'è sotto al mare oppure alcuni di questi animali vivi. La risposta iniziale fu debole, ma dopo anni di lavoro instancabile, i subacquei hanno detto che hanno portato 250 persone a fare un'immersione notturna. Hanno partecipato anche i leader della comunità.

Attraverso questo tipo di iniziative, le persone iniziano ad associare positivamente la vita marina, il turismo e lo sviluppo economico.

Allarme sul sovrasfruttamento della pesca

Recentemente i tour operator con sede a Tofo e le associazioni delle comunità hanno lanciato l'allarme per i programmi del governo volti a incentivare la pesca commerciale che hanno causato un sovrasfruttamento della pesca di razze, squali e delfini nella zona.

Come spiega lo scrittore di viaggio Aaron Gekoski nel magazine di viaggi online Go World Travel [4]:

La più grande minaccia che Tofo deve affrontare è, purtroppo, familiare. Negli ultimi anni il sovrasfruttamento della pesca ha avuto effetti disastrosi su queste acque. Solo cinque anni fa, i sub potevano vedere banchi di diavoli di mare composti da 300 esemplari. Oggi è una fortuna vederne una decina di esemplari. Gigantesce, spietate muraglie di reti da posta spesso imprigionano le mante.

Casa Barry, uno dei grandi centri di immersione di Tofo, nel suo blog parla della conservazione e porta all'attenzione il problema della pesca illegale, come si può leggere in questo suo post sul salvataggio e sulla successiva liberazione di una tartaruga caretta caretta [5].

L'asserzione più controversa (elaborata in un recente articolo del quotidiano Canal Moz [6] [pt]), riguarda la voce per cui la Banca Mondiale stia finanziando i programmi dei governi per aiutare i pescatori locali a pescare più pesci e specie più grandi.

Mozambican fishermen. Image by Flickr user stignygaard (CC BY-NC-SA 2.0) [7]

Pescatori mozambicani. Immagine di stignygaard su Flickr (CC BY-NC-SA 2.0)

Márcia Horst replica dalle pagine di Reflectindo Sobre Moçambique [8] [pt]:

Isto eh inacreditável…alguém acredita que o Banco mundial financiou barcos a motor e redes aos pescadores das zonas turísticas, sem uma previa formacao, sem capacitação nenhuma, sobre as espécies mais importantes destas praia, que nós todos dependemos delas para o nosso desenvolvimento turistico, e hoje, a cada dia esses pescadores só pescam essas espécies que o povo depende delas..EU ESTOU EM ESTADO DE CHOQUE, e me pergunto, onde estavam essas ditas associações de preservação, concernência, whatever se chamam, quando o banco mundial fez essa entrega?

Tutto ciò è incredibile…qualcuno crede che la Banca Mondiale finanzi le barche a motore e le reti per i pescatori nelle aree turistiche dove le specie più importanti di queste spiagge, dalle quali tutti noi dipendiamo per lo sviluppo dell'industria del turismo, oggi, ogni giorno che passa, sono pescate, il tutto senza che ci sia stata nessuna formazione o nessuno sviluppo di capacità…SONO SOTTO CHOC, e mi domando dove fossero i cosiddetti gruppi che si occupano di preservazione, conservazione o quel che è, quando la Banca Mondiale distribuiva queste barche e queste reti.

A prescindere dal presunto coinvolgimento della Banca Mondiale (la quale non ha commentato pubblicamente sul tema), vanno notati gli incentivi economici che fanno da traino per questo tipo di pesca. La Marine Mega Fauna Foundation, organizzazione che lavora con Bitonga Divers, spiega [9]

La pesca lungo le coste è estremamente lucrativa per gli standard locali, con le pinne di un solo squalo che possono valere circa 3000 Mets (circa $120 USD).

Il documentario “Shiver” [10] [pt] è stato girato lo scorso anno con Macuacua e la Marine Mega Fauna Foundation, e scava a fondo nel problema della pesca degli squali.

Molto di quello che viene pescato a Tofo è oggigiorno lavorato ed esportato fuori da Maputo verso la Cina e i mercati asiatici. Centro Terra Viva, una ONG ambientalista mozambicana, racconta dell'aumento della lavorazione illegale di rodati marini avvenuta lo scorso anno nelle casa abitate da cinesi [11] [pt].

Apesar do inventário das quantidades e espécies encontradas ainda não ter finalizado a STV publicou imagens, adiantando que foram encontradas grandes quantidades de barbatanas de tubarão, entre as quais algumas ainda estavam no processo de secagem, holotúrias (também designados por pepinos-do-mar e localmente por megajojos), diversas conchas, cavalos-marinhos secos em sacos de serapilheira, cágados vivos em tanques e carapaças de tartarugas marinhas. As autoridades acreditam que estes produtos conservados seriam exportados para a China ou outros mercados asiáticos.

Nonostante l'inventario delle quantità e delle specie trovate non sia ancora stato ultimato, STV mostra le immagini, aggiungendo che grandi quantità di pinne di squalo sono state trovate, alcune delle quali già in fase di essiccazione, oloturoidei (conosciuti come cetrioli di mare o, localmente, megajojos), varie conchiglie, sacchi contenenti cavallucci marini secchi, vasche con tartarughe vive e gusci di tartarughe. Le autorità credono che tutti questi prodotti sarebbero stati esportati verso la Cina o altri mercati asiatici.

Il governo del Mozambico ha ripetutamente dichiarato a livello locale, nazionale e internazionale che sta combattendo la pesca illegale – ma sembra che i suoi sforzi, insieme a quelli degli ambientalisti come Bitonga Divers, non siano sufficienti ad arginare il problema.