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Egitto: molestie sessuali a Piazza Tahrir

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Egitto, Citizen Media, Diritti umani, Donne & Genere, Libertà d'espressione, Protesta

Nell'esatto momento in cui Mohamed Morsi è stato eletto nuovo Presidente [1] [en, come tutti i link successivi, eccetto ove diversamente indicato] dell'Egitto la folla si è riversata in piazza Tahrir per festeggiare. La piazza, epicentro della rivoluzione egiziana, si è riempita di atti di giubilo e canti. I fuochi d'artificio illuminavano il cielo, ma qualcosa di tetro stava succedendo durante questi momenti di festa.

La giornalista Natasha Smith ha raccontato della tremenda disavventura [2] accadutale, cioè una molestia sessuale di massa, mentre si recava a piazza Tahrir per unirsi ai festeggiamenti. Il racconto si trova nel post [3] intitolato “Per favore, Dio. Per favore, falli smettere.”:

Centinaia di uomini mi spingevano e mi tiravano. Mi graffiavano e mi palpavano il seno e inserivano le loro dita dentro di me in qualsiasi modo possibile. C'erano così tanti uomini. Tutto ciò che vedevo erano volti maliziosi, che mi sbeffeggiavano e mi schernivano mentre mi strattonavano come carne fresca data in pasto a leoni affamati.

Le donne gridavano e mi dicevano “questo non è l'Egitto! Questo non è l'Islam! Per favore, non pensare che questo sia ciò che è l'Egitto! “. Le ho rassicurate dicendo loro che sapevo che era una caso, che amo l'Egitto, la sua cultura e le sue persone, e l'innata tranquillità dell'Islam moderato. Sembravano sbalordite.  Ma io non sono una persona vendicativa e posso interpretare la situazione. Questo fatto violento non rappresenta il luogo che ho imparato a conoscere e ad amare.

Il post ha ricevuto più di 1000 commenti, i quali spaziavano dalle lodi per il coraggio di Natasha, allo sgomento e alla smentita di quanto accaduto. L'incidente ricorda la violenza di massa subita dalla reporter Lara Logan [4] l'11 febbraio appena dopo il fermo di Hosni Mubarak. I fatti occorsi alla Logan hanno sollevato reazioni simili nel mondo dei blog [5] e dei media convenzionali.

A poster from the Facebook page calling for a protest against sexual harassment on July 4 [6]

Un manifesto da Facebook in cui si chiede di partecipare a una protesta contro le molestie sessuali il 4 luglio. Il testo in arabo dice: No alle molestie sessuali. Prenditi cura di lei…proteggila

Di recente una marcia che chiedeva la fine delle molestie sessuali è terminata [7] [it] con la molestia sessuale di massa [8] dei manifestanti. Le ONG avvertono che l'aumento delle violenze sessuali è un tentativo dello Stato per intimidire le donne [9] e limitare così la loro partecipazione alla vita pubblica. Reem Labib, che ha partecipato alla marcia condivide la propria storia in un post [10] dal titolo “Loro erano codardi e io rimarrò.”:

Siamo scesi in strada domandando libertà, dignità ed uguaglianza conoscendo e accettando i rischi, inclusa la violenza sessuale. Benedetti da una sana educazione e dall'ambiente riparato, la conoscenza del rischio e la sua accettazione non ti preparano a ciò, nulla lo fa; questo attacco è stata la peggior violazione che io abbia mai subito e so che mi ci vorrà del tempo per guarire.

Tra la folla un centinaio di molestatori che volevano sopraffarmi fisicamente, spaventarmi, farmi gridare, non era una lotta equa; il mio corpo è stato violato e profanato – ma hanno solo scalfito il mio guscio, non hanno intaccato la mia parte interiore, non sarò vittimizzata, e non mi hanno sconfitta.

Nel frattempo gli attivisti stanno organizzando una protesta [6] [ar] per il 4 luglio contro le molestie, chiedendo strade più sicure per tutti.